XXXVII.A volte ritornano...

174 9 2
                                    

Elena pov

Siamo sul volo diretto per New York City.
Michele sta leggendo il testo della canzone che ho scritto a casa, in compagnia di Piero.
Sono in ansia, ho paura che mi dica che non va bene, che devo cambiare completamente genere o che il testo non possa piacere al pubblico.
L'uomo ha un espressione seria e concentrata. Si strofina il pizzetto grigio mentre passa lo sguardo sul testo per l'ennesima volta.
"Se non ti muovi a dire qualcosa, Miché, sta pora picciotta rischia un infarto!" dice Ignazio per sdrammatizzare.
Io mi sono distrutta il labbro dall'ansia.
Vedo Torpedine sorridere.
"Mi piace...mi convince...e il titolo suona bene!" mi guarda con gli occhi che brillano.
"L'amore si muove" annuisce sempre più convinto "si...suona proprio bene!"
Lascio andare il respiro che avevo incosapevolmente trattenuto e sorrido anche io, mentre tutti gli altri festeggiano.
"Alt...alt...alt..." ci blocca il manager "per la melodia? Hai già un'idea?"
"Forse...ma avrò bisogno di un altro paio di giorni per vedere se funziona!"
Annuisce.
"D'accordo...aspetteremo, ma entro la fine delle date newyorkesi mi devi far sentire almeno il pezzo del ritornello, ok?"
Stavolta sono io ad annuire.

Il resto del viaggio passa in tranquillità tra chi dorme, legge o chiacchiera.
9 ore sono tante da fare seduti, ma bene o male trascorrono senza intoppi.

***

Piero pov

Siamo appena arrivati in albergo ed è notte fonda. Veniamo smistati nelle nostre camere e ci facciamo una doccia al volo per toglierci la fatica del viaggio di dosso.
Elena ora è sotto la doccia, mentre io sono in stanza, davanti alla valigia, per prendere il pigiama.
Appena mi infilo la maglietta sento due braccia esili, ma ferme, abbracciarmi da dietro e un bacio dietro il collo.
《Da brividi!》
"Ciao" mi sussura lei.
"Ciao"
Mi giro per averla davanti a me, l'abbraccio e la bacio dolcemente.
Noto che ha lo sguardo un po' perso nel vuoto, come se stesse riflettendo su qualcosa senza riuscire a trovare una soluzione convincente.
"Ehi...che hai?"
"Non lo so...paura, forse!"
"Paura?! E di cosa??" le chiedo sorpreso dalla sua affermazione.
"Ormai te la cavi alla grande sul palco, anzi...ora che siamo in America per te dovrebbe essere ancora più facile!" cerco di convincerla, ma è palesemente perplessa.
"No...no...non mi riferisco a questo! Ma al fatto di scrivere delle canzoni su commissione!"
"E allora? Ne hai già scritta una e direi che l'esito è stato positivo, no?"
"Si, ma generalmente io scrivo canzoni trascinata dalle emozioni o dal momento, quindi non so se tutte quelle che mi verranno in mente andranno bene!"
L'abbraccio, ceercando di tranquillizzarla, pur sapendo che questa ansia è causata solo dall'insicurezza.
Lei si veste e andiamo a dormire.

Trascorriamo i tre giorni prima del concerto tra prove e scalette, con Elena che ogni tanto le vengono delle illuminazioni sulla melodia per la nuova canzone.

Arriviamo alla serata tanto attesa e ci siamo nei camerini per cambiarci.
Il completo di lei è sempre lo stesso, mentre noi abbiamo la possibilità di vestirci un po' più morbidi, dato che abbiamo anche i cambi abito durante il concerto.
Ci stiamo finendo di sistemare quando bussano alla porta ed entra uno dei tecnici.
"Posso?" dice lui in inglese.
"Si, dica pure!" accetta Elena.
"Mr. Torpedine vorrebbe parlarvi di una cosa urgente! Ho avvisato anche gli altri cantanti."
Ci guardiamo un secondo, preoccupati dal tono agitato che ha usata l'addetto ai lavori.
"Ma è qualcosa che riguarda il concerto?"
Lui nega e ci indica la sala dove poi troviamo, sulla soglia anche gli altri.
Alessandra ha lo sguardo perso e preoccupato.
《Pessimo segno!》
Apriamo la porta e dentro la stanza adibita per il Meet&Greet post-concerto vi troviamo una signora sulla settantina, con gli occhi e capelli neri, il portamento fiero e spavaldo.
Guardo Elena e la vedo con gli occhi e la bocca sgranati. Fa qualche passo indietro, come intimorita da quella figura.

***

Elena pov

"Che...ch...che ci fai qui?" balbetto senza rendermene conto.
"Non potevi crescere diversamente, data la madre che ti ritrovi!" dice lei in inglese, con un accento fortemente britannico.
Una stilettata al cuore che mi fa riacquistare un briciolo di lucidità e ritorno accanto a Piero.
Lo noto con gli occhi curiosi e perplessi, come tutti, a parte Alessandra.
"Noto, con dispiacere, che le tue conoscenze non sono cambiate dall'ultima volta che ci siamo viste!" afferma lei con sguardo sprezzante verso la mia migliore amica.
"Che cosa vuoi?" le chiedo senza giri di parole.
"Chi è?" mi sussurra Martina all'orecchio, in italiano.
"Lei è... 'mia nonna'!" le rispondo io, imitando le virgolette.
"Non mi presenti?"
"Perché dovrei?"
Lei sospira.
"Devo parlarti"
"Non ho tempo...in questo momento sono occupata!"
"Voglio riallacciare i rapporti con te"
"Che...cosa...vuoi?" le richiedo, scandendo stavolta le parole.
"Vorrei parlare con te..." passa lo sguardo su gli altri "...in privato, se fosse possibile!"
"Te l'ho detto...non posso!"
"Non mi concedi neanche 5 minuti del tuo tempo?"
"Non ho motivo per farlo!"
"Na Chan...un minuto non si nega a nessuno!" mi spinge Alessandra, bisbigliandomi in giapponese.
Sospiro, ammettendo con me stessa che ha ragione.
"Ok...quanto manca all'inizio?" chiedo a Torpedine.
Lui guarda l'orologio che porta al polso sinistro.
"12 minuti scarsi!"
Annuisco e gli altri escono. Noto le loro facce preoccupate, ma soprattutto quella di Piero che mi chiede spiegazioni.
Annuisco di nuovo, come per dire 'vi spiego tutto dopo' e chiudo la porta.

***

Martina pov

Tre dei sei concerti sono passati e sono stati tutti un successone.
I ragazzi non riescono a gioire completamente a causa dell'umore nero di Elena.
《Definirlo 'umore nero' è pure sbagliato. È semplicemente apatica!》
Da quando ha incontrato sua nonna è diventata completamente immune ai sorrisi. Non ride nemmeno più alle freddure di Ignazio, ed oltre a restarci male, il marsalese è terribilmente preoccupato...come tutti tra l'altro.
Piero ci ha raccontato che in camera non gli parla, se non per lo stretto necessario.
Alessandra ha cercato più volte di parlarle, anche in giapponese, ma ha ricevuto sempre silenzio appena l'argomento trattato era leggermente diverso dal lavoro.
Siamo completamente in alto mare e la prima che sta affogando è proprio Elena.

***

Salve a tuttiiiii
Perdonatemi per l'assenza, ma purtroppo questo è stato un capitolo difficile da scrivere e un'improvvisa assenza di idee mi ha mandato nel panico 😣
Ora...che cosa le avrà detto ad Elena sua nonna da scatenarle una reazione simile?
Riuscirà la nostra ragazza a sbloccarsi e parlare o farà tutto da sola?
Il nostro Piero, come gli altri, riuscirà a trattenersi o interverrà in qualche modo?
Saprete tutto nel prossimo capitolo
Un bacione
Frakkia❤❤❤

Le note del cuore ♡ //PB//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora