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"Voglio restare qui insieme a te."
                       -Balla con me

La mia caviglia inizia a bruciare fortissimo.

"Cosa succede, tesoro?" Mi chiede con voce premurosa Riki.

"Mi brucia la caviglia, qualcosa mi ha punto."

Riccardo mi solleva e mi accoccolo sul suo petto, tra le sue braccia.
Quando raggiungiamo la sabbia
, mi appoggia sull'asciugamano.

La mia caviglia è tutta rossa, brucia e prude.

"Una medusa, credo." Esclama Giada.

"Si, ma cosa facciamo?" Domanda Riccardo. "Dobbiamo mettere qualcosa."

"Prova a bagnarla con l'acqua, adesso. La portiamo all'ospedale, poi." Risponde Angela.

"Io non voglio andare all'ospedale, è solo una puntura. Qualche giorno e passa." Dico io.

"No...ti porteremo all'ospedale. È pur sempre una puntura di medusa." Mi contraddice Riccardo.

Luca torna con un asciugamano bagnato e subito Riccardo me lo tampona sulla puntura.

Il bruciore si attenua, però potrebbe essere l'effetto momentaneo.

I ragazzi decidono di accompagnarmi lo stesso al pronto soccorso; così iniziamo a raccogliere tutta la nostra roba è ci avviamo nel parcheggio, dove è parcheggiata la macchina.

Raggiungiamo l'ospedale non molto in fretta, poiché si trova a diversi chilometri di distanza dal paese in cui soggiorniamo.

Luca che è alla guida, parcheggia l'auto davanti all'ingresso.
Noi tutti scendiamo dalla macchina e raggiungiamo l'atrio dell'ospedale.

"Scusi, per il pronto soccorso?" Chiede Riccardo ad un impiegata, del bancone delle informazioni.

Lei ci indica il corridoio sulla destra, che raggiungiamo subito dopo aver ringraziato la signora.

Questo ospedale è molto moderno. Deve essere stato costruito negli ultimi anni.
Le pareti sono azzurre, classico colore da ospedale, per me.

Le porte delle salette sono bianche e le poltrone d'attesa fuori agli ambulatori sono nere.

Giungiamo in fretta al pronto soccorso, dove ci accoglie un infermiere, che ci invita ad accomodarci in sala d'attesa, dopo che gli abbiamo spiegato l'accaduto.

"Raga, quanto staremo qua?" Domanda seccato Luca.

"Parecchio, se c'è tutta questa gente prima di noi." Risponde Angela indicando, maleducatamente le persone sedute in sala d'attesa, con noi.

"Vuoi qualcosa alla macchinetta?" Mi chiede Riccardo, ma io rifiuto accennando un no, con la resta.

Dopo circa un oretta, mi fanno entrare in un ambulatorio.

L'infermiera, mi passa sulla punture un aggeggio rigido strano, il quale non ho mai visto.

"Ora cara, ti tolgo i residui, della medusa. Hai già bagnato con acqua salata?"
Esclama l'infermiera, mentre delicatamente strofina l'oggetto sulla puntura.

"Si, l'ho tamponata in spiaggia."

Estrae da un cassetto un tubetto di crema.

Lo apre e ne spalma un po' sulla mia caviglia.
La crema è fredda, però mi da un po' di sollievo, dal bruciore.

"Non è niente di grave, cara. Ma nei prossimi giorni, stai lontano dal sole, okay?"

Annuisco e scendo dal materassino.

Ringrazio l'infermiera ed esco dalla stanza.

I ragazzi sono tutti fuori, impazienti, che mi aspettano.

Quando chiedo la porta dietro di emme, si precipitano a chiedere spiegazioni.

"Ragazzi, va tutto bene. Ha detto solo di non stare al sole e mi ha messo la pomata."
Rispondo io.

"Bene, adesso allora, dobbiamo trovare un posto all'ombra per finire di girare il video." Esclama Angela.

"Si, c'è un parco, non molto lontano da qui. Possiamo andare lì. Ci sono diversi alberi ed è molto carino." Propone Giada.

Tutti d'accordo usciamo dall'ospedale e raggiungiamo l'auto.

Giada ci guida fino al parco, che si trova a cinque minuti dall'ospedale.

É molto verde e ci sono un casino di alberi, che fanno ombra.

I ragazzi iniziano a preparare l'attrezzatura per guardare il video.

"Mi Hai fatto spaventare, sai?" Afferma Riki avvicinandosi.

"Per una puntura?"  Rido.

"Beh si, ero preoccupato." Aggiunge.

Mi avvicino a lui e lo abbraccio.
La mia testa si appoggia sul suo petto e stiamo lì, per diversi minuti, fin quando i ragazzi non ci chiamano per iniziare a girare.

"Voglio restare insieme a te." Esclama d'un tratto Riccardo.

"Anche io."

Trascorriamo tutto il pomeriggio e il resto dei giorni della settimana, tra le risate e a girare una scena qua e là, per il video clip.

Gli amici ci sono sempre, nel momento del bisogno. Anche quando ti punge una medusa.
Io credo di avere trovato dei veri amici e un ragazzo perfetto.

Replay | Riccardo Marcuzzo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora