Capitolo 18

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Ash

Mi allentai la cravatta, per darmi un po' l'aria di stanchezza e mi arricciai le maniche intorno all'avambraccio, sia per enfatizzare l'idea e sia per il caldo. Per quanto la camicia potesse essere sexy e attraente, soprattutto per voi donne, ed era veramente utile per darci un maggiore charme stile Dior, in certi periodi dell'anno, era davvero frustrante. Quando faceva caldo, infatti, ti si appiccicava addosso, lasciando macchie di sudore non molto attraenti, per non parlare del pessimo odore.
Guardai la scrivania, mi doleva dirlo ma era fin troppo ordinata e non andava affatto bene. Per quanto cercassi di evitare questo punto e conservare la mia persona, era in casi come questi che necessitavo dell'aiuto di un uomo d'eccezione, ovvero il mio caro amico Dylan. Presi vari fascicoli e diedi sfogo a tutta la mia fantasia, con un pizzico di vena artistica, sistemandoli sulla scrivania in maniera caotica, spostando tutto che c'era accanto. Quando fui soddisfatto, rilassai la schiena contro lo schienale della poltrona, convinto di aver finito ma la mia attenzione ricadde sulla Bobble Head con le sembianze di Drew. Ero particolarmente affezionato a quella bambola, non solo perché era la riproduzione caricaturale di quella testa di cazzo, con un'enorme testa che ondeggiava che riproduceva anche le sue più conosciute frasi, ma soprattutto perché era il trofeo della mia prima vittoria con lui. Un piccolo regalo, che era diventato la mascotte di tutto l'ufficio, che mi ero concesso dopo la vincita del mio premio. Lo voltai, facendo in modo che mi desse le spalle, ma non soddisfatto la misi in orizzontale. Guardai il tutto con soddisfazione, tutto tranne per un piccolissimo particolare...spostai di nuovo la bambolina. Okay, così andava meglio. Infine, mi girai con lo schienale verso le vetrate. Avevo già detto che amavo la mia poltrona girevole? No? Beh, un vero peccato perché era la miglior poltrona esistente al mondo. Guardai il panorama davanti a me, in attesa e congiunsi le mani. Mi sentivo un po' come il Professor X di X-Men mentre sentivo da lontano dei flebili passi e la porta aprirsi.
Improvvisamente, l'atmosfera divenne come quella di un film d'azione. Quel sottile e teso silenzio, quel caotico ordine, la luce che provava debolmente ad entrare, il rumore di passi incerti, l'apparente vuoto. Lentamente, per dar maggior enfasi, mi girai, con la poltrona che cigolava appena e assaporai il momento.
"Dickhead" alzai lo sguardo verso di lui. Morgan Dickhead, capo dell'ufficio vendita e Marketing, ex-scapolo ed incastrato da due anni in un matrimonio con la preside di una scuola media della città, Hannah, una deliziosa e sexy quanto terribile donna. Avevano anche una bellissima bambina di un anno e due mesi di nome Sydney, o come preferivate dire voi donne per chissà quale assurdo motivo, di 14 mesi. Ecco che partivano i lunghi e difficili calcoli per arrivare alla soluzione che avrebbero fatto mettere le mani nei capelli anche ad Einstein.
"Signor Cooper" ah, quel dolce appellativo che risuonava come miele per il mio udito, non c'era niente di più soddisfacente che farsi chiamare in questo modo, era segno di rispetto e consapevolezza della propria posizione.
"Hai deciso di pubblicare quella foto? Penso sarebbe vantaggioso per l'immagine della nostra società, mostrare il proprio presidente come un barbone di strana, dà un senso di maggiore vicinanza alla gente" tranne quando si dava troppa confidenza alle persone. A quanto pare, avevo il brutto vizio di circondarmi dei peggiori esemplari di amici che avrei mai potuto trovare. Morgan non era di certo il tipo che scherzava e possedeva anche il  coraggio per farlo. Un tempo, nei tempi gloriosi quando non si era ancora sistemato, aveva partecipato con me e Drew ad alcune sfide ma alla fine, non essendo molto amante del genere e neanche così 'impulsivo', si era limitato ad osservare o nel caso ad essere colui che decretava i pegni quando la prova veniva annullata. L'ultima volta io e Drew eravamo stati costretti a ballare la Macarena vestiti con abiti tipici hawaiani, sì, esatto gonnella, ghirlanda in testa e reggiseno di noci di cocco, tutto questo alla festa natalizia d'ufficio. Per impedire la pubblicazione di tutti i video su qualsiasi social, Drew aveva dovuto stipulare un contratto e alla fine tutti si erano ritrovati con tre giorni in più di ferie. Morgan era a conoscenza di tutte le nostre scommesse, quindi anche di quest'ultima e non perdeva tempo a fare scommesse su chi, tra me e Drew, avrebbe vinto "cosa ti serve? Riguarda la tua nuova vittima? Devo trovare qualcosa in particolare?" Ah, un'altra cosa, Morgan era l''uomo migliore per trovare qualsiasi informazioni sulla rete, era grazie a lui che sceglievo i miei candidati. Era peggio di qualsiasi donna in fase mestruale.
"Mi serve un favore" inarcò un sopracciglio, non ero esattamente il tipo che chiedeva favori, quindi era una cosa piuttosto insolita e lui non era il tipo ben disposto a concederli "ho bisogno di qualcuno che esca con Amber questa sera alle 7" ancora non capivo cosa mi fosse passato per la testa in quel momento. Morgan si sedette "perché?"
"Ho promesso ad Amber un appuntamento ma è impossibile trovare un uomo decente in un giorno, anche perché non ho tempo da perdere e tu sei il migliore a trovare, ci deve essere pur qualcuno online, inoltre provvederò io a qualsiasi spesa di trasporto" accavallò le gambe e tentennò.
"Ash, io sono bravo ma non faccio miracoli e ciò che mi stai chiedendo è praticamente impossibile, anche perché questa sera c'è la prima partita del Super Bowl e nessun uomo potrebbe perdersela" quella notizia mi lasciò completamente spiazzato, dannazione, a questo non ci avevo proprio pensato. Quale stupido potrebbe rinunciare a una partita per uscire con una megera come quella? Ma non potevo di certo arrendermi così.
"Fai il possibile e se ci riuscirai, ti troverò una baby-sitter, così tu e Hannah potrete andare a fare quel weekend che stavate tanto progettando" strofinò le mani sui jeans e sfoderò un ghigno. "Farò il possibile, anche se non posso garantirti nulla, questa volta non sono molto sicuro di riuscirci" si alzò "ti farò sapere entro fine giornata, io torno a lavoro, ci sentiamo" annuii e lui uscì dal mio ufficio.

Amore in Affitto [Sospesa a tempo indeterminato]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora