One Shot "Ash vs Art"

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Cos'era l'arte?Contrariamente a ciò che pensavate, l'arte era una brodaglia economica. Un modo per pulirsi il culo e vendere il 'prodotto di scarto' al migliore offerente.  Personalmente, avrei consigliato le chiese, erano un ottimo investimento. Tu fai una 'donazione' e loro ti salvavano il culo nell'aldilà, figo, no?. 
Gli artisti?La peggiore razza esistente al mondo. Un branco di saccenti e superbi cazzoni con la puzza sotto il naso e il pene invece del cervello. 
Certo l'arte era anche sentimento, passione, interiorità...e altre stronzate varie ma a differenza di ciò che pensavate, era anche pericolosa, molto. Fidatevi, io l'avevo provato sulla mia pelle. 

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Avete presente l'inizio dei film? Quando si sente quella musichetta famigliare, orecchiabile ma odiosa perché si conficca nel cervello per giorni? Oppure quando compare la statua della libertà con la scritta Colombia, si apre il sipario con la prima inquadratura dall'alto e pian pian scende sempre fino al primo piano del protagonista? Io mi sentivo esattamente così, seduto sulla mia bella poltrona a sorseggiare un delizioso caffè, preso direttamente dalla caffetteria all'angolo, con lo sfondo della routine americana alle mie spalle. Ecco, in quel momento, avevo la sensazione che una telecamera nascosta puntasse verso di me, sempre più vicino, ancora e ancora, fino ad addentrarsi nei meandri della mia mente. Niente paura, avreste trovato solo qualche scena pornografica, mi dispiace ragazze. La mia vita sembrava come quella di Jim Carrey in Truman show, completamente folle, ripresa 24 ore su 24 e voi ragazzi eravate il mio amatissimo pubblico. Tuttavia, un Talk show che si rispetti, avrebbe dovuto far divertire e ora che ci pensavo, avevo proprio quello che faceva al caso vostro. Una bella storiella che per il sottoscritto non era stata così tanto piacevole. Attenzione, vi invitavo a spegnere i vostri apparecchi elettronici, evitare pomiciate e soprattutto niente risate in pubblico.

Un anno prima

L'ultima sfida aveva visto la vittoria di Drew che in meno di 5 mesi era riuscito a far scappare la sua preda, arrivando addirittura a fingersi una spia americana, invischiata in un pericoloso complotto politico internazionale. Un piano orchestrato nei minimi dettagli che avevamo scopiazzato un po', forse più di un po', dall'opera di Stephen King 22.11.63. Dire che la sua vittoria mi aveva fatto girare i coglioni, era un eufemismo. Non solo per il sorrisetto del cazzo che ero stato costretto a subire ogni giorno ma anche perché con i soldi della vincita aveva comprato un cane robotico. Duff, così l'aveva chiamato, era perfino migliore di un cane, assolutamente fantastico. Per questo, dopo questa, avevo deciso di mettermi all'opera e non con una facile preda, ma con un osso duro. Per questo la mia scelta era ricaduta su Adam Harkens.  29 anni, originario del Connecticut da genitori nigeriani, carnagione scura, occhi scuri, dentatura bianca e perfetta, 1,93 di altezza per 95 chili, con l'amore per i cetrioli e il burro d'arachidi, viveva con me da quasi tre mesi. All'inizio la convivenza non era stata molto facile, era un amante dei propri spazi, piuttosto irascibile, e anche perché il mio bel faccino valeva una montagna di soldi...più o meno, avevo preferito non stuzzicarlo subito.
Sapevo cosa vi stavate chiedendo, chi era in quel periodo Ash Dylan Christopher Cooper? Semplice, era Friedrich Renard, giovane rampollo di una benestante famiglia francese, proprietaria di diverse sartorie in tutta la Francia. Amante della musica classica, in particolare di Bach e Beethoven, dei calzini coordinati, dei papillon sfarzosi, dell'arte e stranamente del tè inglese alle 5 del pomeriggio. Eccentrico personaggio dai gusti raffinati e dallo stomaco delicato, assiduo fanatico dell'ordine, che divideva il suo armadio per colori, a seconda dell'umore. Completamente astio verso qualsiasi forma di tecnologia che non fosse un social-network per ottenere visibilità. Ero la versione moderna, meno violenta e più frivola, del grande Alexander DeLarge, da cui avevo tratto spunto.
Per entrare nel personaggio, ero stato costretto ad indossare occhiali da vista, a riempire la mia camera di libri di scrittori francesi e russi, e a pagare una cameriera per pulire la mia camera tre volte a settimana. Inoltre, stavo iniziando a sviluppare un'intolleranza verso le camicie. Purtroppo il vostro caro Ash, era diventato un perfettino e puntiglioso aristocratico del cazzo. Friedrich era così dannatamente irritante che stava iniziando a starmi sulle palle, dovevo assolutamente liberarmi di lui, quindi Adam doveva sparire.
Per il mio piano, avevo deciso di colpire direttamente il centro di tutte le terminazioni nervose di Adam, ovvero la sua auto. Una spettacolare Mercedes-Benz 300 SL Roadster, un gioiello da veri collezionisti. Tra tutte, anzi l'unica cosa che più mi piaceva di Adam, era il fatto che fosse un gran intenditore di macchine. Si era comprato l'auto con i soldi delle prime importanti vincite a pugilato e trattava quell'auto meglio del suo sacco da boxe. Beh, considerando i punti di vista, anche se non fosse sembrato, trattava tutti meglio di quel sacco. Io al suo posto avrei fatto lo stesso. Per questo era stato un gran colpo al cuore pensare a quello che avrei dovuto fare. Curiosi? Sicuramente avrei messo in pericolo la mia vita ma perlomeno non avrei mai più sentito pronunciare il nome Friedrich.
Era giovedì e come ogni giovedì che si rispetti, Adam tornava intorno alle 10, dopo aver terminato il suo allenamento intensivo e bevuto qualcosa. Solitamente, i lottatori avrebbero dovuto condurre una dieta più salutare, invece quel tipo si ingozzava di piatti ipercalorici. Cibo spazzatura, grassoso e nocivo per la propria salute ma assolutamente delizioso. Per quanto riguarda il sottoscritto invece, era da quasi tre mesi che non mangiavo delle patatine fritte. Voi non potevate immaginare lo stato di incredibile astinenza in cui versavo. Dopo questa storia, mi sarei fatto un giro al McDonald's alla faccia di tutte le pietanze francesi.
Come ogni volta, mi aspettavo di vederlo entrare con il suo solito aspetto, ovvero come un camionista sporco e sudato. Non avreste mai capito cosa fosse il vero tanfo umano, fin quando non avreste vissuto con un lottatore madido di sudore. Quello era un odore che non avreste dimenticato facilmente. Il mio olfatto purtroppo era andato a farsi benedire.
"Sai che rischi grosso? Quel tipo sarebbe in grado di tagliarti le palle e farne un portachiavi" una prospettiva alquanto funesta e assolutamente plausibile. Drew appoggiò la mano sulla mia spalla in un gesto di conforto che dietro nascondeva una sardonica e sinistra soddisfazione "Posso fare un video? Giusto per avere un ricordo per gli anni futuri, quando morirai potrò urinare sulla tua tomba? Considerala una specie di benedizione, ho sempre desiderato farlo!" Proprio quello che intendevo.
"Preferisco la cremazione" scostai la mano dalla mia spalla. Le attese erano sempre accompagnate da una terribile trepidazione, soprattutto quando portavano ad esiti emozionanti o morti improvvisi.
"Davvero un grandissimo peccato, addio ai bigliettini di Natale" sbuffò sconsolato e guardò l'auto "devo dire che hai fatto proprio un ottimo lavoro, anch'io se fossi Adam mi incazzerei di brutto" era quello che volevo, beh, non proprio. Il display del telefono si illuminò, segno dell'arrivo di un messaggio, il tanto atteso via era arrivato
"È qui, sta salendo le scale" ancora non riuscivo a capire la gente che preferiva le scale all'ascensore, erano semplicemente dei pazzi.
"Ha appena finito l'allenamento" Drew e io guardammo la porta,
"presumo"
"quindi sarà sudato, con l'adrenalina in corpo e il desiderio di spaccare qualsiasi cosa"
"sì"
"sai che stai volontariamente andando incontro alla morte, vero?" Trascorse un minuto fatto di silenzio e di sguardi.
"E andiamo" la maniglia girò, accompagnata dal rumore di chiavi e dal suono della porta che si apriva. Sentii i passi decisi e pesanti di Adam e inalai un bel respiro, come se mi stessi avvicinando alla fatidica ora del patibolo.
Adam entrò in salone, era un tale colosso che avrebbe fatto gemere voi donne e sfigurare persino La Cosa dei fantastici 4. Posò il suo borsone e saturò l'aria con il suo 'delizioso' profumo di pini. Avrei voluto vomitargli addosso ma considerato lo stato era meglio evitare.
Con tutto il suo massiccio peso, si sedette sul divano, sorseggiando nelle sue fauci una soda. L'atmosfera sembrava essere, letteralmente, da quiete prima della tempesta o uragano.
"Hai cambiato arredamento, Francois?" Adam sollevò l'angolo sinistro della bocca, in un piccolo sardonico ghigno nel pronunciare il nome che mi aveva dato. Friedrich per lui era troppo altezzoso mentre Francois gli sembrava più adatto per un 'rammollito' come me. Peccato che il vostro amato protagonista vantava centinaia di trofei sportivi come judo, basket, canoa, football, karate e avevo dimestichezza anche con il pugilato. Accarezzò il divano, constatando la consistenza "è una stoffa alquanto strana, non la riconosco" avreste potuto immaginare quale.
"Est très original, compliment! (È molto originale, complimenti)" Drew mi raggiunse in salone, con quel caschetto corvino e i baffi stile Dalì, era irriconoscibile e più brutto del solito. Davvero, avreste dovuto vederlo, faceva ridere soltanto a guardarlo, sembrava una specie di Drag Queen.
Si girò verso il mio coinquilino, analizzandolo per bene. Adam ricambiò con una smorfia infastidita, odiava essere osservato a lungo "beau colocataire (bello il coinquilino)" gli fece l'occhiolino, al posto suo sarei rimasto disgustato
"Francois, mi spieghi cosa cazzo sta dicendo? Ha qualche problema con me?" Adam strinse i pugni e immaginai già tutti i punti e gli interventi a cui si erano sottoposti i suoi avversari.
"Raphael, lui non parla francese" Drew sorrise maliziosamente.
"Piacere, sono Raphael" parlò in inglese, con un eccellente accento francese, tutto merito di uno stage di un anno e mezzo in Francia. Un concorso che aveva vinto ('barando', tenevo a precisare) durante gli anni universitari. Era arrivato al secondo posto ma il vincitore, Richard Swift, dopo neanche un giorno dall'esito del risultato aveva 'misteriosamente' rinunciato. Tutt'ora ero all'oscuro dell'intera faccenda.
"Piacere" freddo, cinico e svogliato, ora capivate il soggetto?
"Raphael è un critico d'arte, venuto per valutare la mia opera" spiegai, ricevendo in cambio uno sbadiglio.
"Dovrebbe vederla, il suo coinquilino è il nuovo Duchamp, riuscire a creare qualcosa di così moderno e originale, utilizzando i rottami di un auto, poi quel colore rosso intenso dà davvero nell'occhio" Drew sembrò aver attirato la sua attenzione
"Una scultura con i mezzi di auto?" Il mio coinquilino mi lanciò uno sguardo perplesso e annuii, si alzò "Deve essere proprio una cazzata, fammi vedere questo rottame, allora".
Con un piccolo ghigno, lo condussi nella mia stanza "non so uno come te quanto possa apprezzare ma questa è pura arte" e gli mostrai l'opera. I pezzi della sua auto, erano stati segati, piegati e messi insieme in uno strano ammasso senza un senso apparente. Al centro vi era il motore, accanto il volante e sopra pezzi della carrozzeria sparsa, in una specie di torre.
Adam strabuzzò gli occhi, fece un passo indietro, tenendo lo sguardo fisso sulla sua 'auto'. I muscoli del corpo si sollevarono e si abbassavano fino ad irrigidirsi. La mascella sembrò contrarsi e le labbra spalancate, si immobilizzarono.
"No...la mia auto!" Si avvicinò, si chinò e abbracciò quel rottame, era quasi sul punto di scoppiare a piangere. Io e Drew ci scambiammo uno sguardo soddisfatto, era una scena davvero esilarante, vedere un colosso del genere piangere come una bambina. Dopo aver singhiozzato per bene, Adam si alzò, i muscoli si irrigidirono. Oh, da lontano sentivo un campanello suonare l'allarme per il pericolo imminente. 
"Dovresti essere felice, la tua auto rimarrà per sempre nella storia dell'arte, è stata un soggetto perfetto"
"Ho sopportato i tuoi scleri e le tue follie per tre mesi, ora mi hai rotto il cazzo" grugnì pesantemente, si voltò e con tre ampie falcate mi raggiunse, il suo volto era così iroso da emanare fumo. Okay, la situazione non era più così divertente.
"Puoi sempre andartene, sei libero di farlo" posai una mano sulla sua spalla, provando a rassicurarlo, il suo sguardo divenne rosso per la furia. "Dovevo farlo, era per l'amore dell'arte!" mi 'giustificai' e in un attimo il suo volto si trasformò in quello di un toro imbestialito.
"Allora per amore della convivenza, beccati questo, brutto stronzo!" piegò il braccio e caricò il suo gancio.
Dopo quell'episodio, Adam andò via, Friederich scomparve dalla faccia della terra emi ritrovai con un enorme bernoccolo sul viso.
Tutto bene, quello che finisce bene, avrei potuto dire, tranne quando eravate costretti a girare tutta la città alla ricerca di una adeguata bistecca per il livido. 
Questa era la mia storia, ragazzi. Una storia fatta drammatica, carica di pathos, fatta di sarcasmo e intrighi nascosti. Ci vediamo alla prossima!.

Mi scuso per l'attesa ma la vostra Astrad si è avviata alla vita universitaria con i tanti temuti test d'ingresso e ha dovuto studiare. Ritornerò molto presto, promesso!Un grandissimo saluto 

-Astrad

Amore in Affitto [Sospesa a tempo indeterminato]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora