Capitolo 2

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Ash

Eccomi qua, ragazzi, sono ritornato solo per voi. Vi sono mancato?Certo che si!. Per chi, invece,è stato così sfigato da non conoscermi nella forma più smagliante, sono Ash Dylan Christopher Cooper. Nome un po' lungo, eh?Beh, per quello rivolgetevi ai vecchi signori Cooper, saranno ben felici di rispondervi. Vi potranno senz'altro dire che è stato un nome fortunato, soprattutto per il mio vecchio, dato che poteva scegliere tra questo oppure un bel divorzio. Mio padre, Sebastian Cooper, non appena aveva sentito quella parole dette da una donna in preda agli ormoni, con la figa dilatata all'inverosimile, l'aspetto di un cadavere e la capacità di poter giocare con le tue budella, dopo averle strappate, ha reagito come qualsiasi uomo avrebbe fatto dopo aver assistito alla più atroce e agghiacciante visione: si è pisciato sotto dalla paura. Il consenso è stato immediato e per mia fortuna, mi è stato risparmiato per un pelo di chiamarmi, come terzo nome, Charlotte. Nome ceduto a mia sorella, Alice Madison Charlotte Rosita Cooper. Si, avete capito bene, i nomi chilometrici vanno forti in famiglia. Mia madre farebbe un baffo a Picasso. Comunque, ricapitando, voi nel frattempo, mettetevi comodi, seduti su un morbido divano, una bella pizza, un comodo cuscino, la/o vostra/o lei/lui ma mi raccomando, non cambiate canale, godetevi lo spettacolo, sono qui per voi. 
Finii la mia ciotola di Kellogg's Froot Loops, lodando Dio affinché potesse guardare sempre con occhio benevole la Kellogg Company. Adoravo quei cereali, erano semplicemente perfetti. Avevo già detto che li adoravo?Beh, una sola volta non bastava mai, ragazzi (non a voi), vi amo. Quei cerali erano un paradiso, per me e per tutti i dentisti sulla faccia del terra. D'altronde erano loro che sfornavano i loro alti guadagni. Non appena ebbi finito, lasciai la tazza lì con il cartone del latte ormai vuoto, accanto e sistemai accuratamente la confezione, ovvero la distrussi. Le ultime gocce di latte schizzarono, imbrattando la penisola. Non c'era niente di più esilarante per movimentare la giornata, di vedere la faccia della mia coinquilina, quando fosse passata, e speravo presto. Avrei potuto farla andare via già da subito ma non ci sarebbe stato nessun divertimento e noi, io e voi, volevamo divertirci. Quindi, se volete ridere il canale Ash Chanel è visibile 24 ore su 24, per vedere come fa il sottoscritto a far infuriare una donna. Ero maledettamente bravo in questo. Infatti, una delle mie innumerevoli doti era quello di far esasperare le donne oppure farle eccitarle da matti, dipendeva dal caso. Di certo, le donne non mi mancavano, a differenza della mia 'copertura'. Fuori da quei sudici panni, dalla guancia sempre sporca di qualcosa, dai capelli terribilmente disordinati, ero un uomo che si curava molto. Niente ceretta o cose simili ma perlomeno mi radevo, pettinavo i capelli e invece, di una t-shirt presa al minimarket qua sotto e un pantalone, che sarebbe potuto appartenere a mio nonno, indossavo abiti su misura, più cari del vostro mutuo. Ralph Loren, Giorgio Armani, Gucci, Valentino, soltanto per citarne alcuni. Dylan, o vergin sloth (bradipo vergine) , come in sostanza mi aveva denominato Drew, era completamente differente dalla persona che ero in realtà. Diciamo che tra Dylan e me c'era un abisso. Infatti, in un banchetto stracolmo di leccornie, Dylan si sarebbe potuto considerare come un misero sorbetto mentre io la portata principale, una deliziosa torta Sacher, elegante e raffinata nell'aspetto e squisitamente buona nel sapore. Proprio come mi consideravano le donne, un delizioso dessert. Non per vantarmi...o forse si, avevo avevo una gran scia di ammiratrici. Beh, come darle torto. Avevo un lavoro di successo che mi permetteva di essere abbastanza egocentrico e di aver un ego spropositato per affermare ciò. Il gentil sesso, Dante, amico quanto ti sei sbagliato con tale definizione, amava gli uomini decisi ma soprattutto ricchi. Quando una donna sosteneva che per lei contasse più la sua personalità che lo status economico, beh... vi stava prendendo per il culo. Non appena, veniva a conoscenza della tua ricchezza, immediatamente nella loro testa scattava una specie di campanello, era da ciò che scaturiva il cosiddetto colpo di fulmine. Per loro la parola, ricchezza era sinonimo di stabilità, di una vita agiata e di un futuro assicurato per tutta la vita. Quindi, dopo circa 3 secondi, scattava la sinfonia nuziale nella loro testa e nel giro di qualche mese, qualsiasi uomo sarebbe rimasto incastrato dalla nascita di un bel neonato, che non faceva altro che piangere, strillare, dormire e fare bisogni. Ecco quel bambino isterico e piagnucolone, avrebbe condotto una vita da principe, alla faccia vostra.
Contrariamente a ciò che state pensando, io non sono mai stato un principino frignone che passava il suo tempo a pisciare nel pannolino, per essere pulito da una tata. La mia era una famiglia vecchio stampo, mio padre aveva fatto il pompiere fino alla pensione, ottenuta alla venerabile età di 67 anni. Sarebbe potuto andare molto prima in ritirata ma non aveva mai voluto ed ero sicuro che se l'avessero chiamato di nuovo, sarebbe andato senza battere ciglio. Mio padre, da vero italo-americano, era cresciuto con pane e fatiche, avendo lasciato la scuola a 12 anni, subito aveva iniziato a lavorare. Da ciò nasceva la sua durissima tempra e la considerazione che soltanto con le proprie mani ma soprattutto con il sudore si ottenevano le cose, l'avversità contro la tecnologia che aveva eliminato i veri lavori ma soprattutto contro gli stranieri, che rubavano il lavoro a noi americani. Con l'avanzamento della sua età era diventato molto più scorbutico e polemico di prima. Adesso, passava le sue giornale a curare l'orto dietro casa, leggere i giornale e giocare a carte con alcuni vicini in un circolo vicino. Mia madre, Abigail "Abby" Rhodes, invece, da vera cattolica aveva dedicato tutta la sua vita alla famiglia, premurosa e attenta con i figli ma in grado di farli mettere in riga con una sua occhiata. Io e mia sorella l'aveva chiamato OTG che stava per occhiata trema gambe, ovvero quando compariva quella piccola ruga sulla sua fronte, il sopracciglio si alzava, gli occhi si assottigliavano e storceva il naso. Ogni volta che la vedevamo, sapevamo bene che eravamo praticamente nei guai. Guai che cadevano perenne sul sottoscritto. Alice aveva sempre avuto una particolare predisposizione per la recitazione, abilità che conservava tutt'ora. Era un'attrice nata e poteva passare benissimo per il ruolo della povera vittima straziata dalle lacrime. Avrebbe potuto uccidere una persona e passare totalmente immacolata, incolpandola un'altra e quel povero sfortunato sarei stato io. Perfino, Drew si limitava a scherzare con lei, sapendo che qualsiasi cosa le avrebbe detto, si sarebbe ritorto contro di lui. Nessun uomo dotato di palle sarebbe potuto resistere dinanzi a quelle piccole accenni di lacrime, splendenti come rugiada, alle labbra rosse, tremolanti e ai suoi occhi grigi velati. Era una vera arpia. Una manipolatrice e saccente che al momento lavorava dall'altra parte dell'Oceano, a Sidney, come design di interni. Purtroppo, per quanto terribile fosse stata come donna, era impossibile non ammettere la sua bravura in questo settore e ciò era dimostrabile dal bellissimo arredo che sfoggiavano tutte le mie proprietà. Era fottutamente brava con gli abbinamenti. Ecco una cosa che differenziavano uomini e donne, a noi non fregava un accidente del colore, oppure che tutto fosse racchiuso in un 'disegno armonioso'. Noi guardavamo solo l'utilità. Un tavolo serviva per mangiare o per attività più divertenti, ma questo sarà un nostro piccolo segreto. Noi uomini avevamo la vista dei cani, vedevamo soltanto in bianco e neri e non riuscivamo a scorgere la minima differenza tra due oggetti apparentemente uguali.
Afferrai il borsone e uscii di casa. Con un cenno del capo, salutai la signora Lambert, intenta a pulire il tappetino con la scopa. Non appena mi vide, storse il naso e mi ignorò. Dannata vecchiaccia, se avessi potuto, l'avrei sbattuta fuori da qui, già da tempo ma sarebbe stato inutile. Quella vecchia, ormai, si era radicata in quella casa e non intendeva lasciarla fino alla sua morte, che speravo sarebbe avvenuta presto. Presi l'ascensore e sorrisi al signor Lambert, lui proprio come me era solo una povera vittima in tutta quella storia. Mi chiedevo sempre come era possibile che con il caratteraccio della moglie, stava portando avanti 54 anni di matrimonio. Scesi i gradini e imboccai il marciapiede mentre il vento si addentrava tra i miei capelli, già incredibilmente scomposti, perlomeno avevo risparmiato tempo a pettinarli. Il bello di Dylan era che a lui non importava un fico secco della gente, era un menefreghista del cazzo, a cui non fregava  un cavolo di come usciva per strada. In effetti, potevo dire che il mio outifits era letteralmente anti-sesso. Da una decennio a questa parte, la categoria di moda si era divisa in due grandi tipologie, soprattutto per la razza maschile, dimenticate il pizzo, il merletto, i lustrini, il tino, siate più uomini e meno coglioni. Queste due categorie erano: l'A.A.S, letteralmente abbigliamento anti sesso e l'A.P.S, abbigliamento per il sesso. Solitamente facevo parte della linea più elegante e vincente, ovvero la seconda, caratterizzata da camicie, pantaloni ma che accettava anche capi più sportivi come t-shirt attillate e jeans. Era inutile dire che la A.P.S. era la preferita delle donna. Era quella che attirava le loro espressione languide. Avete presente le labbra schiuse in segno di approvazione, le sopracciglia alzate, il luccichio negli occhi?Ecco, quello sguardo gridava sesso, tanta voglia di sesso. D'altronde, era scientificamente provato che se una donna ti avesse guardato per 5 secondi, allora quella sera avresti faville. Okay, forse vi sto dando un'immagine di me, un po' sbadigliata. Cioè, ero un uomo, ero fatto di impulsi e istinti molto primitivi ma a differenza della gran parte degli stronzi qui attorni, non facevo ruotare la mia vita tutta intorno al sesso, non scopavo con le super modelle di Victoria's Secret oppure faceva a gare per il numero più alto di conquiste. Okay, dimenticate ciò che ho appena detto, è tutta una grandissima stronzata. Facevo conquiste, tante conquiste, non del livello di Victoria's Secret ma comunque avevo moltissime amiche modelle e facevo scommesse su chi accalappiava il numero maggiore di ragazze. Al momento tra me e Drew, era lui in vantaggio. Una supremazia ottenuta, soprattutto a causa del contratto che mi limitava enormemente. Tuttavia, tornando seri, mi differenziavo sul serio dalla gran parte degli uomini, perché per me non era mai solo sesso. Era perlopiù sesso e divertimento. Adoravo i preliminari pre-sesso, non sto parlando di quelli sessuali, attenti ragazzi. Ovvero quelli che io e la testa di cazzo del mio migliore amico chiamavamo la caccia selvaggia, che consisteva praticamente nell'abbordaggio. Perché rovinare una serata, preferendo scegliere la prima donna che ti lanciava un'occhiata e scambiare solo due misere battute?Il sesso sfrenato poteva essere anche strepitoso ma avevamo tutto il tempo. Non tutte le donne erano gusci vuoti dentro, molte si scoprivano divertenti e piacevoli. Diciamo che mi piaceva analizzare la selvaggine e se mi avesse soddisfatto, ciò dipendeva soprattutto dall'abilità della sua bocca, chi mi impediva di uscire a bere un drink la prossima volta, se l'avesse voluto?. Quindi si, mi tenevo molto spesso in contatto con le mie conquiste. Era da sfigati?Assolutamente no. Avrei voluto vedervi quando avevate una dannata urgenza di far lavorare il vostro amichetto ma non avevate né il tempo e neanche la voglia di cercare una tipa attraente. Di certo, le vostre fiamme vi avrebbe mandato un 'baciami il culo' dopo che vi eravate comportati da stronzetti del cazzo. Io, invece, avevo una sfilza di donne che mi avrebbe accolto a braccia aperte. Questo significava avere un po' di intelligenza là sotto. 
Attraversai la strada e il campanello suonò, quando entrai nel negozio di ferramenta "buongiorno, Signor Cooper"Luke saltò sugli attenti, non appena mi vide. I suoi occhi verdi luccicarono all'istante quando si posarono sulla banconota da 20 dollari che posai sul bancone, come quelli di un comune quindicenne dinanzi a un succulento bottino.
"C'è tutto l'occorrente?"annuì mentre la sua mano agile afferrava i soldi "e mi raccomando spendili per farti un taglio decente"la cascata nera gli scivola sul capo fuori da qualsiasi controllo, un look 'selvaggio' che andava molto di modo di questi tempi, soprattutto accompagnato da un aspetto altrettanto trasandato, con quella misera t-shirt bianca e una felpa dei New England Patriots, la squadra di football del nostro stato,Massachusetts, perlomeno aveva un buon gusto nello sport "così perlomeno fai colpo sulle ragazze"gli feci l'occhiolino. Le sue labbra si incurvarono in un enorme sorriso che faceva risaltare il suo viso lievemente squadrato ma che conservava ancora molti tratti puerili. Mi diressi nel bagno, dove mi aspettava un bel pettine,del gel e un rasoio con schiuma da barba. Pagare un'adolescente affinché ti portasse queste cose e cambiarti in una squallida ferramenta non era proprio il genere di cose che esaltavano la moralità ma dovevo pur andare al lavoro, senza sembrare un senzatetto. Inoltre, mica ero così insensibile da sfruttare un ragazzino?Sfruttavo anche la fioraia qua fuori e Thomas, il panettiere. Mi guardai allo specchio, Santo Cielo, avevo proprio l'aspetto di un barbone. Mi lavai il viso, togliendomi quella macchia di dentifricio che avevo fatto finta di non vedere, e come prima cosa mi rasai, per darmi un aspetto da meno uomo delle carne ma più...moderno. Mi lasciai soltanto un filo di barba incolta, mica potevo sembrare un pulcino spelacchiato, vi pare?. Mi passai una mano con i capelli con gel, spingendoli all'indietro e dopodiché, passai ai vestiti. Gettai la squallida tuta che avevo indosso e tirai fuori il mio completo di Giorgio Armani, nuovo di zecca, prodotto in Italia, interamente su misura, dalle tonalità grigio antracite. Ricordate il discorso dei vestiti che costavano più del vostro affitto?Beh questo era un esempio. Chiusi le maniche della camicia bianca con i gemelli e mi guardai allo specchio. Oh, Dylan Cooper era tornato, pronto per spedire a calci nel culo la cara e dolce Amber.

Amore in Affitto [Sospesa a tempo indeterminato]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora