Capitolo 19

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Noi donne avevamo una predisposizione genetica per tutto ciò che riguardasse lo spionaggio. Eravamo a prova di qualsiasi tipo di cazzata o tradimento, le migliori staker in circolazione, più veloci di una squadra della CIA, più devastanti di una cellula terroristica. Quindi uomini, vi invitavo a pensarci 10 volte prima di commettere un atto che avrebbe comportato la vostra automatica eliminazione dalla faccia della terra. Eravamo un po' come James Bond, beh, d'altronde  era nato da una donna. Se solo avessimo voluto, avremmo potuto essere peggio del Pentagono. Kill Bill non vi aveva insegnato nulla su quanto potessero essere letali le donne?A quanto pare no.Da tutto ciò, quindi, era naturalmente deducibile che anch'io possedevo, o almeno ci speravo, questa dote.
Con la mano spostai una ciocca rossa, sistemandola dietro la bandana mimetica. Un po' troppo?Per fare una cosa, bisognava farla bene, quindi era importante l'abbigliamento adatto. In questo caso, avevo optato per un look molto simile a quello di Tom Cruise in Mission Impossible che avevo trovato nello scatolone di Halloween, dove tenevo qualsiasi genere di costume terrificante e non, per ogni occasioni, come ad esempio i famosi party in costume, misteriosamente spariti dalla circolazioni. Girai il pomello, cercando di fare il minimo rumore ed entrai nella tana, direttamente prodotta per un film horror. Dylan non c'era, stava guardando la televisione, in uno stato di completa noia e pigrizia, quindi era l'occasione adatta. Mi guardai intorno, da qualche parte in mezzo a tutti questi rifiuti radioattivi, avrebbe dovuto esserci il suo cellulare. In quel momento, avrei potuto affrontare qualsiasi puzza, vista di cibo o altro in putrefazione per averlo. Dovevo prendere quel numero a costo di tutto. Mi sentivo meschina ad entrare nella sua camera e a cercare il suo telefono senza il suo permesso ma l'orgoglio mi teneva al guinzaglio. Anche perché se mi fosse venuta la follia di chiedergli il numero di Ash, garbatamente, mi avrebbe deriso fino alla morte, la mia vita sarebbe finita e soprattutto niente numero.
Feci il giro della stanza e perlustrai, per quanto fosse possibile con tutta quella roba, ogni centimetro libero alla ricerca del telefono. C'erano due possibilità, o Dylan era uno di quei tizi che lasciava ogni oggetto in giro, ignorando completamente il dove e ciò comportava  la sua automatica sparizione. Oppure, e pregavo per questo, era come qualsiasi altro uomo, ossessionato dal proprio telefono, tanto da  trovare un luogo prestabilito dove metterlo, così da poterlo tenere sempre a portata di mano. Il problema era trovare quel luogo, cercandolo così, avrei perso soltanto tempo, dovevo pensare...pensare come Dylan. Sperai vivamente che, alla fine, non avrei avuto nessun deficit mentale. Scossi via quel pensiero orrendo e mi concentrai. Se fossi stata Dylan, sicuramente non l'avrei messo in un posto lontano, ma abbastanza vicino, sempre a portato di mano. Guardai il comodino vicino al letto ma nulla, provai anche a cercare nei cassetti ma a parte cianfrusaglie, non c'era ombra di un telefono. Provai di nuovo a pensare, magari l'aveva messo accanto a un oggetto che usava spesso. Mi girai verso il televisore, l'unico oggetto che sapevo utilizzasse al 100%. La ispezionai per cima e fondo ma non c'era nulla neanche lì. Provai sulla scrivania ma niente. 
Stavo iniziando a pensare che neanche il futuro da spia facesse per me. Andiamo doveva pur essere da qualche parte, ormai avevo quasi perlustrato tutta la sua stanza, e miracolosamente ero ancora viva. 
Improvvisamente lo sguardo ricadde sul letto, lo guardai...possibile?Era piuttosto stupido e azzardo ma fare un tentativo non costava nulla. Con le mani iniziai a tastare il materasso ma sotto i polpastrelli non percepii nulla, a parte la morbidezza del letto, non c'era nulla. Successivamente scostai lievemente il lenzuolo e mossi i cuscini. Provai a trattenere un urlo quando finalmente vidi il telefono nascosto sotto il cuscino, sarei addirittura saltata se non fosse stato per la mancata polizia sulla mia vita. Diedi una veloce occhiata alla porta, giusto per sicurezza, prima di prenderlo e accesi il display. Okay, ragazzi, ora arrivava il difficile, ovvero sbloccarlo. Per fortuna mi ero già attrezzata in precedenza con possibili password, non avevo la garanzia assoluta ma perlomeno avrei tentato. 
Digitai anatra sulla tastiera ed incrociai le dita, nonostante fosse quasi impossibile. Non poteva essere idiota fino a questo punto, era davvero, davvero molto difficile...il telefono si bloccò sotto il mio sguardo incredulo, trattenni un piccolo grido. Mi coprii la bocca con la mano mentre scorrevo lungo  la rubrica e finalmente trovai il suo numero. Presi il telefono e con un' agilità, improvvisamente sviluppata, memorizzai il numero di Ash. 
Posai il telefono delicatamente come se fosse un oggetto di cristallo, beh entrambi costavano quanto o piú di uno stipendio ed erano molto fragili. 
Strinsi il mio telefono come se valesse più di qualsiasi pezzo di antiquariato. Accuratamente lo sistema in tasca, sperando che non cadesse, neanche quando l'avevo incontrato avevo avuto tanta premura. Anche perché Tom Cruise non mi avrebbe portato fortuna anche questa volta.
Feci dietrofront e per poco un proiettile di gommapiuma non mi colpii. Le ciocche davanti si sollevarono a causa della velocità mentre il proiettile si attaccò con la sua ventosa alla parete. 
"Cosa ci qui?"Dylan strinse la presa intorno alla sua blaster mentre me la puntava addosso fermo sull'uscio della porta. Le spalle si sollevano e si abbassavano, contraendosi mentre lui non si muoveva. Alternò lo sguardo da me alla sua stanza con un misto mi sospetto e una lieve nota  di terrore
"Stavo cercando una cosa ma ora vado" mentii con disinvoltura ma lui non sembrò rassicurarsi, anzi era piuttosto strano, più del solito. Tenendo sempre la blaster puntata su di me, perlustrò la stanza, indagando
"hai toccato, mosso qualcosa o ti sei anche solo avvicinata a qualcosa?"Scossi falsamente la testa e lui ritornò di nuovo alla sua bellicosa posizione "questa è la mia camera e voglio che tu non ci metta più piede"mi guardò da cima a piedi con uno strano sguardo raccapricciante "sei ufficialmente bandita da questa stanza, non ti voglio più vedere qua dentro, chiaro?"A quanto pare il soldatino si era alzato con un'umore pessimo  e sembrava piuttosto permaloso.
"Via, questo  è il mio territorio e non voglio usurpatori"
"okay, okay, ho capito, vado via" mi cacciò fuori dalla sua stanza in maniera così brusca che sarebbe dovuto essere preso a schiaffi ma in quel momento, poco mi importava,  avevo ben altro a cui pensare, tanto avevo preso il suo numero. 

Amore in Affitto [Sospesa a tempo indeterminato]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora