CAPITOLO 29

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Non ebbe tempo di realizzare quello che era successo che si ritrovò seduta per terra con un forte dolore all'osso sacro.

-No, non stavolta. Ho imparato la lezione, non lo voglio un altro pugno sul naso- disse Malfoy e se ne andò

Si accorse che stava piangendo solo quando sentì il sapore amaro e salato delle lacrime. Mise le ginocchia al petto e le strinse, un abitudine che aveva fin da piccola.

Non si accorse per quanto tempo rimase in quella posizione, ma di sicuro non si sarebbe alzata per lo meno fino alla partenza dell'espresso di Hogwarts.

-Signorina Granger, è lì da almeno un quarto d'ora, per quanto vuole rimanere in quella posizione?- chiese una voce conosciuta ma con uno strano tono di gentilezza mai sentito prima

Alzò lo sguardo con ancora gli occhi pieni di lacrime e vide il professor Piton. Questa situazione la imbarazzava un pochino. Non sapeva se alzarsi e andar via o restare li per terra.

-Al massimo fino alla partenza del treno- rispose la Grifondoro

Piton fece un verso strano che poteva assomigliare a una risata. Lei era più sbalordita che altro, tanto che non si accorse di aver smesso di piangere.

-Si alzi e vada a farsi una doccia, le si schiariranno le idee- disse il professore tendendole una mano

~·~

I tre erano seduti nel loro scompartimento in attesa che il treno partisse. Un altro anno era passato ed era giunto il momento di tornarsene a casa. Harry e Ron parlavano dei loro piani per l'estate ed Hermione fingeva di ascoltare, ma la sua mente vagava tra Malfoy e Piton.

Non sapeva cosa pensare, ma al momento perdersi nei suoi pensieri era la cosa più sbagliata perché di sicuro non avrebbe potuto fare nulla in quelle due ore che la separavano da casa sua. Di sicuro non gli avrebbe parlato visto che Malfoy era in compagnia di tutti i Serpeverde.

Tanto valeva dedicare un briciolo della sua attenzione a Harry e Ron che non avevano fatto nulla di male per essere ignorati così .

~·~


-Harry, Ron svegliatevi! E' ora di andare- disse Hermione spalancando la finestra della camera di Ron

Entrambi stupiti, non si erano accorti dell'arrivo della loro amica. L'unico motivo per il quale si alzarono era il Quidditch, se fosse stato per qualsiasi altra cosa, avrebbero girato la testa dall'altra parte e continuato a dormire.

Tutti i Wesley, insieme a Harry, Hermione e Cedric Diggory si avviarono alla passaporta. Quando si passa del tempo con Fred e George è difficile essere distratti da qualcos'altro. Loro riescono a tenerti lontana da tutti i pensieri, grazie ai loro modi di fare così... particolari.

La partita di Quidditch stava per iniziare e il gruppo si stava avviando verso gli spalti. Hermione rideva in seguito a una battuta dei gemelli, ma il sorriso le morì sulle labbra non appena Lucius Malfoy parlò.

Era talmente inebetita che non capì nulla di quella che si dissero il signor Wesley e il signor Malfoy. I suoi occhi erano incatenati in quelli del Serpeverde difronte a lui.

Lui notò che la ragazza non gli staccava gli occhi di dosso, ma non riuscì a ricambiare lo sguardo. Guardava un po' dappertutto, da Potter a Wesley a suo padre.

Seguiva il discorso solo per poter dire la cosa giusta al momento giusto, per far contento suo padre.

-Già, saremo in prima fila con il ministro Cornelius Caramel. C'è la chiesto il ministro in persona- disse, rivolgendo un'occhiata di pura superiorità ad Arthur Wesley.

Malfoy e suo padre si stavano allontanando per avviarsi verso la tribuna.
Il cuore del ragazzo batteva all'impazzata e non sapeva perché.
Tutto era iniziato con quella stupida mezzosangue.
Ma perché a lui?
Cosa aveva fatto di male?

Il suo autocontrollo svanì e non riuscì a trattenersi. Si girò indietro e i suoi occhi incontrarono quelli di lei.
Da quello sguardo Draco captò la tristezza e il disagio.
Poté subito ricollegare quelle emozioni all'errore nei sotteranei.
Ma era proprio questo il punto. Era stato solo un errore o era qualcosa di più?

~·~

Dopo la partita erano tutti insieme nella tenda a festeggiare. La tende era invasa dalle risate, per cui era difficile pensare a qualcosa di triste. Ma qualcosa non andava. A Harry bruciava la cicatrice, anche se non voleva dirlo per non rovinare quel momento di gioia. Gli orecchini di Hermione scottavano e le facevano male ma non poteva dirlo a nessuno.

Qualcosa si impossesò di lei. Non era come la maledizione Imperius, non era costretta a fare nulla contro la sua volontà. Il suo corpo seguiva gli ordini dettati dalla mente. Iniziò a camminare verso l'uscita, come un fantasma, senza dire nulla a nessuno, ignorando gli sguardi perplessi di tutti.

Tuttavia venne respinta nella tenda dall'improvviso ingresso del signor Malfoy.

-Ragazzi, dobbiamo andare, SUBITO!!- urlò Arthur nel panico

-Ma che succede?- chiese Harry con ansia crescente

Non ottenne risposta che si ritrovò a scappare insieme a tutti gli altri. Solo lui notò l'assenza di Hermione e si costrinse ad arrestare la sua corsa per cercare l'amica.

Hermione camminava tranquillamente in mezzo ai Mangiamorte che sembravano aver creato uno scudo intorno a lei in modo che non fosse vista. In mezzo a quella cerchia si aprì un varco e lei raggiunse un uomo.

Harry era caduto a terra, non vedeva i Mangiamorte ma l'uomo raggiunto da Hermione occupava la sua piena visuale. La Grifondoro era nell'ombra dell'uomo in una posizione tale che Harry non potesse vederla.

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