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Chris alzò piano le palpebre, a fatica, mentre gli occhi cercavano di abituarsi velocemente alla luce che inondava la stanza grazie al lampadario che si ergeva proprio sopra la sua testa.

Provò a rimettersi in piedi, ma sprofondò nuovamente sul comodo divano color del cielo.

Si tocco la fronte bagnata, inumidita dà un fazzoletto bagnato con dell’acqua ormai non più fredda: qualcuno doveva essersi improvvisato medico per aiutarlo. 

Spalancò gli occhi e si mise seduto, guardandosi in giro. Si soffermò su ogni particolare della stanza con occhi vispi, attento a non tralasciare nessun dettaglio. 

Delle tende bianche ondeggiavano a causa del vento freddo, entrato pervia della finestra spalancata che dava avanti al divano ove, qualche minuto prima, Chris dormiva. Era un freddo pungente quello, tipico dei climi alpini, quel freddo che riesce a trapelarti dentro e gelarti le vene.

Il giovane si alzò dal divano, ancora poco fermo sulle gambe, e raggiunse la finestra. Impallidì e per poco non perse l’equilibrio, così strinse il bordo della finestra, conficcando le unghie nel gocciolatoio in legno.

Non c’era una fine e sotto di lui si potevano scorgere solo delle nubi che impedivano di constatare al ragazzo quanto fosse realmente alta quella casa.

In effetti, dov’era finito? Che posto era quello?

Per un attimo pensò che fosse morto e l’idea non lo buttò giù più di tanto, poi si accorse del profondo dolore all’indice destro. Gli si era conficcata una scheggia dentro la pelle e gli faceva male - più che altro, gli dava fastidio.

Il dolore era reale e lui con esso.

Si rimise seduto sul divano e si massaggiò le tempie, cercando di ricordare cosa era accaduto qualche ora prima. Purtroppo, la sua mente era vuota e tutto ciò che riusciva a ricordare era quella sera stava facendo una passeggiata al chiaro di luna. Poi, cosa era accaduto? Non lo ricordava, gli venivano in mente solo dei grossi occhi azzurri. 

In quel momento, qualcuno bussò alla porta e Chris si voltò in direzione di essa, automaticamente.

- Lady, ci sei? - Urlò una giovane voce maschile da dietro la porta. - Quando verrai a portarmi gli appunti di divinazione? - Bussò un'altra volta, più deciso. 

Christopher non sapeva cosa fare, ma si dispiacque nel vedere quel povero ragazzo - almeno così pareva fosse, ma ormai non si sarebbe più stupito se fosse una sottospecie di centauro o altro - continuare a sbattere violentemente i pugni sulla porta per un minuto buono, così decise di aprire, a suo rischio e pericolo. 

Si trovò davanti al naso un ragazzino più basso di lui, con piccoli ricci biondi e l'aria confusa, sicuramente dal trovare un ragazzo ad aprirgli la porta e non la "Lady" nominata diverse volte. A parte quello shock, Chris pensò che il ragazzo avesse una qualche sorta di relazione con questa ragazza, quindi non fu per l'altro una bella sorpresa. 

- Ehm, e tu chi saresti? E cosa ci fai qui? - vide il ragazzo prendere qualcosa dalle sue tasche, sembrava una bacchetta magica, ma non riuscì a metterla a fuoco. 

- I-io veramente non… 

Non riuscì a concludere la frase che una sagoma, vestita con un pigiama rosa, arrivò di corsa nella stanza con un plico di fogli e quaderni in mano. 

- Plume, scusa il ritardo, ma mi sono addormentata! - Poi guardò i due ragazzi, lasciando cadere a terra ciò che aveva portato. prima guardò Chris, dai capelli spettinati e con ancora un po’ di bava che gli scendeva dalle labbra, e poi l’altro, che ancora cercava di capirci qualcosa in tutta quell’assurda situazione. - Ehm, posso spiegare...!

Illunis ||•Yaoi•||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora