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Il vento picchiava molto forte in quella fredda notte scura: alzava le chiome dei pini, faceva volare le foglie per i vialetti del paese come una grande folla in subbuglio e sopratutto disturbava il sonno degli stremati con il suo fischio acuto.

- 'Fanculo! Vento di merda! Perché dovevo venire a vivere in Danimarca e non alle Hawaii o che so io!?

Ecco una delle vittime di quell'odioso fischio che, se un attimo prima era grave, l'attimo dopo era acuto e fastidioso.
Leo non riusciva a dormire.

Il suo appartamento, apparentemente grande, in quel momento sembrava una stanzetta che si restringeva sempre di più intorno al suo letto.

- Che palle. - sbuffò il giovane, districandosi dal groviglio di coperte che si era creato durante il suo litigio con...beh, tutto.

Decise finalmente di alzarsi, andando ad aprire la finestrella che si trovava in un lato spoglio della camera.

Appena la spalancò potè sentire quel vento, prima odioso, che lo rinfrescava. Si lasciò accarezzare dall'aria che muoveva le sue ciocche tinte di castano, tenendo gli chiusi per ascoltare meglio il rumore del vento: Sentiva chiaramente alcune foglie secche colpire il terreno mentre venivano trasportate altrove.

Odiava non riuscire a prendere sonno, si innervosiva con tutto e il giorno dopo avrebbe dovuto svegliarsi tardi per recuperare le ore di insonnia.

Le sue palpebre gioivano del rinnovato relax in cui si trovavano, speranzose che durasse anche quando sarebbero tornate, insieme al corpo, sul bianco materasso.

Quando gli occhi chiesero di guardare il paesaggio che gli si poneva loro davanti, scrutarono delle altre iridi azzurre che li osservavano. Il contatto durò poco, subito quelle due luminose gemme cristalline scapparono quando incontrarono quelle ambrate di Leo. Il ragazzo doveva ammettere che, anche per quel poco che li aveva visti, erano stati davvero affascinanti e magnetici quegli occhi di color cielo.

"Ma a che sto pensando!? Dovrei chiedermi perché quella persona mi stava osservando, cazzo!" si disse fra sé e sé, imprecando, Leo. In effetti non si era ancora chiesto chi potesse possedere quei bellissimi occhi che, quel secondo prima che sparissero, giurò di averli visti addolcirsi mentre si scontravano con i suoi.

"Non perderti nelle tue stupide osservazioni! E se fosse stato un ladro?" Continuò a rimproverarsi Leo che continuava a soffermarsi sul colore e intensità degli occhi visti precedentemente. Dopo aver finito di pensare a chi potesse averlo spiato, concluse che il giorno dopo sarebbe passato per la stazione di polizia più vicina, così da denunciare il presunto ladro spione.

Chiuse la finestra, tornando alla relatà e sperando di riuscire a dormire.

Non si era preoccupato tanto per quella persona che prima lo stava spiando; non sentiva alcuna minaccia pensandoci.
Leo riuscì ad adddormentarsi, mentre il vento si calmava e mentre la persona dali occhi azzurri tornava a guardarlo dormire, dimenticando lo scopo per cui si doveva trovare lì.

Illunis ||•Yaoi•||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora