Mia, figlia di un carcerato e di una ex tossicodipendente, vive da sempre con sua nonna paterna in uno scomodo bilocale in affitto, precisamente al quarto piano di una palazzina situata in uno dei quartieri più malfamati della città.
Ha u...
" Mi mancheresti anche se non ci fossimo conosciuti. "
Sconosciuto
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Marco Patrick
Quasi mille sigarette.
In una settimana.
Ne avevo fumato tante o poche?
Che importanza poteva mai avere?
Era il dolore che non si assopiva mai, che era diventato una vera e propria tortura, una condanna!
Ero diventato lo spettro di me stesso!
In quel momento, qualcuno bussò alla mia porta, immaginavo che fosse Serena o Eva Sofia, come al solito alle prese con uno dei loro disperati e patetici tentativi di convincermi ad uscire di casa e via discorrendo. Invece, con mia grande sorpresa e stupore, scoprii che c'era Arrowad attendermi davanti la soglia della mia porta.
Luca era seduto su una sedia a rotelle, quindi...no. No. Non avrei mai potuto ignorarlo.
Lui aveva più solide e valide ragioni del sottoscritto per avercela con il mondo intero.
" Buongiorno Ironmen." tuonò con tono di voce squillante, non appena i miei occhi si posarono su di lui.
Aveva un sacchettino sulle gambe.
" Buona Domenica, vengo in pace. Ho portato degli ottimi cornetti per colazione, comprati proprio nel bar qui sotto. Un uccellino mi ha riferito che ne vai ghiotto, quindi...crema e amarena per me e black and white per te. "
Rimasi a fissarlo di stucco, scioccato dal suo normale e sereno atteggiamento per più di un attimo, appoggiato con il fianco sano allo stipite della porta, poi mi feci subito da parte e lo lasciai passare: " Prego, accomodati pure. " mormorai a bassa voce.
" L'ascensore è fenomenale, fino ad oggi non l'avevo mai preso e devo ammettere che non è niente male! Spazioso, luminoso, moderno. " commentò come se nulla fosse.
" Bene. " farfugliai, con la fronte aggrottata.
Lui roteò gli occhi, come infastidito da qualcosa, e con le mani sulle ruote della sua carrozzina iniziò ad applicarsi per entrare nel mio loft.
" Vuoi che ti aiuti? " chiesi prontamente, ma bastò questa proposta per essere liquidato da lui con un chiaro gesto di diniego.
" Sarò onesto con te, qui sotto c'è la tua gemella...spera ancora che tu ti unisca a..." esordì lui, speranzoso.
" No" tuonai, fulminandolo con lo sguardo. " Non mi unirò ad una assurda e ridicola riunione di famiglia. " avvisai, già sul piede di guerra.
Luca assottigliò lo sguardo e mostrò un sorrisetto privo di gioia: " Già, immagino che Sparrow o Spugna avrebbero fatto a botte con chiunque per una assurda e ridicola riunione familiare. "
Chiusi gli occhi, iniziando a massaggiare le tempie con le dita.
" N...non devi nemmeno nominare i nostri compagni, chiaro? " sbottai, serio, molto serio.
Lui si mise le mani in grembo, dopo aver adagiato i cornetti sul tavolino: " Perché? Per caso qualcuno ti ha tolto il tuo giocattolino preferito? "
" Luca, smettila. " mormorai con voce tremante, schiumante di collera. Un nodo mi serrava la gola. Non riuscivo a deglutire, a respirare.
" Altrimenti? Sentiamo...cosa fai? Mi salti alla gola e mi sgozzi? Mi picchi fino a non farmi più ricordare chi sono? Forza bello, parliamone...! Quello furioso dovrei essere io, guarda dove sono seduto! Pensi che io non voglia riavere subito le mie gambe? "
Aprii gli occhi, trassi un profondo respiro, mi passai la mano destra fra i capelli e mi avviai verso il frigorifero.
" Vuoi una birra? " offrii, tergiversando.
" Vuoi una mano ad aprirla? " ribatté lui, indicando la mia spalla ferita con un cenno del capo.
" No, faccio da me. "
Parlò il mio orgoglio!
" Sicuro? Perché quella spalla deve farti molto male per sudare in questo modo. E che forte odore di fumo in questo loft! Da quand'è che non apri una finestra per far arieggiare l'ambiente? E questa penombra? Neanche fossi un vampiro. Guarda che il sole di Settembre non è niente male, eh. "
" Vuoi..." esordii quasi urlando, e contai fino a dieci per moderare il tono e aggiungere: "...smetterla per favore? "
" Quante ne stai prendendo di queste? " disse, indicando il tubetto di pillole che avevo adagiato sulla penisola della cucina.
" Tre o quattro al giorno. Stai schiscio! " risposi alla milanese. " Da come hai ben intuito questa spalla fa un male cane. Questo è l'unica cosa che ho per metterla a tacere. "
" Non saranno un po' troppe? Queste sono come una droga, sai? E' come se ti stessi facendo, giorno dopo giorno. Più ne prendi e più ne vuoi. Attento a non diventarne dipendente. "
" Insomma..." dissi spazientito, allargando le braccia. " Si può sapere cosa vuoi da me? "
" Che tu venga? " canzonò.
" Per fare cosa? Farmi vedere in questo pessimo stato dalla mia famiglia?" sbottai esasperato.
" No, amico mio. Per tornare a vivere davvero "...
Angolo Autrice
Ciaooooo, sì...ufficialmente ho ripreso ad aggiornare questa storia ⚓💓👊😎😉 Questa è la prima parte del nuovo capitolo, che spero vi sia piaciuta 👑🌈