Marco Patrick
Amal l'avevo affidata alle cure di Timothy e Sara, forse le avrebbero offerto un gelato, portata al parco vicino casa mia...
...sicuramente avrebbero fatto qualcosa di carino per lei, per farla distrarre e divertire, dato avevano subito preso a cuore la sua storia, la sua situazione, che non avevo esitato a raccontare loro per il suo bene e per il mio durante il tragitto verso il mio loft.
Ma sapevo di non aver fatto proprio bene a lasciarla senza di me, comunque. Era appena arrivata in un Paese straniero, non conosceva praticamente nessuno, nemmeno la lingua! Il fatto era che non potevo fare altrimenti, non al momento. Amal doveva solo fidarsi di me, non l'avrei abbandonata per nessuna ragione al mondo, e presto avrebbe capito che l'avevo momentaneamente lasciata in ottime mani.
Ne ero sicuro.
Avevo inoltre promesso a Timothy e Sara che avrei fatto sapere loro novità, nel caso ci fossero state, in cambio del loro aiuto nel tenere Amal al sicuro.
Serena era in ospedale, loro sapevano soltanto questo, e adesso anch'io di conseguenza.
Ed io non stavo guidando affatto con lucidità la mia Mercedes. Questo era un problema, perchè più volte avevo rischiato di investire una povera vecchietta o un passante disattento più o meno quanto il sottoscritto.
Non avevo nemmeno avuto la voglia di cambiarmi, tanto era l'agitazione e la fretta di raggiungerla, ero rimasto in divisa. Quando arrivai al San Raffaele, dove era stata portata d'urgenza, mi fiondai per i corridoi dell'ospedale come se stessi svolgendo una maratona. Chiesi di lei ad ogni infermiere che trovai sul mio cammino, fino ad arrivare alla mia meta dopo minuti e minuti di ricerche interminabili.
Non riuscivo a credere al fatto che fosse stata ricoverata nel reparto di rianimazione. No, non poteva essere così grave!
Quando il mio sguardo incrociò quello della mia gemella ebbi un tuffo al cuore, e mi bloccai di colpo.
Eva Sofia aveva il volto rigato dalle lacrime e in me emerse una paura agghiacciante, talmente forte che rischiò persino di superare quella che mi aveva colto d'improvviso, quando mi avevano sparato alla spalla.
Mio padre e mia madre erano poco distanti da lei, erano seduti su scomode e rigide sedie in plastica, e sui loro volti era ben evidente la stanchezza di chi aveva appena passato una notte insonne.
Un po' distante era invece la nonna di Sere, Ginevra, in compagnia di Vale.
Facendo un rapido calcolo, mi resi conto che la vittima ritrovata nella villa non apparteneva alla mia famiglia. E soltanto per questo, sentii le ginocchia cedermi sotto il peso della gratitudine. Ringraziai mentalmente Dio infinite volte, tanto da perderne il conto.
" Dove cavolo sei stato, eh? " tuonò severa mia madre, d'improvviso. Scuotendomi dal mio stato attuale.
Sbattei le palpebre cercando di capire, ero così confuso e stanco per il lungo viaggio! Per non parlare della tensione che avevo accumulato dopo aver saputo la notizia!
" Mamma. " dissi semplicemente, stordito.
" Mamma? E' tutto quello che sai dire? Ti rendi conto di cosa voglia dire essere un marito? Avere una famiglia? Non c'hai pensato due volte a mollare tutto e a fare quel che volevi, nonostante sapessi al situazione complicata di Serena. Senza nemmeno avvertire e spiegare le motivazioni a tua moglie sei sparito. Puff. Cosa credi? Che avere una fede al dito sia uno scherzo? Che cavolo ti è preso! Credevo che fossi più responsabile, che avessi capito e imparato molto dopo quello che hai passato. "
" Io...non volevo farvi preoccupare. Vi avrei spiegato tutto al mio rientro, ora. " farfugliai avvicinandomi a lei, mortificato. " Ti prego, dimmi cosa è successo. "
Eva Sofia prese parola: " E' successo che poche ore fa due uomini armati, due malviventi ricercati già dalla polizia da tempo, hanno ucciso tre uomini che nostro padre aveva ingaggiato per la sicurezza di Serena. Sono entrati nella villa De Martino senza problemi e hanno appiccato il fuoco! Serena ha provato a fermare uno dei due, che successivamente è morto intrappolato fra le fiamme e lei...ha respirato parecchio fumo, che non ha fatto per niente bene a lei e al bambino che porta in grembo. L'altro responsabile di questo casino è ancora in fuga e potrebbe riprovare a farle del male. A quanto pare nel regno dei malviventi c'è una cospicua taglia sopra la sua testa a causa di suo padre! "
Il mio cervello si fermò al...bambino che porta in grembo.
Non processò altro!
" Che cosa? "
Era una domanda retorica, ovviamente. Il fatto era che non riuscivo a capire bene, a concepire quello che aveva detto, a formulare altri pensieri!
" Quale bambino? " farfugliai appena, come se il solo pronunciare quella parola, bambino, fosse un reato.
" Il vostro bambino. " rimbeccò Vale, raggiungendomi furiosa. " Complimenti, meriti il premio come marito e padre dell'anno! " tuonò acida.
" Io non ne sapevo nulla. " mi difesi, ancora scioccato e sconvolto. Era così assurdo e inconcepibile.
" Ovvio che non potevi saperlo, non eri qui! " sbottò ancora la mia sorellina, mettendosi le mani sui fianchi per evidenziare ancora di più il suo sdegno. " Hai praticamente abbandonato tua moglie senza alcun tipo di spiegazione, ti sembra normale? "
" Non volevo che si preoccupasse, come avreste fatto anche voi! " risposi a tono, trovandone la forza da qualche parte.
" Non ti ho insegnato niente? " intervenne mio padre, severo. S'era alzato in piedi e aveva incrociato le braccia al petto: " La bocca è stata creata per parlare. La comunicazione è importante. Non importa quel che tu abbia fatto laggiù. Se sei partito per una buona o futile causa dovevamo comunque saperlo. Non ti avremmo impedito di andare se fosse stato necessario per te oppure no, nonostante la situazione di Serena, ma almeno dovevi essere sincero ed onesto con tutti noi. Se ci saremmo preoccupati oppure no sarebbe stato un nostro problema, non tuo. Tutto questo, forse sarebbe successo anche con te e magari sarebbe andata persino peggio, non possiamo saperlo, ma la prossima volta, almeno abbi il coraggio di renderci partecipi delle tue scelte, soprattutto rendi partecipe tua moglie. "
Incassai il colpo senza ribattere.
Se persino mio padre era furioso con me, allora avevo davvero commesso uno sbaglio nello scegliere di starmene zitto. Pensavo di proteggerli, di non farli preoccupare e invece...avevo combinato un disastro.
E Serena ne avevo pagato le conseguenze più di tutti.
" Come sta? " mormorai con un gran peso sul cuore. C'era aria di fallimento e delusione nel mio cuore!
" Come stanno, vorrai dire..." corresse Vale, sempre sull'attenti.
Scossi la testa: " Ditemelo. " tagliai corto, senza più fiato.
" Rischiano la vita entrambi! " rispose mia madre, freddamente, nascondendo una lacrima.
E a me crollò il mondo addosso!
Scossi la testa, non accettavo tutto questo. Lo rifiutavo.
" Voglio vederla "...
Angolo autrice
Ciaooo, sì...Marco P. non è stato ben accolto dalla sua famiglia, come dare torto a John & Rora? Per lo meno io la penso come loro, voi? Fatemi sapere cosa ne pensate.
Serena e il bimbo? Cosa succederà? Come sempre, vedremo...
A presto ;)
STAI LEGGENDO
Ogni mio respiro dedicato a Te - Spin Off - Trilogy of forgiveness
ChickLitMia, figlia di un carcerato e di una ex tossicodipendente, vive da sempre con sua nonna paterna in uno scomodo bilocale in affitto, precisamente al quarto piano di una palazzina situata in uno dei quartieri più malfamati della città. Ha u...