Capitolo 18

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"Please, let me love you."

Helena.

Un suono irritante irrompe nei miei sogni. Ci vuole tutto il mio autocontrollo per non lanciare il cellulare fuori dalla finestra. È strano, perché ovviamente non ho dormito, ma sembrava che fossi letteralmente in un'altra dimensione. Dovevo recuperare energie per il lungo viaggio che affronteremo oggi.
Hunter si è già alzato da un pezzo. È presto, sono appena le cinque del mattino, perciò devo essere cauta e cercare di non fare rumore per evitare di disturbare il resto della nostra famiglia.
Appena metto piede fuori dal letto, inciampo su un borsone pieno di maglie, cadendo rovinosamente a terra. Come non detto.
<<Helena, tutto bene?>> dice Hunter preoccupato, precipitandosi da me.
<<Sì, tranquillo, sono solo inciampata. Mi dispiace di aver fatto tutto questo casino...>>
<<In casa ci siamo unicamente noi due, sono usciti tutti per andare a caccia. Per fortuna che abbiamo provveduto ieri sera... Almeno adesso non siamo affamati. Chissà quante prede incontreremo durante la nostra permanenza a Londra...>>
<<Hunter, ho paura di nutrirmi di esseri umani, e lo sai bene. L'ultima volta che ci ho provato hai visto cosa è successo: ho ucciso una persona e ce l'ho ancora sulla coscienza. Preferisco di gran lunga rubare delle sacche di sangue dall'ospedale.>>
<<Come preferisci. Ma prima o poi dovrai imparare a controllarti, e io ti starò vicino.>>
<<Va bene. Ora basta perderci in chiacchiere... Vado a prepararmi che dobbiamo partire subito: il nostro volo è tra meno di due ore!>> liquido velocemente la faccenda. Parleremo più tardi: ne avremo in abbondanza di tempo sull'aereo.

Passa circa mezz'ora e siamo finalmente pronti per partire. Catherine e gli altri non sono ancora tornati, quindi scrivo frettolosamente un bigliettino per salutarli, anche se avrei preferito farlo di persona. Ne lascio uno anche a Damon. Siamo diventati amici ormai, nonostante il suo carattere difficile... Però sto imparando ad accettarlo.
<<Andiamo?>> mi chiede Hunter.
<<Sì.>> Faccio un cenno di assenso con la testa.

Raggiungiamo l'aeroporto.
<<Tesoro, ci aspettano nove ore di volo. Ehi, non dirmi che stai per dormire. Tienimi compagnia, per favore!>> si rivolge a me Hunter, con un sorrisetto stampato in volto.
<<Magari potremmo fare un giro sul tetto di questo aereo>> propone, ed io spalanco gli occhi dal terrore.
<<Non ci pensare neanche! Neanche tra un milione di anni>> dico a bassa voce, per evitare che ci sentano gli altri passeggeri.
<<Con te non si può mai fare niente>> continua, ma lo incenerisco con lo sguardo, zittendolo.
L'aereo decolla e mi godo la vista mozzafiato dal finestrino. Niente male come primo volo: pensavo peggio. Ho sempre avuto paura di prendere un aereo... Mio zio era un pilota ed è morto in un terribile incidente. Quella vicenda mi traumatizzò. Ma ora sono un vampiro: non posso morire cadendo da un aereo, e poi c'è Hunter vicino a me che mi tiene la mano. Con lui tutto è più semplice.
Le ore passano lentamente, tra film divertentissimi, scherzi, lettura di riviste di moda e lunghi sogni ad occhi aperti.
Quando finalmente atterriamo, usciamo dall'aeroporto. Mi guardo intorno e spalanco la bocca. Non credo ai miei occhi.
<<Siamo a Londra, Hunter, non ci posso credere!>> esclamo.
<<Eh già, Helena!>> risponde, altrettanto entusiasta.
Chiamiamo un taxi che ci porta davanti al nostro hotel a cinque stelle. Appena arriviamo, dei ragazzi si caricano in spalla le nostre borse, portandole nella nostra suite. Hunter effettua il check-in mentre io osservo l'arredamento della hall. Poltrone in pelle posizionate dappertutto, vasi costosi che contengono piante stupende, tappeti persiani che coprono il mattonato su cui camminiamo. Veramente bello. Sono rimasta senza parole.
Ci consegnano la chiave della nostra stanza e prendiamo l'ascensore per raggiungerla. Si trova al quarto piano; da lì la vista sarà di sicuro magnifica.
Sono sfiancata dal lungo viaggio, ma cavoli se ne è valsa la pena!
Varchiamo la soglia della nostra suite e io sono sempre più sbalordita.
La stanza è grande almeno il doppio di quella di Hunter, la quale già era enorme.
Il letto matrimoniale a baldacchino occupa una piccola parte dell'intero appartamento, se così lo vogliamo definire. Il bagno è gigantesco, al suo interno c'è persino di un televisore e un camino. Vi è anche una scrivania con un iMac della Apple. Per non parlare della cabina armadio... Wow.
Questo posto è favoloso.
<<Ti piace, eh?>> ridacchia Hunter e io corro ad abbracciarlo.
Dopo esserci cambiati, decidiamo di fare un giretto nel centro di Londra, per poi cenare in un ristorante cinese. Appena fuori dall'hotel, dico, rivolta al ragazzo affianco a me: <<Grazie, grazie per avermi portato qui con te. Grazie per tutto quello che fai ogni volta e per tutti i sorrisi che mi spuntano quando stiamo insieme. Grazie per regalarmi sempre emozioni nuove. Sei unico.>>
Lui mi guarda.
<<Ti amo>> si limita a dire, prima di baciarmi. Schiudo la bocca per lui. Le nostre labbra si cercano disperatamente, e quando si incontrano nasce un desiderio difficile da controllare.
<<Ti amo>> gli sussurro sulle sue labbra. Ne avrò mai abbastanza di Hunter?

***
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