Capitolo 20

12 5 0
                                    

"I don't wanna dream about
all the things that never were."

Helena.

I raggi del sole penetrano dalla finestra, di fronte al letto dove io e Hunter siamo sdraiati. Mi costringo ad aprire gli occhi, anche se per la stanchezza non vorrei farlo. Sbatto le palpebre un paio di volte e mi rendo conto di essere completamente nuda.
Cazzo.
Cerco guardandomi attorno la mia biancheria intima; mi alzo in punta di piedi per non svegliare Hunter e pian piano mi vesto. Hunter si sta stiracchiando, ha ancora gli occhi chiusi e i capelli spettinati. È perfetto, nonostante sia piuttosto malridotto, con il viso stanco e il naso arricciato.
Raccolgo da terra la maglietta che gli ho praticamente strappato di dosso ieri sera e me la infilo. Mi dirigo in bagno per sciacquarmi il viso, e ripenso a ciò che è successo poche ore fa. Ho perso la mia verginità, ma sono felice che la mia prima volta sia stata con Hunter.
<<Helena...>> gli sento dire, con la voce ancora impastata dal sonno.
<<Ehi.>> Mi stendo al suo fianco.
<<Wow, come sei bella>> ammicca, baciandomi.
Mi fa salire sopra di lui e preme il suo corpo contro il mio.
<<Non ti è bastata ieri sera?>> gli domando, sorridendo.
<<Non ne avrò mai abbastanza di te>> ansima, e fa per toccarmi il collo, ma lo fermo subito.
<<Hunter, dobbiamo scendere per la colazione, altrimenti saremo obbligati a saltarla>> cerco di convincerlo, ma il mio tono di voce non è abbastanza sicuro.
<<Tranquilla, non faremo tardi. Stavo solo scherzando.>>
Gli prendo le guance tra le mani e gli faccio fare una smorfia divertentissima. Scoppio a ridere, senza riuscire a contenermi.
Hunter però, al contrario di me, non sta ridendo: è troppo occupato a fissarmi.
<<Che hai da guardare?>>
<<È impossibile guardare altrove con te mezza nuda davanti ai miei occhi. E comunque, non mi sembra che ti dispiaccia avere i miei occhi puntati sul tuo corpo, oppure no?>>
<<Taci!>> gli lancio un cuscino in faccia.
<<Okay, okay - alza le mani in segno di resa, strappandomi un risolino -, vatti a preparare>> mi intima. Annuisco.
Tiro fuori un paio di jeans e una maglietta nera dalla mia valigia e mi dirigo in bagno per lavarmi. Hunter sta provvedendo a levare di torno le lenzuola che ho sporcato ieri sera. Non voglio nemmeno immaginare la faccia che faranno le donne delle pulizie alla vista di quello spettacolo ripugnante. Ora che sto pensando al sangue, mi sta vendendo fame. Io e Hunter non ci siamo azzardati a portare alcune sacche con noi: sarebbe stato eccessivamente rischioso. Senza contare che, durante il check-in all'aeroporto, ci avrebbero scoperto di sicuro.
<<Prima di dirigerci in centro, dobbiamo recarci in qualche ospedale. Devo rubare delle sacche di sangue>> dice Hunter, prima di mettere piede fuori dalla nostra suite.
<<Anche io ne ho bisogno>> gli rispondo, mentre scendiamo le scale. Facciamo una colazione molto sostanziosa, dopodiché chiamiamo un taxi che ci porta di fronte all'ospedale principale della città.
<<È da più di un giorno che non mi nutro come si deve... Ho sete di sangue>> gli spiego.
<<Tranquilla, piccola. Ora vieni con me>> mi ordina.
Senza dare nell'occhio, rubiamo cinque contenitori di plastica pieni di quel liquido rosso per il quale siamo a dir poco drogati.
Non do neppure il tempo ad Hunter di porgermeli che bevo tutto il sangue al loro interno, emettendo versi di approvazione. Se qualcuno ci vedesse, credo proprio che resterebbe traumatizzato a vita.
Ma, riflettendoci, noi lo uccideremmo in men che non si dica, e non avrebbe neanche il tempo di realizzarlo.
<<E ora dove le nascondiamo?>> chiedo.
<<Lasciale nella borsa. Nessuno le noterà.>>
<<Okay. Adesso andiamo a visitare qualche posto: questa città è davvero stupenda.>> E senza neppure lasciargli il tempo di dire una parola, lo tiro per un braccio e camminiamo insieme lungo i marciapiedi, diretti verso il centro di Londra.
Visitiamo il London Bridge e il London Eye; dopodiché entriamo in vari musei e pranziamo in un ristorantino che si affaccia sul Tamigi.
<<Questa è la vacanza più bella della mia vita, soprattutto perché sei qui con me>> confesso ad Hunter.
<<Ti amo>> mi dice lui in risposta.
<<Ti amo anche io, Hunter.>> Ci baciamo senza curarci di chi ci sta guardando, senza preoccuparci dei nostri problemi e della nostra vita fin troppo complicata. Ci siamo solo noi, e alla fine del giorno questo è quello che conta.

Make me scream. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora