VII

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Taehyung ci pensava e ripensava.

Era sul cornicione di un palazzo poco illuminato e, con fare nervoso, andava avanti e dietro sul piccolo spazio che gli permetteva il passaggio.
Non riusciva però a non torturarsi le mani, rimanendo comunque in equilibrio senza cadere.
"Che cosa sto facendo?"
Lui non sarebbe mai potuto diventare o solo desiderare di vivere come un essere umano...
Ma allora perché ci stava pensando? Perché lo desiderava così ardentemente?

Perché...Lo invidiava?

Queste emozioni non gli appartenevano, queste emozioni non doveva neanche provarle.
Emozioni effimere, inutili, sbagliate.

Si bloccò di colpo, sentendo un nodo allo stomaco:
aveva ripensato al volto sorridente di Jimin...
Alle sue risa, alla sua strana mania di buttarsi all'indietro i capelli,
alla faccia divertita, al suo sincero sorriso o solo ai suoi occhi pieni di vita e di voglia di fare.

Poi penso alla sua sua vita...
Quella che avrebbe dovuto prendere e strappare via, senza nessuna spiegazione.
Così fragile.
Così debole.
Così innocente.

Taehyung era deluso da se stesso, era arrabbiato e stava per perdere il controllo.
"Io non sono così, non...Io non sono questo...Non sono debole e non voglio diventarlo".
Era infuriato, non riusciva a calmarsi e soprattutto non voleva.

«Io...Io non voglio. Io non sono così...Debole» mormorò a nessuno in particolare.

La terra parve tremare per un instante, iniziarono a nascere lampi e tuoni mentre piccole goccioline cadevano velocemente e incessantemente.
Taehyung cacciò un urlo che racchiudeva tutta la sua ira e frustrazione, ma anche tutta la sua tristezza e la sua infinita delusione.
Un urlo carico d'odio verso se stesso, verso quello che stava provando e verso quello che avrebbe dovuto fare, anche se sembrava volesse nasconderlo.

La pioggia non smetteva, i lampi come saette illuminavano la città di notte e i tuoni rovinavano la quiete che il gelo di novembre aveva portato.

Piccole cariche di elettricità abbandonavano il corpo del biondo e si disperdevano nell'ambiente:
una piccola scarica fece fulminare un palo della luce lí vicino che, alla troppa forza da contenere, si incendiò e stava per accasciarsi al suolo.






Jimin si era divertito molto con i suoi amici quella sera: li amava davvero tanto.
Avevano ricordato tutti i momenti divertenti passati insieme ed era diventata una conversazione piacevole.
I suoi hyungs quando erano insieme erano uno spasso e sia lui che Junkookie non potevano far altro se non ridere a crepapelle.

La serata era finita e ora Jimin si stava incamminando, da solo, verso il suo appartamento quando però si mise a piovere improvvisamente.
Cercò di correre il più veloce possibile, imprecando per non aver visto il meteo quella mattina.

Tutto accadde in un secondo.

Si stava proteggendo con il dorso della mano gli occhi, poiché la troppa pioggia gli impediva di vedere bene, ma facendo così non si accorse di quello che stava per accadere: un palo della luce in fiamme gli stava per cadere addosso.

Si fermò, il cuore che batteva all'impazzata, le gambe molli che non rispondevano più ai suoi comandi e così l'unica cosa che fece fu chiudere gli occhi di scatto strizzandoli e aspettando il tonfo e il dolore che avrebbe avvertito da lí a poco.



Taehyung aveva visto come il palo avesse preso fuoco velocemente e di come stesse per cadere al suolo...O almeno era quello che pensava.
Poi lo vide.
Vide il corvino trovarsi esattamente sulla traiettoria di quel pilastro.
Senza pensarci due volte si lanciò aprendo le sue ali nere verso Jimin, incurante delle conseguenze.
Il cuore gli batteva forte e non sapeva neanche il motivo.
In realtà non sapeva neanche il motivo che lo spinse a lanciarsi così disperatamente verso lui.

BECAUSE OF YOU - VMDove le storie prendono vita. Scoprilo ora