Capitolo 25

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San Francisco

Un'altra giornata qui,a San Francisco. È una settimana ormai che sono qui, ed è tutto fantastico.
Sembra un sogno.

Mi alzo dal letto e mangio velocemente qualcosa, poi esco di casa salutando la proprietaria, sempre molto gentile, e mi dirigo verso il bistrot.

Grazie a Nick oggi ho un colloquio con il capo per prendere un posto al banco, spero davvero di ottenere questo lavoro. Mi serve tanto, e poi il posto è fantastico e... c'è Nick, che è sicuramente un grande punto a favore.

In questi giorni ho passato molto tempo con lui, soprattutto nella scuola, vado sempre a vederlo ballare, vorrei quasi chiedergli di farmi entrare al primo livello di contemporanea, ma ho paura di non esserne in grado.

Arrivo al negozio e subito vedo Nick e lo saluto.

Vicino a lui c'è un uomo sulla mezza età, i capelli brizzolati e gli stessi occhi chiari di Nick.

"Buongiorno! Vieni vieni, tu devi essere Lily giusto?"

Annuisco.

"Io sono Carl, mio figlio mi ha parlato molto di te!"

"Tuo figlio?!"

"Si Nick, mi ha detto che hai molto bisogno di questo lavoro e che sei una ragazza per bene, perfetta per lavorare qui."

"Oh, si diciamo che mi do da fare, ecco."

"Perfetto, allora da domani inizi a lavorare qui.
L'orario sarà lo stesso di Nick, avrete i turni insieme così potete aiutarvi negli orari di punta, ok?"

"Si, è fantastico! Grazie mille."

L'uomo sorride e esce dal locale.
Rimango da sola con Nick e qualche cliente.

"Quando avevi intenzione di dirmi che il tuo capo è anche tuo padre?"

"Prima di tutto 'nostro' capo, secondo... non lo so però è stato bello vedere la tua faccia sconvolta."

"Ah ah, simpatico."

Nick scoppia a ridere e la mattinata continua così tra clienti,risate e chiacchiere.
Ho deciso di fargli compagnia così posso imparare qualcosa.
E poi, mi piace stare con lui.

"Ok turno finito! Che fai oggi vieni in accademia o hai altro da fare?"

"E me lo chiedi anche! Certo che vengo."

Arriviamo insieme alla scuola. Durante il tragitto parla quasi solo lui, io sono abbastanza silenziosa, ma solo perché devo pensare a come dirgli che voglio imparare a ballare.

"Eccoci qui, ma prima di entrare mi devi spiegare perché sei stata così silenziosa, tu che di solito non stai zitta neanche sotto tortura."

"Ok, il fatto è che io... dovrei chiederti una specie di favore, diciamo."

"È qualcosa di grave?"

"No, ti pare! È solo che un po' mi vergogno, cioè tu sei così bravo e io non so assolutamente niente e rischierei davvero di fare una pessima figura, però insomma io, io voglio imparare a ballare."

"Ma Lily, stai scherzando? Certo, ti farò entrare da subito, però non devi avere paura.

Tutti sanno ballare, è solo che non lo sanno."

Così entriamo insieme, mano nella mano, dentro la classe.
Gli altri studenti sono già lì e mi sento un po' in imbarazzo, ma poi guardo Nick che mi sorride e tutto torna a posto.

Vado a cambiarmi, mi metto una della divise avanzate, rimaste nei camerini, torno nella sala e comincia la lezione.

Oggi tocca a Nick fare da tutor.
In pratica ogni giorno uno dei ragazzi del quinto livello, ad alternarsi fanno le lezioni ai più "piccoli".

La lezione comincia con il riscaldamento,  tutti sanno già quello che devono fare, ma io no.

All'inizio infatti sono un po' in difficoltà anche se poi riesco a prendere il ritmo e stare al passo degli altri.

È magnifico, mi muovo e il corpo va da sé, i piedi nudi sono a contatto con il pavimento e non mi interessa se fanno male perché per il dolore adesso non c'è spazio.

Siamo solo io e la danza.

Gli esercizi si susseguono, uno dopo l'altro senza interruzioni.

Punte, flex, prima seconda terza quarta posizione, e poi relevè e pliè...

È quasi finita la lezione.

"L'ultimo esercizio e poi concludiamo."
Dice Nick.

"L'esercizio si basa sulle piroutte. Metti i piedi in quarta prepari le braccia, dai il colpo di testa e giri"

Ci provo e ci riprovo, ma non mi vengono, continuo a fare come dice lui ma non ci riesco, ogni volta atterro male e perdo l'equilibrio.

"Ok ragazzi, la lezione è finita ci vediamo alla prossima."

Poi si avvicina a me.

"Ti aspetto fuori ok?"

Annuisco e lui esce.
Tutti vanno a cambiarsi, ma io no.
Devo riuscire a fare quel maledetto esercizio o non salirò mai di livello.

Così continuo a provare e provare, ogni tanto vengono ma mai perfette.

Allora continuo, stanno iniziando venire sempre meglio ma poi qualcuno entra mi distraggo e casco.
Cavolo!

Mi giro e c'è Nick.

"È passata mezz'ora sono già usciti tutti, che ci fai ancora qui? Ti aspettavo."

"Io.. niente, mi vedo a cambiare e arrivo!"

Raccolgo le mie cose e mi alzo per andare verso il camerino ma lui mi ferma per un polso.

"Lily non tutto ti deve venire subito. La lezione di oggi è andata benissimo, eri anche più brava di molte altre che sono lì da mesi.
La danza è il tuo mondo.
E si, è piena di sfide e ostacoli che ti assicuro che si possono superare, ma ti assicuro anche che una volta superati non sarai perfetta. Nessuno lo è, ma è qui il bello, si può essere perfetti anche nell'imperfezione.
Tutti sbagliano, ma il vero talento sta nel trasformare lo sbaglio in un'abilità."

Continuo a guardarlo colpita e completamente persa dal suo discorso.

"Comunque quelle pirouette erano fatte veramente bene, a parte la caduta finale, quella potevi risparmiarla."

Ci mettiamo a ridere, poi mi cambio e usciamo fuori.
L'aria è fresca, si sente che è primavera.

"Che ne dici se stasera ti porto a cena fuori?"

"Mi stai forse chiedendo un appuntamento?"

"Io? No, assolutamente, non oserei mai."

"Certo, certo come no.
Va bene ci sto."

Nick mi porta in un ristorante piccolino e rustico, mangiamo molto bene e come sempre con lui sto in ottima compagnia.

Facciamo una lunga passeggiata e poi mi riporta a casa.
Quando arriviamo davanti al cancello ci guardiamo negli occhi per qualche secondo poi lui si avvicina sempre di più.

"Sono stato molto bene stasera." Sussurra.

Lentamente continua ad avvicinarsi e finalmente poggia le sue labbra sulle mie, e le sue mani sul mio viso.
Non penso più a niente, ed è bellissimo.

"Allora, ci vediamo domani?" Dice una volta finito il bacio.

"Certo, a domani."

Entro dentro casa e vado nella mia stanza.
Mi metto giù e non riesco ancora a credere a quello che sta succedendo nella mia vita.

Poi sento il telefono squillare, lo prendo convinta che sia Nick, ma quando lo apro vedo qualcosa di inaspettato.

Un messaggio da un numero sconosciuto:

"Mi manchi"



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