17 || Two Ghosts

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sì ho chiamato il mio capitolo come una canzone di harry styles frickin fight me

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Il giorno passò senza che accadesse molto, con Josh chiuso dentro la sua stanza. Zeus lo aveva visitato durante la mattinata, aveva bussato alla porta, ma lui lo ignorò. Era troppo impegnato a essere giù di morale sul letto, rannicchiato e con la faccia che guardava il muro. La sua faccia gli pareva ancora rigida a causa delle numerose lacrime che gli rigavano il volto, e il gusto salato era ancora un po' nella sua bocca.

Non era andato all'addestramento per due giorni ormai, troppo codardo anche solo di guardare Tyler negli occhi adesso. Forse non stava gestendo la cosa nel migliore dei modi, ma non gli interessava. Solo poche settimane prima, si allenava giornalmente, ed era felice con Zeus. Adesso, non aveva nemmeno pensato di allenarsi per due giorni e non aveva visto nemmeno Zeus. Non aveva nemmeno pensato minimamente a lui, i suoi pensieri erano concentrati sul castano che aveva capovolto la sua vita facendola schiantare.

Qualcuno aveva bussato alla sua porta, ma lui non ci fece nemmeno caso. Continuarono a bussare, dolcemente, come se non volessero disturbare. Alla fine, una voce si aggiunse, dicendo, "Josh?" Era Phil.

Anche dopo quello, il ragazzo non disse nulla. Sì, si stava comportando da immaturo per tutto questo problema e stava facendo una messa in scena come se stesse soffrendo dal dolore più straziante della storia, ma non gli importava.

"Josh, non puoi chiuderti qui per sempre," sospirò lui. "Vieni fuori. Per favore. Se non per me, per Tyler. Ha avuto otto crolli negli ultimi due giorni, e stanno capitando sempre più spesso."

Questo attirò la sua attenzione. Si alzò a sedere, guardando verso la porta.

"Forza, Josh, per favore," Phil sembrava disperato adesso. "Tyler è quasi impossibile da tenere a bada adesso. è stato costantemente sotto sedativi nelle ultime ventiquattro ore e lo hanno legato a un letto. Hanno paura che potrebbe fare del male a qualcuno."

Il ragazzo scivolò giù dal letto, e corse verso la porta. La aprì, e l'altro tirò un sospiro di sollievo quando fu così. Poi il suo sguardo cadde su Josh e i suoi occhi si aprirono un pochino. Non lo aveva sorpreso, onestamente; era sicuro che doveva sembrare un casino.

"Perché mi stai dicendo questo?" sussurrò.

"Continua a dire che vuole vederti," rispose lui. "Dice che vuole scusarsi."

"Digli che accetto le sue scuse," mormorò. Stava per chiudere di nuovo la porta, ma Phil lo fermò.

"Vuole vederti, Josh," lo aggredì. "Guarda, la mia pazienza riesce ad arrivare soltanto fino a qui. In questo momento, è incredibilmente poca. A questo punto, voglio solo che tu vada nella sua stanza, dirgli personalmente che accetti le sue scuse, e poi potrai andartene."

Lui fissò l'amico. "Non voglio farlo. Non voglio vederlo."

Il ragazzo sospirò. "Josh, per favore." Guardò poi lungo il corridoio, per assicurarsi che non ci fosse nessuno lì intorno. Poi la sua voce usò un tono ansioso. "Ho sentito Amber dire che stava pensando di trattarlo con l'eutanasia."

Inizialmente, Josh non capì davvero cosa stava cercando di dirgli. Poi la sua mente assimilò l'informazione, e i suoi occhi si spalancarono incredibilmente. "Cosa?"

"Ha detto che se non migliora entro due giorni, lo avrebbe soppresso. lo ha detto come se Tyler fosse un animale. Lo ha detto come se avrebbe causato solo un problema e un pericolo per tutti quelli intorno a lui se avrebbe continuato a vivere." Incrociò le braccia sul petto. "Verrai con me adesso?"

Il moro fu veloce a prendere una felpa e seguire Phil fuori dalla stanza.

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Josh ebbe bisogno di un sacco di coraggio per camminare dentro l'infermeria. Phil lo guidò lungo i corridoi, in una stanza nell'ultimo corridoio. Indicò verso l'ultima porta nel corridoio. "Vi lascerò parlare," mormorò.

Il ragazzo deglutì nervosamente, ma aprì la porta ed entrò. Tyler era su un letto, i suoi polsi legati con le manette a un lato del letto, così come le sue caviglie. Stava guardando fuori dalla finestra, e il cuore del moro perse un battito vedendo come orribile sembrava l'uomo. La sua pelle era più pallida di quanto ricordasse Josh, l'abbronzatura brillante e sana era scomparsa. Le occhiaie sotto i suoi occhi erano troppo evidenti per essere da qualche parte vicino all'essere salutari, e c'erano delle linee ruvide dove le manette avevano morso la sua pelle sulle sue caviglie e polsi.

"Vai via, Zeus," disse lui con voce roca. "Smetti di disturbarmi."

La frase sorprese l'altro, e lo fece diventare sospettoso. Si chiese chi aveva visitato l'uomo negli ultimi due giorni, prima di schiarirsi la voce. "Um... questa non è la prima volta che mi abbiano scambiato per il mio fidanzato, in realtà," disse dolcemente. La testa del castano scattò verso la porta, con gli occhi spalancati; la speranza nei suoi occhi era quasi dolorosa per Josh. "Saresti sorpreso di sapere quante volte questo succede."

"Josh," respirò. "Sei qui."

Lui camminò più vicino, ma comunque mantenne la sua distanza dal letto. "Volevi vedermi?"

"Mi dispiace," disse istantaneamente. "Lo sono davvero, Josh. Immagino di essermi solo lasciato trasportare dal momento, non volevo farti questo. Volevo solo... Volevo solo chiederti scusa. A te. Non a Zeus."

Il moro si accigliò. "Perché avresti dovuto scusarti con Zeus?"

"Uh, perché gli hai chiesto di venire da me per delle scuse?" disse lui, in un modo da 'duh' ma comunque confuso.

"Come?"

"è venuto qui piuttosto spesso." spiegò. "Diceva che tu volevi delle scuse."

Lui non si ricordava nemmeno di avergli detto del bacio, ancora meno dirgli di venire da Tyler per delle scuse. "Non gli ho mai detto quello. Non l'ho nemmeno visto da qualche giorno fa."

"Oh," lo sguardo del castano si attenuò. "Beh, in ogni modo, volevo solo scusarmi. E dirti che d'ora in poi starò al mio posto." I suoi occhi caddero sul pavimento con un fare vergognoso. "E... Volevo scusarmi per... quello successo a New Americana. So che non vuoi sentire le mie spiegazioni, quindi non ti spiegherò il perché l'ho fatto, ma volevo solo scusarmi."

Josh non sapeva se la scusa tanto attesa gli aveva portato l'orgoglio che aveva immaginato. "Okay," disse, tra un sospiro e l'altro. "Ti ascolterò. Puoi spiegarti."

Il castano lo guardò. Sembrava speranzoso, sollevato, all'opportunità di spiegarsi a qualcuno che aveva deluso. "Okay," annuì lui. Gli fece un cenno verso un posto a sedere, per quanto poté con le manette attorno ai polsi. "Siediti. Potrebbe essere leggermente lungo."

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JOSH STAI CAMBIANDO I'M PROUD OF YOU.

+ AMBER CREPA NON PUOI UCCIDERE TYLER BRUTTA BASTARDA.

++ TYLER TESORO I'M HURT.

SERUM 21 ✓ [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora