15 || Positive

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Quando Josh entrò nella stanza d'addestramento sotterranea, fu contento di vedere Tyler lì. Dopo aver cercato per tutta la struttura del Castello, fu un sollievo vederlo lì alla fine, colpendo un sacco con tutta la sua potenza. Poteva vedere del sangue scendere lungo le nocche dell'uomo, cosa che stava a significare che o era rimasto lì da un po' o stava prendendo a pugni l'oggetto con tutta la forza che aveva in corpo.

Infatti, il castano era talmente concentrato sul suo allenamento, che non si accorse nemmeno che il ragazzo si stava avvicinando a lui finché non urlò, "Tyler!"

Quest'uomo si fermò e si girò, gli occhi spalancati e sembrando sorpreso. Tutta la sua espressione cambiò quando realizzò che quello era l'amico, e si raddrizzò dalla sua posa difensiva. "Josh! Cosa ci fai qui?" sembrava felicemente contento e speranzoso di vederlo lì.

"Per allenarmi con te, ovviamente," disse lui con un tono di voce amichevole. Aveva pensato a quello che Phil gli aveva detto prima, ed era determinato di essere almeno amico di Tyler.

Lui sbatté le palpebre. "Credevo che avresti smesso?"

"Cosa?" Si accigliò.

"Me l'ha detto Amber," disse l'altro, annuendo. 

"Non ho mai... No, non ho parlato con Amber da ieri." Piegò la sua testa, sempre più confuso.

"Beh, Amber mi ha detto che Zeus glielo ha detto. Volevi che Zeus glielo dicesse, o qualcosa del genere." Si grattò la parte posteriore del collo, e il suo sguardo cadde sul pavimento. "Cosa che avrei capito se te ne fossi andato, sai."

Qualcosa di illeggibile si mescolò nel cuore del ragazzo alla vista dell'uomo che si rattristiva, perciò gli sorrise in modo rassicurante. Il sorriso poteva sembrare leggermente forzato, ma stavano arrivando a qualcosa. "Sono qui adesso," assicurò. Si fece una nota mentale riguardo il confrontarsi con Zeus di questo dopo, ma diresse la sua attenzione al castano. "Che ne dici se cominciamo?"

Lui annuì, e si pulì le labbra con il dorso della mano, gesto che risultò nello sporcare la pelle di sangue.

L'altro fece un suono spaventato. Era una quantità allarmante di sangue. "Gesù, Tyler, pulisci quella roba!" si affrettò a raggiungere il castano, e gli prese la mano, controllando i grandi tagli che erano la fonte di tutto il sangue. "Tyler!" disse come se fosse un'accusa, in un modo del tipo 'come-hai-potuto-farlo?!'.

L'uomo fece spallucce innocentemente. "Non penso che siano così gravi. Ho passato di peggio con Penelope."

"Tyler, non ci posso credere. Non combatteremo finché non avrò pulito questa ferita." Si diresse verso un tavolo situato nel lontano angolo della stanza di addestramento sotterranea, facendo cenno all'altro di seguirlo.

"Davvero, Josh, non è così grave," insistette." Sto bene. Sento a malapena qualche forma di dolore. Mi pizzica e basta."

"Non lo eviterai, signorino," replicò lui. Prese il primo kit di pronto soccorso e lo aprì, prendendo un panno pulito rettangolare e una piccola bottiglia di acqua ossigenata che il Castello si era accertato di avere in tutte le stanze. Indicò una delle sedie vicino al tavolo, e il castano si appoggiò su di essa con fare esitante. Una volta che il moro bagnò il panno con il liquido, prese l'altra sedia e si sedette sopra di essa, di fronte al compagno. Estese la sua mano. "Fammela vedere."

Lui appoggiò la sua mano su quella dell'amico, e sospirò. "Non è niente, Josh."

"Taci, sto lavorando," mormorò. Analizzò i tagli sulle nocche del castano, e cominciò a dare dei colpetti sopra di esso con il panno. L'altro sibilò quando lo fece, gesto al quale il ragazzo rispose, "Scusa."

Alla sensazione pizzicante del liquido sui suoi tagli, la mano di Tyler aveva stretto istantaneamente quella dell'altro. "Divertente come posso benissimo non dire nulla quando mi faccio male ma non riesco a sopportare questa stupida roba che mi si infiltra nelle vene," mormorò.

Josh lo guardò. "Come?"

"Penelope usava questo un bel po'. Non mi piace nemmeno più guardare l'acqua ossigenata in questi giorni." Lo sguardo dell'uomo rimase sulle loro due mani. "Tendevo a farmi male giornalmente, quindi mi buttava in una vasca di questa cosa tutti i giorni. Era orribile. Sentivo come se annegassi in questa roba."

L'espressione del moro si accigliò leggermente in segno di comprensione, e il suo sguardo ritornò alle ferite del castano. Ora che il sangue fresco era stato ripulito, era più facile vedere che le ferite non erano così gravi. C'era solo un taglio sulla sua nocca situata sul dito medio, e il resto erano solo lividi. Lo sguardo del ragazzo si spostò sull'altra mano del compagno, e vide che anche quella era solo piena di lividi.

Fu allora che si accorse della mano dell'altro avvinghiata alla sua. Lo faceva sentire bene, la sensazione della mano incallita, ruvida dell'uomo avvinghiata alla sua mano ugualmente incallita e ruvida. Lo faceva sentire molto meglio di quando lui e Zeus si tenevano per mano, visto che il fidanzato aveva mani molto più grandi delle sue. Tra le mani di Zeus, si sentiva incatenato, legato. Ma con Tyler, si sentiva più... normale.

Alzò lo sguardo per guardarlo, che lo stava già osservando intensamente. L'uomo mostrò un soffice, piccolo, quasi timido sorriso.

Si sedette appoggiando la schiena allo schienale della sedia, allontanandosi dall'amico. "Beh, che ne dici se cominciamo l'allenamento?"

Lui annuì, e si alzò in piedi. "Certo."

Dopo aver sistemato il panno e aver messo tutto al suo posto, i due si diressero verso il centro della stanza. "Hai padroneggiato la tua abilità," commentò, con indifferenza.

"Già." Si schioccò le nocche. "Mi hanno insegnato qui come farlo."

"Sai che non odio veramente le persone con le abilità, vero?" disse all'improvviso. Lo guardò, con uno sguardo intenso dal nulla. "Penelope mi ha fatto il lavaggio del cervello perché io fossi d'accordo con lei. Penso che le persone con le abilità siano meravigliose. Non avrei incontrato Jenna se non fosse stato per loro." Il suo sguardo si oscurò in una tristezza momentanea, ma poi passò per diventare un'emozione più felice. "Non avrei incontrato te, se non fosse stato per le abilità," sorrise, in un modo giocoso e per prenderlo in giro. "Grazie a Dio per le abilità, riuscii a incontrarti per quelle."

"Davvero un seduttore," disse l'altro, sarcasticamente, alzando gli occhi al cielo.

"Lo so." Fece una risatina.

"Che ne dici se ci alleniamo davvero, Tyler?" Rise sotto i baffi lui, sembrando infastidito.

"Il tuo desiderio è un mio comando, signora mia." Si inchinò in modo drammatico.

Josh rise, e scosse la testa. "Mio buon signore, sei uno stupido," lo informò. Alzò i pugni, e cadde in una posa combattiva all'erta di tutto.

L'altro fece lo stesso, e la battaglia cominciò. Ma l'atmosfera scherzosa e giocosa non lasciò mai la stanza, finché i due presero due strade diverse dopo l'addestramento.

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JOSH AMMAZZA ZEUS.

AMMAZZALO, ACCOPPALO, FAI QUELLO CHE TI PARE, FALLO SPARIRE SE VUOI, BASTA CHE SE NE VADA PER FAVORE.

+ non potevo non darvi questo capitolo, andiamo. *non potevi nemmeno aggiornare quattro volte in un giorno* ziTTO TU FACCIO QUELLO CHE MI PARE TANTO SONO AL VENTICINQUESIMO CAPITOLO SHUSSHATI CERVELLO.

emh sì okay dicevo. Festeggiate il mio compleanno per me, visto che io non riesco a fare più di questo, ossia lavorare per la felicità del prossimo ed è quello che mi rende felice c:
sì okay sembra una dichiarazione d'amore aiuto. Ma giuro che è così, in questo modo vi ho spiegato il motivo del perché sto aggiornando come un'ossessa oggi lol.

SERUM 21 ✓ [TRADUZIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora