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Pian piano aprii gli occhi. Ma dove ero finita, questa non è la mia stanza.
E mi ricordai della serata precedente.

Oddio ma che ore sono i miei genitori mi uccideranno. Fortunatamente mi sono addormentata con i vestiti di ieri però il trucco era ridotto male, così andai in bagno e me lo tolsi con acqua e sapone. Beh non c'era lo struccante quindi ho dovuto arrangiarmi.

Scesi e lo vidi seduto al tavolo a fare colazione, era veramente molto bello. Siamo sicuri che non sto sognando?

-Ehi buongiorno Leilah, dormito bene?
-Ehm, buon giorno Dylan.

E si mise a guardarmi. Avevo qualcosa che non andava?
-Sei bella anche senza trucco bambola.
-Bambola? Vai a quel paese.
-Non lo vuoi veramente, dopo come faresti senza di me.

Lo odio cavolo.

-Vieni siediti accanto a me.

Però ora che ci penso...

-Che ore sono?
-Le 9.40 perché?

No, questa cavolo non ci voleva.

-Sono fottuta, no sono spacciata, anzi no, sono morta.
-Ehi ehi ehi, tranquilla, cosa succede?
-Avevo detto ai miei che stamattina sarei stata a casa per lei sei.
-Così presto? Staranno ancora dormendo.
-No no no , non capisci. Loro si svegliano alle sei, per via dei loro lavori e io dovrei essere a casa in questo momento. Mia madre viene sempre in camera mia al mattino.
-Beh, vuoi che ti accompagno? Con la mia Ferrari saremo lì in un batter d'occhio.
-Oddio sarebbe magnifico, però non posso andarci vestita così.

E ora cosa faccio?

-Ho io la soluzione, vieni.

Mi portò in cantina davanti a una pila di scatoloni.

-Che ci facciamo qui, vuoi uccidermi senza che nessuno veda o senta?
-Sei fai la brava non ce ne sarà bisogno.

Perche questa frase mi fece venire la pelle d'oca?
Prese uno scatolone, lo apri e cosa?
Era pieno di vestiti femminili.

-Qui sono certo che troverai qualcosa al caso tuo. Non ci sono vestiti come quello che hai ora addosso, ma solo robe eleganti.
-Come fai ad avere queste cose?
-Senti non fare domande e vestiti che non ho tempo da perdere con una zoccola.

Perché un momento è dolce è un altro diventa il diavolo in persona?

-Zoccola sarà tua madre

Okey, questo non l'ho mai detto, Dio perdonami.

-Cosa ho appena sentito?

Sembra molto incavolato, forse non dovevo dirlo...

-Quello che ho detto caro.

E in poco tempo fui per sbattuta al muro con lui addosso, aveva la mano alzata, pensavo mi avrebbe dato uno schiaffo. Le lacrime mi stavano già scendendo ma non mi sarei aspettata ciò che fece.
Mi baciò.
Un bacio feroce, vorace, però così sensuale che sveglio qualcosa nelle mie parti intime.
Il mio primo bacio.
Si allontanò di colpo e se ne andò.

Ha rovinato tutto, non volevo fosse così, io non lo amo, e non amerò mai uno come lui.

Non riuscivo a smettere di piangere ma dovetti farmi forza. Mi misi qualcosa di ciò che ho trovato nella scatola ed ero pronta.

Era in piedi davanti alla porta di casa, con le chiavi in mano. Mi stava aspettando.

-Sbrigati, andiamo.

Altre lacrime...grazie Dylan.

Una volta in strada mi chiese le indicazioni per arrivare a casa mia e io glie le diedi. Era così freddo ma non capivo il perché. Cosa avevi fatto di così sbagliato? Ho baciato da schifo?
Non avevo il coraggio di chiedergli cosa c'era che non andava.

In pochissimo tempo arrivammo davanti casa mia.

-Grazie del passaggio.

Non disse niente, mi guardò per un attimo e poi giro la testa.

Scesi dalla macchina, se ne andò velocemente e mi sentì vuota. Così come mi sentivo fino a ieri sera, fino al suo arrivo. È come se stando con lui il mio vuoto si riempisse e ora che non è con me...

Comunque ora c'era un altro problema. Affrontare i miei genitori.

Suonai il campanello, dato che non mi hanno mai voluto dare le chiavi di casa e aprii mia madre. Era rossa dalla rabbia. Questa volta non la avrei fatta franca.

-Leilah Guibert dimmi subito dove sei stata tutto questo tempo e di chi era quella Ferrari là fuori!

No la aveva vista. Ora sono ufficialmente fottuta. Devo inventarmi qualcosa.

-Perdonami, perdonami, perdonami, mamma. Stanotte non sono riuscita a dormire tanto bene, avevo mal di pancia e solo verso le cinque mi sono potuta addormentare per bene. Defne mi ha lasciato dormire un po' di più, è quella macchina che hai visto è del ragazzo di sua sorella, loro due mi hanno accompagnata.

Mia madre mi guardò dritta negli occhi per vedere se avrei avuto qualche esitazione. Era il suo modo di accertarsi che non stessi mentendo. In qualche modo riuscii a cavarmela.

-Mhh va bene, però che non succeda mai più. Hai bisogno di andare dal dottore?
-No no, ora sto bene, grazie mamma.

Stavo per andare in camera quando...

-Un attimo Leilah. E quei vestiti? Non mi ricordo che tu gli avessi ieri sera.
-Stanotte col mal di pancia non so perché ma ho iniziato a sudare e gentilmente la madre di Defne mi ha fatto usare il loro bagno per farmi una doccia fresca e mi ha prestato i suoi vestiti di quando era giovane. Una donna molto buona.

Credo che dovrei andare alla TV, sto diventando troppo brava a recitare.

-E va bene, però mi raccomando poi ricordati di riportarglieli.
-Certo mamma.

Ma come potevo fare? Non mi ricordo manco più dove abita Dylan. Come potevo restituirgli i vestiti? Lo odio cavolo, mi ha solo messa nei casini. Anche se...beh in realtà mi ha salvata, a casa di Defne non avrei trovato nessun vestito che agli occhi dei miei genitori sarebbe risultato accettabile.

Andai in camera e mi buttai sul letto.

Iniziai a pensare a lui. Ai suoi lineamenti, al suo fisico possente, cavolo doveva andare in palestra tutti i giorni per avere un fisico così.
Pensai anche al bacio. Di certo non avrei mai immaginato che il mio primo bacio fosse così ma mi sentivo bene e felice nonostante le circostanze in cui è stato dato ma no, Leilah ferma.

Non potevo pensare a lui, dovevo dimenticarlo. Tanto non lo avrei mai più rivisto, giusto?

Mandai un messaggio nel gruppo whatsapp dove eravamo io, Defne e Elizabeth per informarle che sto bene e che sono a casa sana e salva. Però con il cuore addolorato.

Angolo autrice:
Hola, votate e commentate per farmi capire che ci siete please, kiss.

Innamorata del fuorileggeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora