3) Principe Niall

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Niall è nervoso. È nervoso da morire. L'unica cosa che riesce a pensare adesso sono soltanto insulti nei confronti del suo migliore amico.

Harry lo ha chiamato la sera prima per dirgli di non bere niente e di restare perfettamente lucido... mica è un ubriacone! Anche se effettivamente in quel periodo sta bevendo più spesso del solito, ma solo per colpa delle sue sventure. Sembra impossibile trovare un lavoro per Niall in quei mesi estivi.

O forse non proprio impossibile, visto che il motivo per cui Harry gli ha intimato di essere perfetto, è un colloquio di lavoro.

Era stato entusiasta per dieci secondi fino a quando non aveva chiesto: «Che tipo di lavoro è?»

«Babysitter.» ed improvvisamente non era più così entusiasta.

Andiamo! Niall si deve prendere cura di un bambino? Non sa minimamente come fare! Mica stiamo parlando di cani o animali, ma di bambini veri.

Aveva perfino chiesto ad Harry se fosse impazzito, ma l'altro gli ha solo urlato contro: «Ho avuto un colpo di fortuna, perché casualmente è nipote del mio datore di lavoro. Quindi, hai praticamente il posto e visto che hai bisogno di un maledetto lavoro, prova a non andarci, a rinunciare e ti fracasso ogni osso del corpo con le mie stesse mani.» Harry non tocca mai neanche una mosca con un dito, quindi non gli avrebbe mai fatto del male. Ma se si è ritrovato a pronunciare quelle parole con quella cattiveria, significa che non vuole che Niall faccia una cazzata.

Così, Niall ci è andato.

«Sii puntuale, in ritardo neanche di un minuto. E fa una bella impressione, ti prego. Il lavoro è già tuo al novanta per cento. Non fare casini.» erano state le ultime frasi che il suo amico gli aveva rivolto al telefono.

Niall si liscia la camicia a maniche corte che indossa. Sospira e guarda l'orologio al suo polso. È in anticipo di un minuto e quando scoccano le quattro suona brevemente al campanello.

Nessuno risponde e Niall diventa sempre più nervoso. Da le spalle alla porta e si guarda attorno. Le villette intorno a lui sono tutte uguali, con un vialetto e portici simili. Non è che ha sbagliato? Sta per controllare l'indirizzo che gli ha mandato Harry, ma non riesce neanche a tirare fuori il suo iPhone dai jeans attillatissimi.

«Dannazione.»

Sente la porta aprirsi dietro di lui e si prende letteralmente un colpo per lo spavento. Il telefono è finalmente fuori dalla tasca, ma Niall lo vede perfettamente volare verso terra, finendo di piatto sullo schermo. Non ha fatto un bel rumore. «Cazzo.»

«Non inizi bene, ragazzo.»

Niall squittisce e in modo fulmineo recupera il telefono e lo infila in tasca, senza neanche guardarlo. Poi si volta verso la voce che ha parlato.

La sua bocca si dischiude. Stava per dire qualcosa, ma le parole gli sono morte in gola. Niall guarda quella donna e sente le guance andare improvvisamente a fuoco. Oh no, quello è sbagliato. Ma di certo, non si aspettava una donna simile.

Quella che potrebbe diventare la sua datrice di lavoro, la signora Miles, di signora ha veramente poco. È una donna giovane e Niall si chiede subito quanto. Ha i capelli castani e ondulati che le ricadono sulle spalle e proseguono un po' più giù. Indossa un completo elegante che le fascia il corpo perfetto, con tanto di tacchi che la rendono perfino più alta di Niall. Jonelle lavora solo mezza giornata il sabato ed essendo tornata da poco dallo studio non è ancora riuscita a cambiarsi.

Quando Niall incrocia finalmente i suoi occhi si rende conto che sono di un castano così scuro da intimorirlo. O forse è solo il modo in cui lei lo sta guardando che lo intimorisce.

Babysitter ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora