11) Farlo impazzire

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«Per favore.»

«Harp, non è una bella giornata per andare al parco.» o meglio, Niall non ne ha la minima voglia.

Forse è stata la settimana in cui loro sono andate in vacanza e lui è tornato alla sua solita vita che lo ha fatto andare al lavoro così svogliato quella mattina. O forse è colpa di Jonelle, che non appena lo ha visto prima di fuggire in ufficio gli ha chiesto se quel sabato fosse disponibile per l'intera giornata, perché lei aveva un appuntamento.

Niall non ha chiesto di che tipo di appuntamento lei parlasse, ma lo scoprirà sabato sera, quando probabilmente si farà bella per un uomo della sua età. E mostrerà l'abbronzatura che ha preso durante il suo tempo di relax con la figlia.

Niall sta cercando di pensare a Melissa e a tutto ciò che hanno fatto quella settimana. E si ricorda perfettamente come lei sia rimasta delusa dal fatto che Niall non fosse eccitato. Ma diavolo, quella ragazza universitaria non gli fa provare niente. E avere Jonelle e Harper lontane ha solo peggiorato la sua situazione. Al contrario di quanto pensava.

«Ti prego, Niall. Mi annoio tanto qui a casa.»

«Giochiamo in qualche modo. Va a prendere le tue bambole.»

Come se non sapesse che Harper odia giocare con quelle bambole. Quella bambina preferisce i giochi intelligenti o tutt'al più che vengono considerati da maschi. Altro che piccola principessa.

«Niall, no.»

Il ragazzo odia quando Harper inizia a lagnarsi in quel modo, perché non smette fino a quando non ottiene ciò che vuole.

«Perché non dormi un pochino?» Niall spera davvero che prima o poi Harper si convinca a fare il suo pisolino pomeridiano. Si accontenterebbe di averla buttata addosso, ma dormiente, così che lui si possa dedicare al suo studio. Okay, in quella settimana si è messo molto avanti ed è quasi pronto per dare entrambi i due esami che ha in programma, ma passare la vita a studiare a quanto pare non fa mai male.

«No!» ovviamente. Harper ha perfino le braccia incrociate al petto ora.

«Harp, probabilmente inizierà a piovere nel momento in cui mettiamo piede fuori. Con questa umidità vuoi che ti ammali di nuovo? Io no.» il loro malanno estivo qualche tempo prima per Niall è bastato e avanzato.

La bambina corre alla finestra. «Niall, fuori c'è il sole.»

Il ragazzo sospira e si alza in piedi. Si ferma dietro Harper e geme, constatando che ha ragione. Nonostante quella mattina il cielo sembrasse scuro quanto l'umore di Niall, adesso è tornato un bel sole caldo.

«E d'accordo, andiamo al parco.» è costretto a cedere. E Harper fa i salti di gioia, contenta di aver vinto quella battaglia.

Niall si sarebbe dovuto accorgere che quella giornata non era delle migliori soltanto per lui. Anche Harper è più capricciosa del solito e per tutto il tragitto verso il parco Niall combatte per farsi dare la mano e la minaccia di tornare indietro di continuo. E quella bambina malefica sbuffa e gli fa perfino i versi. Niall non è nemmeno in vena di rimproverarla.

Prima di giungere al solito parchetto, Harper fa forza con entrambe le mani e costringe Niall a fermarsi davanti ad una vetrina. Un negozio di giocattoli, ovviamente. Che hanno un grosso orso di peluche in esposizione. Niall non capisce cosa passi per la testa della bambina, ma si innamora all'istante di quel peluche.

«Niall, me lo compri? Ti prego!»

Il ragazzo universitario si mette a ridere. «No.» dice come se fosse la parola più scontata da usare in quel momento.

Babysitter ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora