4) Ti proteggo dalle ombre

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Niall ha sonno. E la colpa è solo del suo maledetto migliore amico. Harry lo ha costretto a festeggiare anche se il giorno dopo sarebbe stato il primo lunedì lavorativo. Gli ha vietato di bere, ma ora ha comunque sonno, viste le ore piccole. Pure più piccole del solito.

Il suo zaino in spalla, gli occhi ancora assonnati e la mano che si allunga per suonare il campanello.

La porta si apre appena prima che lui suoni e Jonelle lo becca mentre sta sbadigliando come un leone, senza neanche la mano davanti alla bocca.

«Buongiorno, signorino.»

Ma chi è quella, sua madre? La bocca di Niall si chiude di colpo. Si gratta la testa con la mano. «Buongiorno.» e visto che lei lo sta guardando male, subito si mette sulla difensiva. «Non sono in ritardo.»

«Lo so. Vieni, entra, che io devo andare a lavoro.»

Niall segue la donna in casa e l'unica voglia che avrebbe è quella di gettarsi sul divano mentre aspetta che Harper si svegli. Nel fascicolo, ha letto che adesso che la scuola è finita, può lasciarla dormire almeno fino alle dieci e mezza, perché poi deve fare colazione.

«Hai qualche domanda da farmi?»

«Posso fare come se fossi a casa mia?»

«Se rompi qualcosa te la detraggo dallo stipendio. Sempre se arrivi a fine settimana e ti confermo il lavoro.» In cuor loro, entrambi sanno che il lavoro è già suo e Jonelle glielo ha praticamente detto la prima volta che si sono visti.

Niall sorride in modo innocente.

«E comunque parlavo di mia figlia. Hai qualche domanda? Lo hai letto il fascicolo?» continua la donna.

Niall annuisce. Lo ha letto in un'ora mentre stava seduto al bagno. Inutile dire che gli si erano addormentate perfino le gambe, ma la lettura lo aveva coinvolto fin troppo.

Effettivamente, quella bambina è alquanto complicata, sia dal punto di vista comportamentale che fisico, a partire da tutte le allergie che ha.

«Il numero di emergenza è sul frigo?» chiede il ragazzo un po' titubante.

Jonelle annuisce. «Ma spero per te che almeno oggi non ti servirà, o sarai licenziato. Questa settimana di prova da svolgere sarà lunga... al primo sbaglio, è finita.»

Niall annuisce di rimando, dando poco conto a quelle frasi. È sicuro di avere quel lavoro e Jonelle suona incoerente solo perché deve fare quella parte. «Farai tardi.» la esorta il ragazzo.

«Harper sta di sopra in camera sua. Dorme ancora.»

«La lascio dormire fino alle dieci e mezza, se non si sveglia prima da sola. Lo so.»  

«Bene.»

Niall la accompagna alla porta. «Buona giornata.» e poi rimane solo. Si guarda intorno, sospira e alla fine si lascia cadere sul divano, tirando fuori il suo libro di termodinamica applicata dallo zaino. Cacchio, è un mattone gigante e lui lo sta iniziando soltanto adesso.
D'accordo. Può farcela anche se l'esame è tra meno di un mese. Posiziona una penna dietro l'orecchio e l'evidenziatore in mano, mentre il tappo di quest'ultimo viene mangiucchiato dalla sua bocca.

«Il lavoro termodinamico compiuto da un sistema sotto l'azione di una forza
esterna F vale: ∫ L = − F× ds, in cui il segno meno è imposto dalla convenzione che in Termodinamica si
considera positivo il lavoro compiuto dal siste...» Niall si interrompe, sentendo qualcosa gettarsi sulla sua schiena. O meglio, qualcuno. Era talmente concentrato che non l'ha neanche sentita arrivare e salire sul divano. Le braccia di Harper si sono avvinghiate intorno al suo collo da dietro.

Babysitter ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora