8) Spiccare il volo

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È domenica. Niall ha un mal di testa atroce per la sbronza della sera prima e se ne va in giro con gli occhiali da sole, ma va bene lo stesso.

Di certo non avrebbe mancato all'Esposizione Aeronautica che è stata adibita a Londra per l'intera settimana. Connor, uno dei suoi colleghi di corso, lo ha tormentato per andare lì praticamente da lunedì, ma essendo impegnato a prendersi cura di una bambina, ha dovuto rifiutare tutte le volte.

Spiacevolmente, visto che per il suo corso di studio quella mostra è una perla miliare. Ogni professore a lezione, a quanto gli hanno riferito, l'ha nominata nelle ultime tre settimane.

E in più è un campo che Niall ama. Non avrebbe intrapreso quell'università altrimenti. Niall è affascinato da ogni singola cosa che sappia volare. Dalle mosche, beh quelle geneticamente modificate, quelle meccaniche create direttamente da lui in laboratorio, fino ai caccia e alle navicelle spaziali.

Non è un caso che Niall quando era piccolo rispondesse con "pilota e astronauta" alla solita domanda del "cosa vuoi fare da grande?". Diversamente da altri bambini, Niall ha quasi mantenuto la parola. Beh, alla fine dell'università è deciso a fare i corsi per imparare a volare. Magari anche fare un viaggetto nello spazio non sarebbe male. Ma è un tipo così meticoloso che prima ha bisogno di capire perfettamente come funzionino e come si costruiscano quegli aggeggi. E se poi la sua navicella si rompesse su Giove? Deve essere in grado di aggiustarla e ripartire, no? Non ha intenzione di morire fuori dalla Terra.

Connor è lì con lui, nonostante abbia già visto la mostra almeno due volte quella settimana. Non c'è due senza tre, gli ha detto tranquillamente.

Niall ha detto no ad Harry, che il giorno prima gli ha proposto di andare con lui a registrare il suo album. Ma cosa vuole che ne freghi a lui di musica? Sì, beh. Harry era ubriaco più di lui il giorno prima proprio per la felicità derivata dall'iniziare a registrare con il suo produttore. Ha offerto da bere a tutti, nonostante Zayn continuasse a ripetere che non poteva permetterselo. E lo ha scambiato per Louis quando gli ha fatto quella proposta, perché ha cercato di baciarlo subito dopo. Niall non riusciva a smettere di ridere e stava per ricambiare il bacio di Harry. Lo avrebbero fatto davvero se Louis non avesse tirato via il suo ragazzo per il collo.

Era stata una delle peggiori serate di sempre, davvero. Ma Niall ne aveva avuto bisogno. Non importa se Louis adesso è incazzato sia con lui che con il suo ragazzo.

Niall sente una strana eccitazione quando il biglietto dell'entrata alla mostra gli viene messo in mano. 

«Adesso non provare a dire una parola, Connor. Voglio godermi la mia mostra in pace senza sentire la tua voce fastidiosa che mi da informazioni sbagliate.»

Connor sbuffa. Okay, forse lui è un po' logorroico e ogni tanto inventa qualche baggianata. Durante gli esami, quando gli viene fatta una domanda che non sa, è la sua tattica migliore. E non è raro, visto che il modo di studiare di Connor corrisponde a memorizzare qualcosa che Niall gli ripete per ripassare. E spera che gli facciano proprio quelle domande. Insomma, si affida alla fortuna per laurearsi. E intanto si gode la vita da universitario, facendosi mantenere dai suoi ricchi genitori.

Niall lo odia. O forse no, visto che si ostina a passare il tempo con lui a lezione, o almeno quando ci andava. Sotto sotto, Connor è un bravo ragazzo. Un po' nullafacente, ma comunque un bravo ragazzo.

Dieci minuti. Passano solo dieci minuti prima che Niall venga tirato fuori dal mondo in cui si è immerso. Legge ogni cartello e guarda ogni cosa esposta come se fosse magica.

«Niall!»

D'accordo, non è carino fare una smorfia al sentire la voce di una bambina, ma Niall non può farne a meno. Non quando è domenica e vuole urlare che non lavora. Allora perché la sua piccola peste è lì? Oddio.

Babysitter ●Niall Horan●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora