Capitolo 14- Remus e Sirius.

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Con un lieve cenno del capo, Remus ringraziò Severus per aver schiantato James, e gli consentì silenziosamente di riprendere l'interrogatorio.

"Appurato che Potter aveva una relazione con la Evans da anni, continuiamo a non giungere ad una soluzione. Dove eravate voi due al momento dell'assassinio?"

"Ci trovavamo praticamente davanti a lei. Ci ha offerto dei calici, prima uno a James, uno a Remus e alla fine uno a me. Ha bevuto dal suo solo dopo qualche secondo, e in pochi istanti è caduta a terra, morta." Sirius rispose al posto di Remus, ancora troppo sconvolto dalle parole di James.

"Siete implicati in qualche modo con il suo omicidio?" Chiese quindi Lucius, aggrottando le sopracciglia.

"No, né io né Remus. La Evans non era cattiva, forse svampita, stupida e anche vagamente antipatica, ma non avrebbe mai fatto del male a nessuno. E sicuramente io, non avevo motivi per ucciderla."

Remus sospirò, poi prese parola, lanciando uno sguardo triste verso James. "Ho le conoscenze in pozioni necessarie per uccidere qualcuno, ma la Evans non lo meritava, in ogni caso. Chiunque l'abbia uccisa pagherà per ciò che è successo." La determinazione di Remus fece sorridere Sirius, che tamburellò con le dita sulla superficie del tavolo.

Severus non mancò di notare gli sguardi che si lanciavano i due, e con un'alzata di spalle, dichiarò chiuso quell'interrogatorio. I presenti, però, non parevano soddisfatti.

"Che diamine c'è adesso?" Sbottò Lucius, prendendo di mano la spada di Grifondoro a Severus. Era una bella spada, ed attirava gli sguardi di tutti in quella stanza. Solo Remus continuava a sbuffare, vedendola passare di mano in mano.

"Noi vogliamo sapere perché James ha detto quelle cose!" Alzò la mano Regulus, sostenuto da Narcissa.

'Ma di quali cose stai parlando?" Chiese Severus, ben sapendo cosa Regulus volesse approfondire con quel discorso.

"Le occhiate di Remus e Sirius! Insomma, prima lo svegliamo meglio è, inoltre, sono sicuro che lui sappia qualcosa che noi non abbiamo ancora capito, e ci potrà essere d'aiuto nell'indagine." Bellatrix diede il cinque al cugino, e Remus roteò gli occhi, seguito dai tre vicino al tavolo degli interrogatori.

"Per adesso facciamo una pausa! Interrogheremo di nuovo James tra quindici minuti, nel frattempo rilassiamoci." Severus e Lucius sparirono per le scale, mentre Peter e Carrie scendevano, mischiandosi agli altri invitati. Remus e Sirius, invece, salirono fino all'ultimo piano, apparentemente vuoto e tranquillo.

"Credo di non aver mai odiato qualcuno in questo modo." Si infuriò Sirius, dando un pugno a una parete. Il rimbombo si perse nel corridoio, e Remus lo trascinò dentro una stanza, per poter parlare al riparo da orecchie indiscrete.

"Lo so, Sirius. Perché credi che io lo abbia nascosto da quando l'ho accettato? Ho già fatto fatica quando l'ho capito, ed i commenti di James a scuola sulle ragazze non aiutavano. Ovviamente, come al solito, tu hai dovuto peggiorare la situazione, facendolo arrabbiare ancora di più."

"Ora è colpa mia, se lui è un dannato omofobo?"

"No, Sirius, ma avresti potuto aspettare, anziché sganciare una bomba subito dopo la mia. Era già traumatizzato dopo il viaggio in macchina!" Remus spinse Sirius, che continuava ad arrabbiarsi sempre più.

"Non avrebbe dovuto essere traumatizzato! È una cosa assolutamente normale, e se non ci accetterà che si fotta, non si merita due amici come noi!" Sirius lanciò una lampada a terra, mandandola in pezzi.

"Sirius devi calmarti, adesso." Spostò i residui della lampada con un piede, appoggiando entrambe le mani sulle spalle di Sirius. "Lui ha avuto una reazione esagerata, ma tu non devi lasciarti condizionare in questo modo."

"È il nostro migliore amico, Remus! E non ci accetta per quello che siamo! Merita davvero la nostra comprensione?"

Remus parve essere sul punto di parlare, ma alla fine scosse la testa. Il rifiuto e le parole di James bruciavano nella sua mente, e la vicinanza con Sirius di certo non aiutava a far chiarezza tra i propri pensieri.
Era sempre stato così: James era troppo interessato a correre dietro alle ragazze o alla Evans per poter parlare tranquillamente con loro, e così avevano fatto affidamento l'un l'altro nel corso degli anni, approfondendo quella fiducia che li teneva legati, sancendo tra loro un vincolo di lealtà.

Quando James non c'era, Sirius lo ascoltava, sempre accanto a lui, in qualsiasi momento lo desiderasse. E per lui aveva maturato un sentimento ben più grande dentro di sé, che lo aveva lasciati stupito, quando lo aveva finalmente accettato, e poi aveva dovuto nasconderlo, per paura di non essere ricambiato.
Quella sera stava cambiando tutto, e Remus lo sapeva. Sirius continuava a guardarlo in attesa di una sua risposta, ma quei pensieri lo turbavano troppo per pensare lucidamente.

"Sirius, allontanati, ti prego." Ma Sirius restava fermo, lì, davanti a lui, confuso da ciò che l'amico gli stava dicendo.

"Io non riesco a fermarmi, è qui dentro da anni, sopito, e non smette di gridare per uscire. E mi confonde! Ho dovuto conviverci per troppo tempo, e se non ti allontani potrebbe davvero complicare tutto." Remus iniziò a distanziarsi, opponendo resistenza al tocco di Sirius, ma l'altro non lo lasciò andare, attirandolo a sé.

"Ti prego, lascialo libero." Fu tutto ciò che Sirius disse, prima di appoggiare le sue labbra su quelle di Remus, in un bacio disperato.

Assassinio! Assassinio!- WolfstarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora