24.Invito

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Ho deciso di andare da Jorge, mi resta solo da trovarlo.
Non posso usare la moto, potrebbe farmi ancora male il livido e lì sarebbe un problema, spero solo sia vicino.

Ieri quando Dylan mi ha svegliato mi sono accorta che mi mancavano tutti i compiti da fare per oggi e siccome non potevo fare molto ho fatto anche quelli per domani, quindi ho il pomeriggio completamente libero.

Conosco qualche parchetto qua intorno, il più bello e più frequentato è a poco meno di un kilometro da qui, probabilmente é lì, non ho voglia di farmi accompagnare per cui vado a piedi.

Arrivo e scruto bene tutte le panchine.
In una, sotto un albero, vedo una testa grigia che guarda verso le altalene.
Mi avvicino.
"Jorge, come stai?" Mi siedo vicino a lui
"Guardare questo magnifico parco mi ricorda tutti i bei momenti passati con mia moglie, mi sento bene, lei é vicino a me, lo so" mi dice
"Ne sono più che sicura" si gira e mi sorride calorosamente.

"Io speravo che non saresti mai venuta, insomma quando mi vieni a cercare non é mai un buon segno, o sbaglio?" Ridacchio un po' e poi rispondo
"Sono qui in primo luogo perché volevo vederti e poi avevo bisogno di parlare"
"Dimmi, sono qui" faccio un grande sospiro e comincio.

"Ieri é successa una cosa spiacevole" lo guardo e vedo che i suoi occhi sono fissi si di me, mi scruta attento e aspetta che io continui.
"Ho ricordato Anne, il dopo l'incidente, più precisamente il giorno della ricaduta"
"Perché? lo sai?"
"Hanno trattato la mia migliore amica nello stesso modo in cui hanno trattato me quel giorno"
"La Emilton?" Annuisco

"Quella ragazza assomiglia tanto a quella ragazzina di 15 anni" dice alludendo a me
"Lo so, credo sia per questo che la ho avvicinata fin dall'inizio, mi dà l'idea che debba essere protetta, forse perché mi ricorda tanto quella che ero"
"Lo credo anch'io, penso che sia un bene che quella ragazza ti stia vicino, ha una buona influenza e meriti una vera amica come lei" dice, probabilmente intendendo che per quanto vera l'amicizia con Anne potesse sembrare, non lo era assolutamente.

"E invece...di quel ragazzo?Austin ...che mi dici?"
"Cosa?"
"Aveva quegli occhi così simili ai tuoi" di sicuro non si riferisce al colore, anche se vorrei tanto.
"Lui ha una situazione famigliare difficile: quando aveva 13 anni, se non sbaglio, Jess si é presentata alla sua porta dicendo che Christopher era suo padre"
"Ed era vero?" annuisco.

"Sì, la madre la ha accolta subito, ma morì di depressione qualche anno dopo"
"Mi spiace molto"
"Anche a me"
"Come mai la ragazza é andata lì?"
"La madre era morta quel giorno stesso in ospedale e una volta a casa Jess ha trovato una lettera, dove la madre spiegava tutto e diceva di dirigersi a casa Emilton" spiego
"Capisco, ma ora é tutto a posto mi sembra"
"I fratelli non ce l'hanno fatta e sono andati via tutti in paesi diversi dell'Europa occidentale lasciando lui, il padre e Jess da soli a Miami. Austin ha iniziato ad odiarli, da poco ha aperto gli occhi e ha smesso"
"Mi fa piacere"

"Ora, credo tu sia venuta qui per altro, sbaglio?" Dice
"No" stiamo in silenzio, aspetta pazientemente che inizi parlare e che spieghi il vero motivo per cui sono lì.
"L'ho conosciuto perché sono stata espulsa dalla vecchia scuola, quindi ho ripiegato su quella dove studio ora"
"Lui era lì?"
"Leader della squadra di basket, lo odiavo, tantissimo. Ci siamo baciati la prima volta ad una festa e appena lo ho guardato in faccia sono scappata, abbiamo ricordato tutto solo dopo..."
"Dopo?"
"Dopo il nostro secondo bacio" rilascia un risolino che esprime tutto un 'era ovvio'.

"Cosa senti? come ti sei sentita in quei momenti?"
"Bene e in pace, con tutti e con me stessa, rilassata... felice"
"Scommetto che lo hai baciato ancora"
"Si" ridacchio per il suo tono scherzoso "Dopo che mi ha raccontato la sua storia, legata a quella di Jess, mi ha baciata ancora"
"Lo hai respinto?"
"Con la forza di una coccinella" dico un po' sarcastica, lui ridacchia

𝑼𝒈𝒖𝒂𝒍𝒊 𝒎𝒂 𝒏𝒐𝒏 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 [𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒆𝒕𝒂]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora