45.Flashback doloroso e ritorni

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Flashback

"Ti amo" dico al ragazzo davanti a me. "Mmh? Ah sì... Anch'io" risponde, i suoi occhi tentennano molto.
"Vieni da me questo pomeriggio?" Chiede.
"Non so, ho una verifica domani" siamo nel periodo finale per cui ogni verifica che faremo sarà decisiva, non posso permettermi di uscire.
"Dai, ho bisogno di aiuto per una relazione"
"Ti ricordi che sei più grande di me?"
"Ma tu sei più intelligente"
"Va bene, mi passi a prendere?"
"Non riesco, ho un impegno, vieni a piedi, tanto la strada é poca"
"Ehm... Va bene"
"A dopo... Ah! E manda un messaggio quando parti, così so quando arrivi!" Dice allontanandosi e lasciandomi sola.

"La devi smettere di fare la povera piccola ragazza ingenua" dice qualcuno dietro di me, con odio e una punta di disgusto.
"Ehm... Tu sei?" Chiedo girandomi verso la ragazza.
"Sono la persona che sta col tuo ragazzo mentre tu gli fai i compiti" ha un sorriso sinistro, andando dritta al punto col suo tono glaciale, io mi sento come una pugnalata dritta al cuore, non ci credo.
"Davon non lo farebbe mai"
"Ehi! Dai che ho un appuntamento, andiamo..." Dice un'altra ragazza arrivando, poi si accorge di me.
"Oh ciao...ehm...secchiona ti va bene? Scusa non ricordo il tuo nome..." Non mi fa rispondere e continua a parlare.
"Ah! Ma tu sei Krystal! Tesoro scusa ma devo andare! Comunque salutami Davon eh" prende sotto braccio l'amica e se ne vanno ridacchiando, ora le ho riconosciute... Sono due cheerleader.

Inizio a camminare per tornare a casa.
Forza Kry! Sai benissimo che Davon non lo farebbe mai! Lui ti ama come tu lo ami, dicono così solo perché sono gelose.
Il mio telefono suona, é un messaggio di Davon, dice che l'impegno gli porterà via troppo tempo e che la relazione la faremo domani.
Gli rispondo un 'ok, ti amo' e dopo un po' che aspetto la risposta decido di chiudere e continuare a camminare.

Arrivo a casa, saluto i miei fratelli velocemente e li stringo forte in un abbraccio.
Vado di sopra e inizio a studiare, poi mi faccio un bagno.
Quando esco vedo due chiamate perse da Davon, con la terza in corso.
"Pronto?"
"Cretina, sono tre ore che ti chiamo!" Esclama arrabbiato.
"Scusa ero nella vasca..."
"Non mi interessa! Quando ti chiamo devi rispondere!"
"Scusa..."
"Mi fai solo pena..."
Abbasso lo sguardo mortificata.
"Comunque, ti passo a prendere tra mezz'ora, fatti trovare pronta" senza una risposta attacca.

Non é la prima volta che chiama e mi dà così poco tempo per prepararmi.
Velocemente mi vesto con qualcosa di elegante, mi faccio una treccia e mi trucco leggermente.
Quando sento il suo clacson suonare più volte sto mettendo le scarpe.
Passano cinque minuti e sono di fianco a lui in auto.
"Sei lenta" dice, nessun saluto, solo queste parole.
"Cercherò di fare più in fretta"

Arriviamo al ristorante e lui si catapulta dentro senza neanche aprirmi la portiera.
Quando anch'io entro lui sta già seguendo la cameriera per andare al tavolo.
Faccio una leggera corsetta per raggiungerli.
"Grazie" dice il mio ragazzo, mi siedo e mentre lo fa anche lui noto che palpa la cameriera.
Deve essere un'allucinazione o simile, dato che ieri non ho dormito perché dovevo correggere i compiti di chimica a Davon prima che lui li consegnasse.
Mangiamo in silenzio, lui non parla e io ho paura ad aprire bocca.

"Stavo pensando... vieni da me?" stiamo entrando in macchina dopo aver pagato, come sempre ognuno la sua parte.
"Davon io... Sai come la penso..."
"Kry, devi aggiornarti! Non siamo più ai tempi del 'aspetto il matrimonio'! Cresci cavolo! Non fare la bimbetta!" Le lacrime salgono ma mi giro dall'altra parte e aspetto di essere riportata a casa mia.
Non sono la ragazza che aspetta il matrimonio, ma non sono nemmeno quella che alla prima proposta ti si butta addosso.
Vorrei solo aspettare di essere più grande, e vorrei solo che lui si dimostrasse più paziente e gentile, magari più affettuoso e amorevole.
"Eccoci, su scendi" ordina con tono arrabbiato, faccio come dice, sto per entrare in casa quando sento le sue parole.
"Arriverà il giorno in cui mi stancherò di te, poi non lamentarti" parte e mi lascia sulla porta.
Resto a guardare finché non sparisce, le lacrime salgono ma le spingo indietro, forse ha ragione lui.
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𝑼𝒈𝒖𝒂𝒍𝒊 𝒎𝒂 𝒏𝒐𝒏 𝒕𝒓𝒐𝒑𝒑𝒐 [𝑪𝒐𝒎𝒑𝒍𝒆𝒕𝒂]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora