Era successo. I timori di John Weasley si erano rivelati fondati. Perciò, nella confusione generale, sgattaiolò via. Salì le scale, vagò qua e là per Hogwarts, tornando indietro e cambiando innumerevoli volte direzione, per dare l'impressione di non avere idea di dove stesse andando. Invece, conosceva quel castello meglio delle sue tasche.
A un certo punto, svoltò a destra e si fermò. Di fronte a un arazzo che rappresentava "Barnaba il Babbeo bastonato dai troll", comparve dal nulla una porta, che prima non era mai stata lì, ma che improvvisamente faceva parte della parete. Il ragazzino sorrise e si avvicinò alla porta, aprendola con discrezione, mentre davanti a lui si stagliava un'enorme stanza. Era così ampia che a stento si riusciva a vederne la fine ed era ricolma di oggetti di tutti i tipi.
- La Stanza delle Necessità! - esclamò, raggiante, come se si trovasse di fronte a un pubblico adorante. Dalla mucchia che aveva davanti avrebbe potuto recuperare qualsiasi tipo di oggetto, ma lui si diresse semplicemente verso un vecchio baule, logoro e ricoperto di polvere.
- Alohomora!! - recitò e il coperchio si spalancò, molto lentamente, rivelando la figura, quasi evanescente, di un mantello. John lo afferrò e, in men che non si dica, non riusciva più a vedere il proprio corpo.
- Perfetto! Ora? Vediamo un po'... - borbottò, chiedendosi se avesse bisogno di altro. Aveva visitato talmente tante volte quella stanza da conoscerla ormai a memoria, per quanto questa cambiasse ogni volta aspetto e contenuto. Per cui, diede uno sguardo veloce in giro e il suo occhio cadde su un oggetto che sembrava apparso solo in quel momento: un corno bianco, di quelli che si possono suonare soffiandoci dentro. Lo afferrò immediatamente e lo guardò da ogni angolazione, cercando di capire se, effettivamente, era proprio di quello, che aveva bisogno.
- E che me ne faccio?! - si chiese tra sé e sé e un ruggito improvviso risuonò per tutta la stanza, facendogli accapponare la pelle.
- Ok, va bene, ho capito! Non te lo mangio mica! - esclamò, quindi, sempre avvolto nel proprio mantello magico, lasciò la stanza e si diresse verso l'ufficio di Silente.Riuscì a entrare senza grossi problemi e fece in modo che nessuno si accorgesse della sua presenza. Nella stanza, insieme al vecchio mago, si trovava Arthur Potter, il professore di Quidditch, per cui John nutriva dei sospetti fin dal primo momento in cui l'aveva visto. Non emise un solo suono. Avrebbe perfino cessato di respirare, se avesse potuto. Nel frattempo, la conversazione tra i maghi era già entrata nel vivo.
- ... è tutto vero. La Strega Bianca sta veramente tornando. Ma questa volta il suo obiettivo non è Narnia.
- Esattamente, professor Potter. I messaggi, gli attentati... e ora questo rapimento. Jadis ha aperto la Camera dei Segreti e vuole portare a termine l'orrendo progetto del suo avo, Salazar Serpeverde! Come se non bastasse, abbiamo ragione di credere che non si fermerà qui. Una volta tornata in vita, tenterà sicuramente di prendere possesso della scuola. Ci attaccherà dall'interno, poi vorrà estendere il suo potere su tutto il mondo magico. Quando sarà abbastanza forte, ritengo che tornerà a Narnia, per finire ciò che un tempo aveva cominciato.
- Professore... Voi mi avete detto che Aslan ha ucciso Jadis! Tornare indietro dalla morte... Come le sarà possibile?
- Non è strega da poco, credimi. Anche quando studiava qui, ha sempre dimostrato un'abilità oltre la media. Lei non è veramente umana, come credevamo.
- Questo non è sufficiente! Voglio dire... Possiede per caso la pietra?!
- No, no. Anche con il suo immenso potere, non può averla trovata o addirittura utilizzata. Non da sola, almeno. Ho conferito con il Grande Leone e sono venuto a conoscenza di un rito magico della terra di Narnia, in grado di riportare in vita le streghe. Crediamo che un intruso si sia intrufolato nel castello per portarlo a termine. Qualcuno che si nasconde nell'ombra o che non è chi dice di essere. Se i nostri timori fossero fondati, saremmo tutti in pericolo. Jadis potrebbe avere usato questa persona per aprire la Camera e comandare la bestia che contiene... E prima o poi potrebbe arrivare a chiedere il suo sangue. Non sappiamo perché non l'abbia ancora fatto, ma non dubitiamo che lo farà. Da un momento all'altro...
Il nervosismo di Arthur Potter crebbe a dismisura, fino a scoppiare: - Mi sta dicendo che non possiamo fare nulla?! Sono mesi che cerco indizi, senza mai trovare nulla di concreto! Ci deve essere una via d'uscita! Se solo Aslan fosse qui...
- Lui non può essere ovunque, Arthur. Ha tantissimi altri regni, da governare, che hanno bisogno di lui. Lui confida in noi e noi non lo deluderemo.
Albus Silente rifletté intensamente e a John parve di vedere le rotelle del suo cervello che ruotavano l'una insieme all'altra, in perfetta armonia.
- C'è un modo, Arthur, per risolvere questa situazione. E tu vi prenderai parte. Ti ho convocato ad Hogwarts in incognito, perché il tuo coraggio di Auror e il tuo potere sono noti a molti, qui in Inghilterra, specialmente in tempi bui come questi. Non disperare. Ad Hogwarts, nessuno è solo, di fronte al pericolo. Siamo tanti e abbiamo dalla nostra molte carte che la Strega Bianca nemmeno conosce.
Arthur Potter scosse la testa: - Dovremmo chiedere aiuto al Ministero!
- Perché loro riempiano la scuola di Dissennatori? No, Arthur. Possiamo risolvere questa faccenda con le nostre sole forze.
- Questo non lo metto in dubbio, ma... come?!
Silente lanciò uno sguardo a Fanny, un grande uccello rosso appollaiato su un trespolo. John ne aveva sentito parlare, anche se non ne aveva mai vista una. Era una fenice.
- Jadis è stata sconfitta una volta... - disse il vecchio mago - Può essere fatto di nuovo. Ora seguimi, Arthur. Ho una cosa da mostrarti.
John avrebbe voluto avvicinarsi per vedere meglio, ma già aveva intuito a cosa Silente si riferiva, perciò fece marcia indietro, scese i gradini che lo separavano dal corridoio e si diresse verso la torre dei Grifondoro, ma andò a sbattere contro qualcuno, che correva nella direzione opposta.
Il ragazzino crollò a terra e parte del mantello rivelò la sua presenza. Ma lui non se ne curò troppo.
- Salve! - esclamò - Cercavo proprio voi!I Pevensie osservavano sconcertati la testa di John che, separata da quasi tutto il corpo, gli sorrideva placidamente. Susan per poco non ebbe un infarto e si aggrappò a Peter, che guardava Edmund con gli occhi sbarrati. Questi, dal canto suo, non sapeva se mettersi a ridere o a urlare. Lucy era l'unica più o meno calma, ma era comunque confusa.
- So che può essere uno choc, per voi, ma io possiedo un mantello dell'invisibilità.
- Un man... - balbettò Peter. John, per spiegarsi meglio, se lo sfilò direttamente, mostrandolo ai quattro fratelli. I Pevensie lo fissarono, lo toccarono e chiesero anche di poterlo provare. Dopotutto, per loro era una totale novità, per quanto ne avessero viste anche di più strane. Quando si furono abituati all'idea che un semplice indumento potesse far sparire le persone, si ricordarono del motivo per cui erano lì e, soprattutto, del fatto che John avrebbe dovuto trovarsi da tutt'altra parte.
- Ehi! Che ci fai di fronte all'entrata dell'ufficio di Silente mimetizzato in questo modo?! - chiese Peter.
- Niente? - tentò di rispondere il pel di carota, ma non la diede a bere, al ragazzo di Finchley, che si era allenato parecchio negli anni precedenti, quando Edmund era solito cacciarsi nei guai ogni volta che ne aveva l'occasione.
Così, John Weasley fu costretto a parlare. Ma, prima di ogni altra cosa, sussurrò: - Non qui. Ricordate gli alberi di Narnia? Beh, le pareti di Hogwarts hanno occhi e orecchie e non tutte stanno dalla nostra parte... Seguitemi!
I fratelli, spinti da una impellente curiosità e dalla consapevolezza che lui avesse molte più informazioni di loro, lo rincosero per tutta Hogwarts, fino a una stanza segreta: la Stanza delle Necessità.
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I Quattro Re a Hogwarts: Il ritorno di Jadis
Fanfiction"C'erano una volta quattro bambini, di nome Peter, Susan, Edmund e Lucy..." Ma questa storia già la conoscete. Invece che succederebbe se si mischiassero un po' le carte? Che accadrebbe se, una mattina, i quattro bambini ricevessero una lettera dall...