3: Fredda accoglienza

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- Ehm... Signor Olivander? - chiese Susan, titubante.
- Sì?
- Come arriveremo a Diagon Alley?
- Da Londra.
- Ah. E... come arriveremo a Londra?
Lui rise sotto i baffi: - Vedrete...
Avanzarono tra gli alberi con passo deciso, e Lucy rischiò di inciampare più di una volta. Si appoggiò a Ed quando mise male un piede e lo strinse forte.
- Che ti prende, Lu? Ti rendi conto di quello che ci sta accadendo? Impareremo a fare incantesimi! Prepareremo pozioni! E... chissà cos'altro!
- Lo so, ma... Io ho paura di fare solo pasticci. E poi... sono troppo piccola, ricordi?
- Scherzi?! Ti ricordo che sei già stata molto più adulta di così. E non ne avresti nemmeno bisogno. Sei davvero molto intelligente. Se solo ti avessi ascoltato, la Strega Bianca non sarebbe mai riuscita a ingannarmi.
- Grazie, Ed.
- Ma ti pare!
Lucy gli era sinceramente grata, ma non gli aveva detto tutto. Quello di cui aveva realmente paura era di diventare una strega. Una strega come Jadis, la loro terribile nemica.

- Eccoci qua. Preparatevi a volare. Ah, siete assicurati? - scherzò Olivander. Susan sbiancò: - Cosa?! Dovremmo volare... su una scopa?!
- UAO!!! - esclamarono all'unisono i due fratelli. Lucy sorrise, in preda all'euforia più sfrenata. Aveva sempre sognato di volare su una scopa!
I quattro fratelli si misero uno di fianco all'altro, ognuno vicino alla propria scopa volante. Olivander si posizionò davanti a loro, per mostrargli come si faceva.
- Ehm... Devo confessarvi che è la prima lezione di volo che faccio. Ma so che ve la caverete. È facile. E voi, non siete certo gli ultimi arrivati.
- In realtà sì...- precisò Susan, ma cercò di farsi coraggio.
Olivander allungò la mano destra sopra la scopa, poi esclamò: - Su!
La scopa volò dritta nella sua mano.
Susan provò e riprovò, ma quella stupida scopa non sembrava ascoltarla. Gli altri tre, invece, riuscirono al primo tentativo.
- Bene! - commentò Olivander - Pare che abbiamo dei veri talenti naturali, qui!
- Loro... - esclamò Susan, con un verso di rabbia. Olivander le prese la mano e le disse: - Coraggio! Non avere paura. Ricorda chi sei, Regina di Narnia!
Rincuorata da quelle parole, Susan ricordò Narnia. Ricordò Aslan, i castori, il fauno Tumnus e gli anni meravigliosi trascorsi alla reggia di Cair Paravel. Quando tornò coi piedi nel presente, la scopa era già nella sua mano. E non l'aveva nemmeno chiamata!
- Uao! - esclamò Susan, sorridendo fino alle orecchie.
I fratelli risposero al suo sorriso e le chiesero: - Pronta?
- Ora sì, eccome!
Olivander si sedette sulla scopa, poi si diede una spinta verso l'alto e spiccò il volo: - Seguitemi, giovani sovrani! E mi raccomando, non fatevi vedere dai Babbani!
Peter cominciò a chiedere: - Ma cosa sono i Babbani?
Ma Olivander era già più in alto degli alberi. Spiccò dunque anche lui il volo e si accorse immediatamente che volare con la scopa non solo era facile, ma anche divertente! D'un tratto, era come se nella vita non avesse fatto altro che cavalcare scope. Anche per Ed era lo stesso, mentre Lucy cercava di non andare troppo forte e Susan procedeva ancora un po' a scatti.

☆☆☆

Arrivati a Diagon Alley, i quattro fratelli rimasero a bocca aperta, di fronte a quel luogo così magico, nascosto in un piccolo vicolo di Londra. Per prima cosa, si recarono nella banca dei maghi, la Gringott, dove, a quanto pareva, Aslan aveva fatto depositare parecchie monete narniane, appartenenti alle casse reali private dei quattro re. Prevelavarono il minimo indispensabile per le spese scolastiche, poi li convertirono nella moneta corrente dei maghi. Quindi, fecero un giro turistico di Diagon Alley, scoprendo moltissime cose interessanti del Mondo Magico. I gufi e la civetta volavano vicino a loro, tranquilli, e ogni tanto davano qualche beccata amichevole al loro rispettivo padrone. Tutti e quattro si divertirono molto, almeno finché una bambina dai lunghi capelli biondi e il sorriso sfrontato diede uno spintone a Lucy, facendola capitombolare a terra, poi le portò via il libro di Pozioni.
- Dove credi di andare tu?! - esclamò e le corse incontro. Qualcosa era cambiato, in lei, come le accadeva sempre quando veniva a contatto con la magia. Le bastava ritrovarsi a Narnia, per diventare più forte, più coraggiosa, più determinata. Ora non era a Narnia, ma anche Diagon Alley era un luogo magico e, a quanto sembrava, aveva lo stesso effetto su di lei.
Corse incontro alla bambina con fare minaccioso, mentre lei rideva a crepapelle.
- Fermati! Ridammelo!
La bambina si girò verso di lei per prenderla in giro, tenendo bene in alto il libro.
- Vieni a prenderlo!
Non se lo fece ripetere due volte. Ma, per quanto si sforzò, fu tutto inutile. Quella bambina era davvero molto agile. A quel punto, comparve Peter: - Hey, tu! Ridalle subito il libro!
- Perché?! Se no?! - rise lei, decisa a non cedere.
Peter passò alle maniere forti: le sfilò direttamente il libro tra le mani. La bambina non la prese per niente bene: - Ma chi vi credete di essere?! Solo perché avete sconfitto una strega, pensate di essere i migliori maghi del mondo?! Oh! Ma non l'avete uccisa voi, o sbaglio?!
Solo allora i quattro su resero conto che, per tutto il tempo, la folla di maghi e streghe di Diagon Alley non avevq fatto altro che fissarli, con attenzione, ma anche con sospetto, e forse con una punta di indignazione. Tutti avevano capito subito chi erano loro, ma non sembravano affatto contenti della loro comparsa.
Peter sibilò alla bambina: - Attenta, ragazzina! Da dove vengo io, nessuno si permetterebbe mai di parlarci così!
La bambina si accigliò: - Ah, no?!
Poi gli pestò un piede e ringhiò: - Abbassa la cresta, sporco mezzosangue!
Quindi corse via prima che Peter potesse replicare nulla. Olivander invitò la folla a non interessarsi a quella scena e a tornare alle loro faccende, quindi radunò nuovamente i ragazzi: - Venite. Andiamo nel mio negozio: siamo già in ritardo. Una volta lì, vi darò le vostre bacchette e parleremo con calma di quello che è successo.
- Ma... - cominciò a dire Peter.
- Seguitemi. Da questa parte. - lo interruppe Olivander, facendo improvvisamente finta di non sentirlo.

I ragazzi si scambiarono degli sguardi che valevano più di mille parole, poi decisero di seguirlo in silenzio, nella speranza di poter capire, al più presto, perché mai tutte quelle persone ce l'avessero con loro. Susan aveva già un'idea per la testa, ma preferì tenersela per sé, almeno per il momento. Peter, invece, era talmente sconvolto che non riusciva nemmeno a pensare. Ed e Lucy precedevano l'uno accanto all'altra ed erano tranquilli, perché sapevano che, anche se il mondo intero avesse voltato loro le spalle, loro quattro non si sarebbero mai separati. Ed era questo, ciò che contava veramente per loro.

I Quattro Re a Hogwarts: Il ritorno di JadisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora