2: Il venditore di bacchette magiche

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Susan guardò il fratello maggiore alzando un sopracciglio. E anche l'altro. Edmund strillò: - UAO! Una scuola di magia, capite?! E hanno scelto noi!
Peter si schiarì la voce: - Sarebbe tutto bellissimo... se sapessimo come arrivare a Diagon Alley. E poi dovremmo avvertire il Professor Kirke...
- Ma lui è buono! Ci lascerà sicuramente andare! - esclamò Edmund. Il vecchio Professor Kirke aveva vissuto anche un'avventura a Narnia, ma molti anni prima. Queste esperienze li avevano uniti molto, negli ultimi tempi, facendo quasi dimenticare ai Pevensie che si trovavano soli, in una casa sconosciuta, per proteggersi dalla Guerra. Erano certi che lui li avrebbe aiutati in tutti i modi, ma loro non sapevano nulla, di quella strana scuola. E tanto meno di quel posto, Diagon Alley. Chi poteva aiutarli?
Come in risposta, i tre gufi e la civetta, che fino a quel momento non avevano battuto ciglio, gonfiarono il petto e riempirono la stanza dei loro versi striduli.
Lucy ridacchiò: - Problema risolto!

Non l'avesse mai detto! I gufi si alzarono in volo e scattarono verso la porta della stanza, spingendo per uscire.
- Dovremmo seguirlo, Peter!
Susan esitò: - Dovremmo avvertire il professore, Peter!
Peter e Lucy si scambiarono uno sguardo di intesa, ridacchiando sotto i baffi senza farsi accorgere. La piccola adorava suo fratello. E suo fratello adorava lei. Erano sempre stati molto uniti, specialmente negli ultimi tempi. Quando erano vicini, alla bambina sembrava che suo padre fosse ancora con loro. E poi, l'avventura che avevano vissuto a Narnia, li aveva uniti ancora di più.
Un attimo prima che Edmund e Susan iniziassero a beccarsi, Peter esclamò: - Dovremmo avvertirlo, sì. Ma a quanto pare... - aprì la porta - ... i nostri amici hanno fretta!
Susan sospirò, cedendo alla volontà della maggioranza.

I quattro seguirono i gufi fuori dalla casa, nell'immenso giardino, poi oltre il cancello. Prima di andarsene, i fratelli gettarono un ultimo sguardo a quella casa a loro tanto cara, poi si addemtrarono nel bosco. Quello stesso bosco in cui avevano atteso la signora Macready, una anziana signora, severa e un po' bisbetica, che li avrebbe portati dal Professor Kirke. E ora lo attraversavano per andarsene. I gufi volavano in alto, mentre la civetta marroncina di Lucy la seguiva da vicino, svolazzando accanto a lei. Lei la salutò con la mano e la civetta rispose con un verso molto allegro.
- Sembra che tu le piaccia! - esclamò Ed. Lucy sorrise: - Hai proprio ragione!
Dopo qualche decina di metri, però, i ragazzi persero di vista i gufi.
- Accidenti! - imprecò Peter
- Per fortuna la civetta di Lucy è ancora con noi... - commentò Susan, che cercava di essere un po' più positiva.
Lucy arrossì: - Non è mica la mia civetta...
L'animale le volò attorno, poi si posò sul suo braccio, per poi darle una leggera beccata sulla fronte.
Tutti e quattro scoppiarono a ridere.
- Credo che lei non sia d'accordo con te, Lu! - scherzò Peter, tra una risata e l'altra. Nell'allegria del momento, i quattro non si resero conto che qualcuno li stava osservando da dietro un albero...

- Ragazzi... Non dovreste girare per il bosco da soli, sapete?
I quattro fratelli si voltarono di scatto. Chi aveva parlato? Videro un uomo molto giovane, dall'aria simpatica. Aveva lunghi capelli neri e occhi molto grandi, di un verde bottiglia. Era vestito in maniera elegante e impugnava uno strano rametto di legno...
Aveva anche un grande zaino, che scatenava un concerto di lattine e oggetti vari a ogni passo.
- Voi... chi siete? - chiese Susan, diffidente.
- Ooooh, ma come siamo educate! Puoi darmi del tu, sai. Non sono così vecchio!
Lei arrossì e lui ridacchiò sotto i baffi. Stese le braccia ai lati e i due gufi di Peter e Ed vi si aggrapparono. Lucy strabuzzò gli occhi: - Sono tuoi?! Li hai mandati tu da noi?
Lui sorrise: - Beh, no. Cioè, sì, li ho mandati io. Ma non sono miei.
Peter cominciava a capire: - Aspetti... Non vorrà dirci che sono nostri?!
- Esatto! Che ti aspettavi, bel biondino? Un mago, come una strega, non può andare da nessuna parte senza il suo gufo! Sono degli ottimi messaggeri, sapete.
Lucy si accigliò: - Ma io non sono una strega!
L'uomo le rispose con un bell'occhiolino: - Ehi! Non è affatto una cosa brutta, essere una strega! Per la verità, ho conosciuto molte streghe in gamba...
Peter sbottò: - Quella che abbiamo conosciuto noi, ha fatto il lavaggio del cervello a nostro fratello e ha cercato di uccidere noi e moltissima altra gente...
I fratelli si incupirono. Non avevano più parlato di quella vecchia storia. Aslan l'aveva detto chiaramente: "Non serve a nulla parlare di ciò che è passato." Ma il fatto era che Edmund li aveva traditi tutti e tre. E anche se per loro era ormai storia passata, era impossibile dimenticarla del tutto.

L'uomo si mise una mano tra i capelli, strofinandoseli per bene, poi si illuminò: - Un attimo! Voi non sarete... i fratelli Pevensie!! I già leggendari Quattro Re di Narnia?! Oh, cavolo! Non avrei mai immaginato che... I Quattro Re!! E devo scortarli io a Diagon Alley?! Uao! Tu... Tu devi essere Peter! Susan, Edmund e... la piccola Lucy! Benvenuti tra i maghi, sovrani di un altro mondo! Io mi chiamo Olivander e vendo bacchette magiche!
- Aspetti... - esclamò Susan, a cui la storia delle bacchette magiche piacque fin da subito - ... delle vere bacchette magiche?!
- Certo! Che credi?! Coraggio, seguitemi! Si va a Diagon Alley!
- A fare cosa, di preciso? - chiese Ed, che finora non aveva detto ancora nulla. Olivander gli sorrise, ambiguo: - Vi servirà molta roba per la scuola, no? E poi... io lavoro lì. E ho lasciato il mo negozio chiuso per davvero troppo tempo...







I Quattro Re a Hogwarts: Il ritorno di JadisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora