22: Goccia di sangue

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I Pevensie piombarono nei loro corpi con un po' troppa violenza. Ad attenderli, trovarono John, che se ne stava seduto per terra, con lo sguardo perso tra le travi del pavimento.
- John! - esordì Peter - Perché non sei venuto con noi?!
- Io...
Il ragazzo era una furia. Dopo quello che avevano appena visto lui e le sorelle, non c'era da stupirsi che avessero perso completamente il controllo. Susan stava ancora piangendo, mentre Lucy non riusciva nemmeno a pensare. Quell'odio, quella crudeltà... la facevano inorridire. Aveva odiato vederle fare del male a Narnia, ma sua madre, la madre dei suoi fratelli... lei non doveva toccarla! Lei no! Già, sua madre... la migliore amica di Jadis. Flash degli ultimi mesi le lampeggiarono davanti agli occhi. Sapevano tutti. Tutti. Da Daisy Malfoy ad Albus Silente. Gli unici ignari di tutto erano proprio loro. Perché?! Avrebbe tanto desiderato delle risposte, ma l'attenzione ora si stava spostando tutta su John.
- L'avete vista? - chiese infatti il ragazzino e i fratelli sbatterono le palpebre, confusi.
- Chi?! - esclamò Peter e Lucy sobbalzò. Negli occhi di John poteva leggere gli stessi sentimenti che stava provando lei. Era come guardarsi allo specchio.
Qindi rispose: - Sì, l'abbiamo vista.
- E com'era?
I suoi occhi erano supplicanti. L'unica cosa che gli importasse in quel momento era quello. E la bambina lo accontentò: - Era bellissima. E ha fatto un gesto... meraviglioso.
Peter e Susan guardarono prima lei, poi John, poi di nuovo lei e si resero conto di cos'era successo. Capelli rossi... Weasley... Un bambino abbandonato... Tutto tornava. L'ultimo tassello mancante del puzzle finalmente era al proprio posto.
John deglutì con forza, poi disse: - Ecco perché odio i Serpeverde. Presto o tardi, l'ambizione li consuma, li fa diventare dei mostri. Se non fosse stato per Aslan, non avrei mai visto Archen, né Narnia, né niente! Jadis mi ha tolto tutto. Tutto! Aslan mi ha dato la vita e un'occasione per ricominciare. Due volte. Ho visto più case io di un qualsiasi orfano di Londra. Narnia e Hogwarts sono molto più che due semplici luoghi, per me. Sono la mia opportunità di essere me stesso, di realizzare i miei sogni, di avere degli amici... di sentire mia madre più vicina.
Prima che i fratelli potessero rispondere qualsiasi cosa, John aggiunse: - Peter!! Non lasciare che succeda anche a te! Non diventare mai come lei! Promettimilo! Ne... Ne ho bisogno.
Peter sorrise, gli occhi ricolmi di lacrime: - Te lo giuro!
Proprio in quell'istante, però, la porta della Stanza delle Necessità si spalancò di colpo.
- Che cosa state facendo qui, voi quattro?!

- Edmund... - la voce di Mei risuonò ancora nel corridoio. Il ragazzino guardó in ogni direzione, ma Hogwarts era deserta. Nemmeno Gazza sembrava essere nei paraggi. Prima che Peter tornasse alla stanza con il vestito, lui era già uscito. Non poteva pensare che una ragazza così dolce e innocente potesse trovarsi tra le grinfie di quella strega maledetta. Avrebbe scoperchiato la scuola, se fosse servito a salvarla. Ma doveva fare qualcosa.
- Edmund.
Questa volta l'aveva sentito forte e chiaro.
- Mei, dove sei?!! - esclamò, imprudente.
- Edmund! - insistette la voce. Proveniva dall'ufficio della professoressa Honnely! Ma... non aveva senso! Quella donna non avrebbe fatto mai male a una mosca! Si appostò vicino alla porta e udì ridacchiare.
- Ahahah!! Susan Pevensie, ti adoro ufficialmente! Ahahah, ma davvero pensa di poter tornare indietro nel tempo in questo modo! Come può pensare che io glielo permetterei, se lo ritenessi possibile?! Ahahah! Non c'è che dire, ha talento e grinta da vendere, ma non bastano, non è vero?
Una voce strana, acuta e tremolante ma senza dubbio non rassicurante, rispose: - Certo che no! Hihihi!!!
Edmund si grattò il capo. Doveva fare uscire quelle due da...
- Opplalì, opplalà, uno spione abbiamo qua!!
Pix il Poltergeist! Se l'era completamente dimenticato! Ma il fantasmino non aveva dimenticato lui e gli lanciò una serie di pernacchie a ripetizione. Prima che passasse all'artiglieria pesante, Edmund afferrò un sassolino dal pavimento e lo lanciò contro un'armatura. Il chiasso richiamò fuori la professoressa Honnely, ma Pix si aggrappò ai capelli di Ed, tirandoli con forza. La strega vide entrambi e scacciò Pix con un incantesimo.
- Non è carino fare questi rumori a quest'ora! - esclamò, quindi voltò leggermente la testa e l'altra voce di poco prima sentenziò: - Forse è il caso di pensare a un'adeguata punizione...
"Ma... La Honnely parla da sola?!" rise tra sé e sé Edmund, ma i suoi pensieri furono rotti da un altro "Edmund!". Guardó la professoressa. Non sembrava aver sentito nulla.
- Edmund Pevensie! Cosa stai facendo a quest'ora nei corridoi di Hogwarts?!
Il Tassorosso balbettò delle scuse, mentre il Pix, ora furioso con l'insegnante di Pozioni, se la prendeva con lei.
"Grazie, Pix!" pensò Ed "Per una volta, sei utile a qualcosa!"
Mentre la strega era alle prese con il Poltergeist, Edmund sgattaiolò nell'ufficio, ma non trovò altro che ampolle su ampolle, palle di neve e una manciata di oggettini frivoli quanto inutili.
- Che sta succedendo, accidentaccio?!
Un nuovo richiamo indusse Edmund a uscire. La voce voce di Mei era sempre più chiara e distinta. Il ragazzino avanzò indisturbato nel corridoio, finché una nuova invocazione lo fece trasalire. Cominciava a farsi davvero buio, ormai. Edmund avrebbe voluto usare un incantesimo, quindi mise la mano in tasca per cercare la bacchetta, ma non la trovò. In compenso, si accorse di stringere in mano lo strano aggeggio trovato nella sua camera. Lo tirò fuori e lo studiò, per quanto poteva e con il solo senso del tatto. Ne ripercorse la superficie con la mano e finì per muovere una sorta di levetta. Di colpo, una palla di luce uscì dall'accendino, illuminandogli la strada e attirando gli improperi di tutti i quadri. Per sua fortuna, la pallina di luce non restò a lungo per aria. Parlò, con la voce di Mei, e chiamò il suo nome.
- Mei!
- Edmund!
La luce lo investì in pieno e gli si posò sul cuore, come un cucciolo di koala. E lui sentì che lei era vicina, molto vicina. La voce della ragazzina continuò a guidarlo attraverso il castello. Si muoveva alla cieca, senza vedere, ma lei lo guidava e lui non temeva più nulla. Questo era il vero potere dei sentimenti.
- Edmund!
Il ragazzino si bloccò. Era arrivato in un bagno.

- Edmund! Sei qui!
Mei era lì, legata alle tubature, infreddolita e impaurita. Il ragazzino corse subito da lei.
- Come mi hai trovata?!
- Ti ho sentita. Ho sentito la tua voce... È complicato. Ho solo desiderato di trovarti più di qualunque altra cosa e la lucina, l'accendino, e Pix, e...
La ragazzina sorrise a quelle parole, pur senza capirle a pieno, e stampò un bacio sulle labbra di Edmund, interrompendo quel flusso di balbettamenti sconclusionati. Edmund, colto alla sprovvista, rimase immobile come un sasso, tant'è che lei si bloccò e disse: - Scu... Scusa. Non dovevo?
- No, no. Fa' pure. Cioè, è stato bellissimo... È che...
- Non ricomincerai a balbettare, ora! - balbettò lei, scherzosa. Lui arrossì: - Ehm... Basta così. Ora ti libero...
- No, fermati! Lei ti ucciderà!
Lui, senza neanche ascoltarla, iniziò a cercare un modo per liberarla.
- Non ho paura di lei. L'ho già sconfitta una volta...
- No! Lei ti ucciderà!
Edmund sbuffò: - Vuoi essere salvata o no? Perché mi hai chiamato, se poi mi mandi via?
- Perché sei speciale, per me, Edmund. Perché sei l'unica persona che vorrei accanto in un momento come questo. E perché ho fiducia in te. Ma... tu non capisci! È proprio per questo, che ti mando via! Lei è pericolosa, lei è infida, lei è... QUI!!!
Edmund si voltò di scatto nella direzione in cui guardava la ragazzina. All'inizio non vide nulla, poi un'orribile figura prese forma davanti a lui, sghignazzando. Era un essere diabolico. Sembrava fatta di muco e vomito insieme. Aveva due occhi piccolissimi e tre capelli esatti. Indossava stracci luridi e in mano teneva un lungo bastone di legno.
- Edmund.... - sibilò la creatura, con la stessa voce che lui aveva udito poco prima parlare con la professoressa Honnely.
- È davvero un piacere vederti... Ti stavamo aspettando, sai?
- "Stavamo"?! - chiese lui - Vuoi dire la professoressa Honnely è stata dentro a questa faccenda fin dall'inizio?!
- Quella creatura initile?! Oh, no! Di lei mi sono solo servita per portare in atto il mio piano... Ehm, volevo dire il "nostro" piano... Quell'oca giuliva crede ancora che io sia la voce della sua coscienza o chissà cosa. Sto parlando di qualcun altro, che non vede l'ora di rivederti...
Edmund, sapendo bene cosa lo aspettava, tentò la fuga, ma qualcuno lo afferrò a tradimento.
- Non provare a fare un passo, Figlio di Adamo!
Era il nano, quello che guidava le imbarcazioni che lo avevano portato a Hogwarts!
- Voi nani non imparerete mai, vero? - lo provocò, ma il diretto interessato, anziché fare un passo falso, lo strinse ancora più forte a sé, minacciandolo con un coltello.
- Non tollero insinuazioni del genere! Quello dei nani è un popolo ben più nobile del tuo, sporco mezzosangue!
Mei tirò un calcio al loro carceriere e Edmund tentò di ribellarsi, ma era tutto inutile. La creatura misteriosa li immobilizzò con un incantesimo, poi tracciò un cerchio sul pavimento del bagno e iniziò a cantilenare un motivetto per nulla simpatico o rassicurante. Tempo pochi minuti e un imponente blocco di ghiaccio emerse dal nulla. La figura della Strega Bianca, trionfante e seducente come un tempo, apparve nel bianco spettrale di quella lastra gelata, con un ghigno divertito in volto.
- Edmund... Vuoi ancora diventare il mio re?
Edmund ringhiò: - Uccidimi, invece! Ma lascia andare Mei! Lei non c'entra nulla!
- Lei non c'entra nulla? - lo schernì Jadis - Lei era la via per arrivare a te! Se vuoi davvero che si salvi, dovrai fare una cosa per me...
Il nano e la creatura di prima ridacchiarono, mentre, il primo tagliava con il coltello la mano di Edmund.
La Strega Bianca sussurrò: - Di sangue di Adamo basta una goccia e io sarò libera...


Benritrovata, gente! 😄😄 E benvenute anche voi, facce nuove! 😉 Siete sempre di più, è incredibile! Naturalmente, sono contentə che il mio lavoro stia piacendo così tanto e spero di non deludervi mai fino alla fine (la pressione comincia a farsi alta, con tanto seguito 😅). E, a proposito della fine, vi dico che l'epilogo l'avrei già scritto... è giusto l'ultima parte, che mi manca! 😂 Ad ogni modo, da come si stanno mettendo le cose, penso che il prossimo capitolo sarà proprio quello finale. Sì, insomma, se siamo arrivat* alla resa dei conti...

Ah, un'altra cosa. Se non ricordo male, il rito della goccia di sangue non esiste, nei libri, ma è solo un'aggiunta del film. Dai, sempre di Narnia si parla, no? 😉😄

Grazie di avere letto e alla prossima, ciaoooooo!! 😃😃





I Quattro Re a Hogwarts: Il ritorno di JadisDove le storie prendono vita. Scoprilo ora