Capitolo 19

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Giusy si fermò davanti alla biblioteca dove vi erano persone sedute sulle poltrone o sui divani che si trovavano ad ogni angolo di essa. Si fermò per un secondo, si guardò intorno poi ricominciò a camminare trascinandoci come fossimo aquiloni. Arrivò davanti a un divano in fondo alla biblioteca che si trovava di fronte a una porta finestra che dava sul giardino posteriore dove si intravedeva il magnifico lago che poche ore fa mi aveva stregato con i suoi rilessi color cristallo e... una luce strana illuminava quel divano  mi voltai a vedere quelle persone che erano sedute comodamente  dove Giusy ci aveva condotto . Un ragazzo stava manipolando una polverina color Viola scuro che fluttuava nell'aria e tutti la osservavano come fossero stregati, non capivo proprio cosa potesse essere. Mi avvicinai di più e poi domandai
"Cos'è questa cosa?"
"È la porpora" mi rispose Giusy
"Come fa a fluttuare?" Chiesi io incuriosita
"Beh il professore Malavoglia ci ha insegnato questa magia nel suo corso per collegatori mentale"mi disse lei
Io la guardai ancora perplessa mentre Tommy si sentiva a suo agio come se per lui tutto ciò fosse normale
"In che senso il collegatori mentale?" Chiesi infine io
"Beh sono quegli individui che riescono a collegarsi con la mente ad oggetti cose o persone e riescono a governarle ma è un dono di pochi ragazzi che con il tempo perfezionano la loro tecnica" parlò svelta per poi raggiungere gli altri
La persona che la osservava più intensamente e che la manipolava facendo gesti per aria strani con le dita era un ragazzo con una montagna di capelli ricci color castano e due grandi occhi verdi.
Guardai a bocca aperta
"Ehi tesoro chiudi quella bocca che ti entrano le zanzare" disse una ragazza con i capelli biondi e gli occhi color ghiaccio privi di emozione, facevano paura
"Hey Kessy lasciala stare" disse Giusy e si rimise a guardare quella cosa galleggiante che chiamavano porpora.
Il ragazzo che prima la stava manipolando distolse lo sguardo e la polverina cadde a terra, si avvicinò a me

"Comunque piacere io sono Max" mi disse abbozzando un sorriso

"Piac... " non feci in tempo a completare la frase che la voce di Tomas mi sovrastò

"Hey ragazzi bella festa eh!"

"Hey amico non è carino parlare sopra a una ragazza" disse Max

"Ah neanche me ne ero accorto che stesse parlando" disse Tommy guardano Max con un so che di strafottenza.

Max gli andò più vicino ma in mezzo si mise subito un ragazzo di bassa statura biondo cenere con una moscolatura da far invidia a tutti.

"Hey calmiamoci tutti non facciamo stronzate altrimenti Angelo Bianco non ci farà più fare nessuna festa" disse con una voce rauca.

"Angelo Bianco?" chiesi io incuriosita

"Beh si sarebbe il maestro supremo, noi lo chiamiamo cosi visto che il suo nome ci è all'oscuro " disse il biondino

"Vabbè adesso è ora di andare" disse Tomas rivolgendosi a me

Cosa? pensa di potermi dare ordini a me dopo quello che ha detto? ancora non ha capito con chi ha a che fare

"Ma se la festa è appena iniziata,lasciami in pace se sei stanco vai" dissi  freddamente, già mi ero pentita di quelle parole così aspre da non sembrare che fossero uscite dalla mia innocente bocca.

"Vedi che la ragazza si fa rispettare, Max non c'era bisogno che la  difendessi tutto mi sembra tranne una pulzella in pericolo" disse il ragazzo biondo cenere il cui nome ancora non sapevo ridendo con i suoi amici. Poi si avvicinò a me quasi mi avesse letto nel pensiero e si presento:

"Io comunque sono Jordan" afferai la sua mano che era rimasta per aria
"Io sono Alisia" dissi e vidi che Jordan trattenne un sorriso.
Tommy se ne andò sbuffando come un toro inferocito  e io rimasi da sola insieme a quegli estranei. Mannaggia a me e alla mia testardaggine. Perchè non me ne sono andata con Tommy? certo gli dovevo dimostrare che non può approcciarsi come me come gli pare, prima quando stiamo mi tratta come fossi  una principessa e ora mi ha trattato come uno straccio da piedi, non mi sta proprio bene quindi rimarrò qui un altro pò così capirà che non mi può comandare come vuole lui.

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