Capitolo 7

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Sentii il rumore dello sportello della macchina che si chiudeva violentemente , mi affacciai dalla finestra e vidi mio padre e mia madre che si stavano dirigendo verso la porta.L'aprirono e mi accorsi che mia madre aveva gli occhi gonfi e rossi,sicuramente per qualche strano motivo aveva pianto molto, invece mio padre aveva la solita faccia, sembrava non provasse emozioni.Io stavo davanti a loro. Chiusero la porta e senza neanche salutarmi,come fossi invisibile si diressero di sopra e dopo qualche minuto sentii la porta dello studio di papà chiudersi. Non capivo il perché di tanta indifferenza,avevo fatto forse qualcosa di male? Bah non capivo proprio.
Mi scese una lacrima che mi rigo il viso. Non so di preciso per quale motivo stavo piangendo mi sentivo terribilmente sola e mi sentivo in ansia per non so cosa. Salii le scale con l'intenzione di buttarmi sul letto a leggere un bel libro o ad ascoltare un po' di musica.Magari così mi sarei distratta. Stavo percorrendo il corridoio per raggiungere la mia camera quando sentii mia madre singhiozzare e sussurrare qualcosa a mio padre, mi spinsi verso la porta del ufficio di papà per cercare di capire il motivo di tanta agitazione e tristezza. Sentii la voce di mio padre che diceva
"Helen, ormai è troppo tardi, la situazione c'è sfuggita di mano e Alisia è in pericolo dobbiamo per forza mandarla via" appena le parole raggiunsero il mio cervello la testa iniziò a girarmi in modo veritginoso e mille domande diverse mi invasero :in pericolo da cosa? E perché mi volevano mandare via? Stava sicuramente succedendo qualcosa di cui io ero rimasta all'oscuro. Spaventata da quello che avevo appena sentito indietreggiai e inciampai sul tappeto che stava per terra. I miei evidentemente sentendo il botto aprirono di corsa la porta e mi videro li,per terra con la faccia distrutta dal dolore non solo fisico ma anche emotivo. Mia madre si mise la mano davanti la bocca e guardó papà;avevano capito che stavo ascoltando. Cercai di mettermi in piedi  e alzando le mie barriere per cercare di non far trasparire nessun tipo di emozione dissi :" Perché mi dovete mandare via? Cosa sta succedendo? Perché io non so niente?" Mio padre mi guardava con i suoi occhi color celesti che erano velati da un filo di disperazione. Capii che la cosa stava diventando grave.

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