War is open

465 77 13
                                    

-Io penso, tesoro, che qui a comandare sono e sarò sempre io. Però se proprio vuoi essere il capo di qualcosa, il reparto dei bambini dai 2 ai 4 anni non ha ancora nessuno che li sorvegli- disse con spavalderia, guardandosi le unghie con noia -se proprio ci tieni ad essere capo di qualcosa penso che tu li sia ben accetto- disse con un ghigno, guardandolo negli occhi con aria di fida. -Sparisci dalla mia vista, Hemmings- disse pacata, liquidandolo con un gesto della mano come se fosse una questione di poco conto. Il ragazzo la guardò, scoppiando a ridere -Considerando quanto sei alta, o dovrei dire bassa, quello dovrebbe essere il tuo posto. Insomma, non noterebbero nemmeno la differenza di età- ribatté il ragazzo con cattiveria e provocando una risata collettiva. Ashley, con una finta calma nel tono di voce, si chinò leggermente verso di lui e lo afferrò per il colletto della camicia in modo che i loro visi fossero solo a pochi centimetri di distanza. -Prova a ripetere ciò che hai detto su me e Calum e sei un uomo morto- minacciò in tono basso, sforzandosi comunque di non perdere il controllo nonostante la minaccia appena pronunciata. -E io dovrei avere paura di una ragazza alta un metro e uno sputo?- ribatté lui, ridendole in faccia. Oh questo era davvero troppo. Ashley non gli diede il tempo aggiungere altro perché lo afferrò per i capelli, strattonandoglieli con violenza; senza sprecare un secondo sferrò anche il primo, potente pugno dritto sul naso del ragazzo: non era forte come quello di un ragazzo, ma anche quello aveva fatto il suo danno. Luke ricevette altri pugni, ancora stordito dal primo colpo. -Michael ferma questa troia!- esclamò con rabbia crescente -io non picchio le ragazze-. Luke era un coglione, ma come tutti i coglioni seguiva un codice tutto suo, e in quel codice stava scritto che le ragazze non si toccavano, nemmeno se tentavano di romperti il naso. Calum accorse immediatamente, anticipando il ragazzo dai capelli rossi che era ancora piuttosto sconcertato dalla scena. -Ashley basta!- urlò con prepotenza, ma le parole caddero nel vuoto poiché lei non smise di colpire Luke finchè il naso del ragazzo non iniziò a sanguinare. -Ben ti stra stronzo!- gli urlò soddisfatta mentre veniva trascinata via dall'amico. Solo in quel momento si accorse delle urla quasi selvagge che si erano alzate dai tavoli: chi la incitava a continuare la rissa, chi la implorava di fermarsi prima di rompere il naso a Luke. Il ragazzo si teneva una mano sul viso insanguinato perché, anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente, faceva un male cane; nonostante gli costasse molto dirlo, Ashley colpiva veramente bene per essere una ragazza: quella reazione impulsiva aveva attirato la sua attenzione, in quanto aveva capito che la ragazza aveva carattere da vendere. Si allontanò di qualche passo con la mano e il viso sporchi di sangue ma senza staccare gli occhi da lei: non avrebbe mai ammesso nemmeno questo, ma in realtà la ammirava. Ovviamente ciò non bastava a cederle di nuovo il posto di capo: quella era stata solo una battaglia, la guerra non era di certo finita.

Il silenzio calò improvvisamente nella sala mentre tutti erano rimasti immobili nel vedere le porte della mensa che si aprivano di scatto rivelando l'imponente figura del direttore, furioso come non mai. Lo sguardo del direttore cadde inevitabilmente sul quartetto nel centro della mensa mentre Ashley tentava di nascondere dietro la schiena le mani con le nocche ancora sporche di sangue nonostante fosse piuttosto palese che fosse coinvolta nella rissa. -Benson, Hemmings, Hood, Clifford. In direzione, subito.- disse in tono severo e autoritario indicando tutti e quattro. Luke e Michael strabuzzarono gli occhi dato che credevano di essere le vittime in quella rissa, abbandonarono però ogni tentativo di protesta per seguire in silenzio Ashley e Calum che invece non erano per niente sorpresi dell'epilogo di quella storia.
-La guerra l'ho vinta io, vero Cal?- chiese la ragazza in tono innocente, sbattendo gli occhi come un cerbiatto indifeso. -Non credo che la guerra sia finita qui... Però, piccola tigre, hai sicuramente vinto questa battaglia- la rassicurò con un sorriso, seguendo il direttore verso il suo ufficio -sono fiero di te-.
-Amico, mi dispiace dirtelo ma credo che il tuo grado di popolarità si sia appena abbassato del 50%, mentre lei ha riacquistato gran parte della sua popolarità: siete pari ora, sarà una bella guerra- disse Michael in tono basso per non farsi sentire da Calum e la diretta interessata che seguivano il direttore pochi passi davanti a loro -Dio santo, Lucas, quella ragazza ti ha fatto fare veramente una figura di merda: sei stato ridicolizzato davanti a tutti- aggiunse ridendo mentre lo sguardo ricadeva inevitabilmente su Calum che si era girato proprio in quell' istante dato che li aveva sentiti confabulare. Quest'ultimo lanciò uno sguardo di fuoco a Michael che si morse il labbro poiché il rimprovero era palese in quello sguardo. -Non esserne così sicuro, Michael- ribatté il biondo con un ghigno -Tutte le ragazze in quella mensa stavano letteralmente sbavando vedendomi ricoperto di sangue. E sono certo che la mia cavalleria le abbia impressionate- replicò con sicurezza, portandosi una mano tra i capelli leggermente scompigliati. Si passò le maniche della camicia sotto il naso per asciugarselo dato che gocciolava ancora sangue mentre il suo sguardo gli ricadde inevitabilmente su Ashley e... il suo fondoschiena. Niente male pensò con divertimento. -E in ogni caso devi tenere in considerazione che lei ha la mentalità di una bambina; avrà anche vinto la prima battaglia, ma non vincerà la guerra: prima o poi anche lei si sottometterà a me come hanno fatto tutte le puttane che si trovano in questo posto- dichiarò alzando volutamente la voce in modo che Ashley potesse sentire le sue parole: in realtà non gli importava affatto che il direttore si trovasse davanti a loro, voleva apertamente mettere le cose in chiaro. Sentendo quell'affermazione, la ragazza si girò di scatto, furiosa, il pugno già alzato e pronto a colpirlo nuovamente. Sfortunatamente per lei il direttore intervenne tempestivamente e la fermò prima che potesse creare altri danni: era alquanto seccato da quella situazione e puntava a risolverla il prima possibile. -Con tutte queste pagliacciate state solo peggiorando la situazione, vi assicuro che la mia punizione sarà esemplare per tutti e due- disse con severità, rivolgendo un'occhiataccia ad entrambi: nonostante fosse in età piuttosto avanzata, quell'uomo riusciva ad incutere timore a tutti, in fin dei conti era lui il capo dell' orfanotrofio e aveva più potere sulle loro vite di quanto fossero disposti ad ammettere: nessuno poteva opporsi alle sue decisioni.

Arrivati davanti all'ufficio, il direttore Parker chiese con pazienza ai quattro ragazzi di attenderlo lì senza creare ulteriori casini mentre sbrigava un paio di faccende urgenti prima di riceverli nel suo ufficio e discutere della loro punizione. Ashley si sedette docile su una delle quattro poltroncine nere poste ai lati del corridoio, le gambe incrociate e la testa apoggiata sulla spalla dell' amico che si era sistemato al suo fianco, osservando Luke divertito. Il biondo sembrava infatti molto preoccupato e andava avanti e indietro, meditando su come aveva finito per andare in punizione. Il ragazzo dai capelli di fuoco, intanto, giocava a degli stupidi videogame sul telefono, cercando di ammazzare il tempo con qualche piccola distrazione. La tensione fra i quattro era palpabile, anche uno stupido si sarebbe accorto che tra i loro non scorreva buon sangue.
Continuando a percepire gli spostamenti d'aria provocati dal ragazzo, Ashley alzò improvvisamente la testa, sbuffando. -Hennings... cioè volevo dire Hemmings- si corresse subito -dato che hai così tanta voglia di camminare, perché non te ne torni in mensa e mi porti qualcosa da mangiare? Per colpa tua ho saltato il pranzo e ora mi è venuta fame- propose com un sorriso falso -ti va?-. Luke si girò verso di lei, fulminandola con lo sguardo -Credi che io sia il tuo cameriere? Dovevi pensarci prima di prendermi a pugni in faccia. Prenditelo da sola il tuo cazzo di pranzo- ribatté sgarbato e irritato dal comportamento della ragazza. -Fottiti, Ashley- gli ringhiò contro sentendola ridere; si fermò un attimo, pensando a ciò che aveva detto: si era ricordato il suo nome nonostante l'avesse sentito si e no un paio di volte. In tutta risposta, nel frattempo, ricevette un "ti piacerebbe farlo tu" appena sussurrato ma accompagnato dal consueto sorrisetto spavaldo. Luke non rispose, fingendo di non averla sentita e alla fine cedette e andò a sedersi, iniziando ad osservare furtivamente la coppia di amici seduti comodamente davanti a lui: come cazzo facevano ad essere così calmi?

Improvvisamente il signor Parker ricomparve sulla soglia del suo ufficio, invitandoli ad accomodarsi tutti nel suo ufficio. Mentre i quattro obbedivano, anche l'uomo si sedette comodamente sulla poltrona imbottita, iniziando a rigirarsi fra le mani la penna stilografica nera che aveva appena utilizzato per compilare dei documenti. -Eccoci qui- esordì con un finto sorriso mentre lo sguardo si posava su Ashley: non era per nulla sorpreso di vederla lì. -Ti sei fatta cacciare dall'ennesima famiglia e, dopo essere tornata da appena tre ore, ti sei già messa nei guai. Non cambi mai eh?- disse in un tono che non fa da trasparire alcuna sorpresa -Riconosco però che quando si tratta di risse, tu colpisci solo se provocata, perciò credo che anche tu, Luke, sia ampiamente coinvolto in questa faccenda- concluse in un tono che non ammetteva repliche. Fece una breve pausa per prendere un sorso di tè caldo dalla tazza appoggiata sulla scrivania, poi riprese con la ramanzina -Per questo motivo ho deciso di punire entrambi allo stesso modo, mentre Michael e Calum riceveranno una punizione meno severa dato che sono stati solo parzialmente coinvolti-. Fece una breve pausa ma non diede comunque a nessuno il tempo di ribattere. -Voi due- disse indicando Luke e Ashley -dovrete sistemare tutta la biblioteca dell'istituto. Dubito che ne abbiate sentito parlare dato che non viene usata da anni, ma ho deciso che questo è il momento e il modo più adatto per ripristinarne l'utilizzo. I pavimenti e i tavoli sono tutti sporchi e pieni di polvere, per cui dovrete pulire tutto in modo impeccabile. Inoltre ci sono molti libri in disordine, dovrete sistemarli in ordine alfabetico e per argomento-. I due diretti interessati strabuzzarono gli occhi, sconvolti: passare intere ore da soli, senza altro svago che la reciproca compagnia? Sarebbe stato un incubo. Fecero entrambi per ribattere ma il direttore li interruppe di nuovo. -Voi due, invece,- replicò indicando Michael e Calum -vi limiterete a sistemare e pulire la mensa quando tutti avranno finito di mangiare. Mi raccomando voglio che facciate sparire il sangue di questo giovanotto dal pavimento-. Ashley sbuffò e pestò il piede per terra, indispettita: sembrava una bimba che faceva i capricci. -Benson non si accettano proteste. O vuoi per caso pulire anche i bagni comuni?- minacciò alzando un sopracciglio. -Inutile dire che dovete iniziare subito- disse mentre si alzava dalla poltrona per aprire la porta ai ragazzi -buon lavoro- concluse mentre chiudeva la porta alle loro spalle, soddisfatto.

This is my Kingdom; //Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora