So she's better

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Ashley appoggiò la piastra bollente sul ripiano accanto al lavandino e si guardò allo specchio, rimanendo ferma a fissarsi per lunghi istanti allo specchio: era arrivata la fatidica sera del ricevimento e Luke sarebbe arrivato entro pochi minuti in veste ufficiale di suo accompagnatore, come se si trattasse del ballo scolastico che mai avrebbero potuto avere. Non aveva detto nulla di quanto aveva visto nell'aula di musica, Ashton l'aveva persuasa ad aspettare per vedere fino a dove si sarebbero spinti Diana e Luke, così gli aveva dato retta.
La ragazza uscì con calma dal bagno e prese l'abito di pizzo rosso a maniche lunghe appeso all'armadio, infilandolo con cura per poi chiuderlo con difficoltà ma con successo: era quasi pronta. Finito di truccarsi gli occhi, si mise un rossetto dello stesso colore dell'abito e sorrise soddisfatta: sicuramente avrebbe attirato l'attenzione del biondo e, forse, eclissato totalmente Diana.
Stava cercando furiosamente le scarpe nell'armadio quando qualcuno bussò alla porta. -Un attimo!- urlò affannata mentre alzava vittoriosa un paio di tacchi della stessa tonalità di rosso del vestito: glieli aveva regalati il signor Hudson per il suo sedicesimo compleanno, quel vecchio rimbambito era proprio come un nonno e faceva sempre i regali migliori. Ashley si appoggiò al muro con una mano e infilò velocemente le scarpe, controllando poi sullo specchio attaccato alla parete che i capelli fossero in ordine. -Arrivo!- strillò quando sentì ancora bussare alla porta, alzando gli occhi al cielo.

Luke alzò gli occhi al cielo sentendo la ragazza correre affannata per tutta la stanza: sicuramente era ancora in pigiama e ci sarebbero volute altre due ore perché fosse pronta. Sbuffò sonoramente, chiedendosi perché le ragazze fossero sempre così lente e sistemò minuziosamente il mazzo di rose rosse che aveva appositamente colto in giardino poco prima. Preso dal nervosismo iniziò addirittura a sistemare le maniche della camicia bianca, leggermente risvoltate sugli avambracci prima di bussare ripetutamente una seconda volta.
Finalmente la porta si aprì e Ashley comparve sulla soglia, finalmente pronta per andare al ricevimento allestito in quella che molti anni prima era stata la palestra della scuola. Luke la fissò a bocca aperta, non trovando le parole per esprimere quanto la ragazza fosse bella: quel vestito le stava divinamente, valorizzando le sue magnifiche curve. -Ashley...- balbettò con difficoltà, tentando di riprendere l'uso della parola mentre lei lo guardava con un leggero sorriso stampato sul volto, a sua volta intenta ad ammirare la camicia bianca che aderiva perfettamente ai muscoli del biondo. -Sei... bellissima- balbettò ancora Luke -voglio dire, sei meravigliosa- continuò, elencando una vasta serie di aggettivi più che adulatori mentre tentava di riprendersi ancora dallo sconvolgimento improvviso: l'aveva sempre vista in jeans e maglietta e quel cambiamento era veramente incredibile; non che prima fosse brutta, ma ora era semplicemente perfetta e probabilmente se non fossero già stati in ritardo non avrebbe esitato a realizzare le fantasie tutt'altro che innocenti che gli stavano affollando la mente.
-Hemmings riprenditi!- esclamò lei, ridendo di gusto per la reazione ridicola del ragazzo -neanche tu sei male- ammise divertita, non volendo ancora una volta dargli la soddisfazione di un vero e proprio complimento. Luke rise a sua volta e le porse le rose -Doveva essere una cosa seria, no?- disse a mo di spiegazione, grattandosi timidamente la testa: continuava ad essere tutto molto strano per lui, ma si sforzava di sembrare normale. -Grazie, Luke- sorrise lei, prendendo il mazzo di rose dal dolce profumo per riporle sul ripiano accanto alla porta -dopo le metterò in un vaso- promise prima di chiudere la porta -ma ora siamo in ritardo, perciò andiamo. -Aspetta- disse lui, fermandola -penso che sia d'obbligo un bacio prima- sentenziò divertito, attirandola a se prima di premere la labbra sulle sue per pochi secondi. Lei sorrise a quel contatto improvviso e chiuse gli occhi, dimenticandosi improvvisamente qualsiasi impegno o ricevimento. -Ti guarderanno tutti stasera...- osservò Luke, quasi con fastidio mentre si mordeva il labbro inferiore. -Non essere geloso, Hemmings- commentò lei ridacchiando prima di incamminarsi verso la palestra, seguita dal ragazzo che, ridendo, prese la sua mano come per sottolineare ancora una volta che lei era sua soltanto.

This is my Kingdom; //Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora