Old friends

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Ottobre procedeva lentamente, così come la lite fra Calum e Ashley. Entrambi avevano perso il conto dei giorni che stavano passando a non rivolgersi la parola e ciò faceva male, molto male.
Anche quel giorno al loro tavolo regnava il silenzio, un silenzio teso che segnava la rottura avvenuta in quel gruppo: da un lato Luke, Michael e Ashley, dall'altro Calum mente i tre rimanenti passavano da un "campo" all'altro come se non fossero altro che delle stupide palline da ping pong. Ovviamente avevano perlomeno tentato di far ragionare tutti, ma con scarsi risultati su tutti i fronti: era tutto un fottuto disastro.

-Michael- disse Luke in tono di ammonimento, mettendogli una mano sulla spalla: non lo aveva mai visto così a pezzi nonostante si conoscessero da quando erano in fasce. Il rosso alzò lo sguardo dal suo piatto ancora mezzo pieno e guardò l'amico con sguardo interrogativo, non capendo il motivo per cui lui lo avesse chiamato. -Smettila di fare così, okay?- disse severamente -Non dargli la soddisfazione di vederti stare male- sorrise e gli scompigliò i capelli in un gesto affettuoso, sapendo che Michael lo odiava. -Si papà- borbottò seccato prima di fulminarlo con un'occhiataccia -ti detesto-. -Lo so- rispose con allegria il biondo che con la sua stupidità cercava di tirare su il morale a tutti.
-Questo vale anche per te, ragazzina- replicò in tono più dolce mentre si avvicinava ad Ashley per darle un piccolo bacio di conforto; la ragazza, come aveva fatto spesso nell'ultima settimana, si ritrasse bruscamente, evitando il contatto con lui -non ora- sussurrò mentre affondava la forchetta nella sua insalata. Si sentiva ancora tremendamente male per il litigio con il suo migliore amico e credeva che certe effusioni di Luke in pubblico, o meglio, davanti a Calum, avrebbero solo peggiorato la situazione già tesa fra lei e il moro. Il biondo scosse la testa, esasperato dal comportamento di entrambi e riportò la sua totale attenzione su Diana che sedeva davanti a lui -Hai fatto un po' di esercizio ieri?- chiese sorridendo mentre appoggiava la mano sul palmo, osservandola con attenzione: non si era mai reso conto di quanto fosse effettivamente bella quella ragazza, ma lui era talmente preso da Ashley da non avere occhi per altri che lei. -No- ammise la rossa -ho iniziato ad ascoltare i dischi che mi hai lasciato e mi sono letteralmente innamorata dei Nirvana- spiegò ridacchiando appena vide lo sguardo del ragazzo illuminarsi. -Sai che ti adoro, vero?- disse ridendo, guadagnandosi un'occhiata furente da parte della bionda che, incoerente come al solito, afferrò saldamente la sua mano, assicurandosi che Diana la vedesse bene e capisse l'implicito messaggio: lui è mio.
-Luke sono stanca, mi accompagneresti in camera?- disse con voce dolce e cantilenante mentre spostava lo sguardo sul ragazzo, vedendo se aveva ancora il coraggio di preferire Diana a lei. -Certo, ragazzina- disse affettuosamente mentre si alzava: era del tutto ignaro della muta sfida che stava prendendo piede fra le due ragazze a causa sua, in fin dei conti lui aveva già fatto da tempo la sua scelta e di certo non si era pentito. -Ragazzi noi andiamo- disse allegro, salutando il gruppo e rivolgendo un sorriso azzardato anche a Calum che non lo calcolò minimamente -ci vediamo più tardi-.
-Ashley alle tre in biblioteca, giusto?- chiese Ashton come ulteriore conferma, provocando un impeto di gelosia nel cuore di Luke che però si trattenne dal fare commenti. La bionda annuì con un leggero sorriso e la coppia si incamminò con calma verso la porta, sparendo ben presto alla vista di tutti.

-Ashton!- esclamò Ashley in tono severo, cercando di non ridere per farsi prendere sul serio dal ragazzo -Smettila di fare lo stupido altrimenti non finiremo mai di preparare questo stupido ricevimento!- lo rimproverò quasi con disperazione, sbattendo la testa sul tavolo di legno della biblioteca. Ashton guardò la bionda e scoppiò a ridere, non riuscendo a prenderla sul serio: era ridicola mente gonfiava le guance nel tentativo di soffocare le risate per sembrare perlomeno seria. Prese un respiro profondo e tornò per un attimo serio, smettendo di ridere; Ashely, notando che il ragazzo si era zittito, alzò la testa dal tavolo e lo guardò per un lungo istante negli occhi, quasi perdendovicisi all'interno: non aveva mai notato quanto fossero verdi. Lui, ovviamente, notò di essere osservato e le sue labbra si piegarono in un sorriso allegro, mettendo in evidenza le fossette ai lati delle sue guance; Ashely, sentendosi colta in fallo, distolse lo sguardo e finalmente scoppiò a ridere, cedendo alla tentazione. Il ragazzo, cercando di trattenersi dal ridere, la rimproverò come aveva fatto lei poco prima ma in tono ironico e molto più civettuolo per prenderla in giro -Ashley Benson, se fai la stupida non finiremo mai!-. La bionda smise di ridere e alzò un sopracciglio, guardandolo in modo da lanciargli una sfida implicita -Prima cosa: io non parlo così- borbottò permalosa -seconda cosa ho riso solo perché tu hai fatto quella faccia da cretino- lo guardò male, rimanendo mortalmente seria per un attimo prima di sorridere nuovamente -si, sei proprio un cretino- ripeté, alzando gli occhi al cielo; era passato moltissimo tempo dalla loro rottura e da quel giorno avevano iniziato a parlarsi a stento, ma in quel momento sembravano i vecchi Ashley e Ashton che scoppiavano a ridere per la più stupida delle cose, arrivando talvolta a piangere per la risata contagiosa e stridula di entrambi: aveva dimenticato quanto fosse bello passare il tempo in sua compagnia.
-Okay, Ashley ora basta- esordì il biondo in tono severo -abbiamo giocato abbastanza, adesso dobbiamo metterci sotto perché abbiamo un ricevimento da organizzare e se sarà un fiasco Parker sarà furioso- spiegò ancora una volta, cercando di mantenere ancora quel tono serio e composto per sembrare più convincente; continuando la sua impeccabile performance prese l'agenda blu e la penna dalle mani della ragazza, iniziando a picchiettare con il tappo sulla copertina e producendo un ritmo piuttosto orecchiabile. Ashley lo guardò male ma sorvolò sul tono sarcastico del suo rimprovero perché sembrava che ormai il ragazzo avesse preso le redini della situazione e ciò significava che forse erano pronti per iniziare a lavorare seriamente all'organizzazione della festa. Appena aprì la bocca per parlare, Ashton la interruppe e in quel momento la bionda si ricredette sulle considerazioni appena fatte -Secondo te, il preside si scopa veramente quella che lavora in mensa?- chiese in tono fin troppo serio, mordicchiando il tappino della penna come se stesse facendo chissà quale riflessione filosofica. Lei lo guardò, per niente stupita dalla piega che il discorso aveva appena assunto; esasperata decise di assecondarlo e rifletté seriamente sulla domanda posta dal biondo -No che non si scopa la signora della mensa- rispose con fare esperto, come se tenesse d'occhio tutti gli strani sviluppi che avvenivano in quell'orfanotrofio -secondo me si fa la sorvegliante dei bimbi più piccoli, quella che sta sempre con Max hai presente?- spiegò con cura, come se stesse illustrando chissà quale complicata legge fisica. Ashton aggrottò le sopracciglia, pensieroso -Intendi quella alta e bionda? Ma è grassottella!- esclamò come se fosse una confutazione più che ovvia -Non che io abbia problemi con le ragazze con qualche chilo di troppo ma penso che Parker sia più un tipo da more e basse, anche perché lui non molto alto- spiegò accalorato, facendo anche gesti evidenti per enfatizzare le sue parole. Ashley alzò gli occhi al cielo, esasperata da quel discorso così futile e stupido, ma decise di dargli corda poiché quando iniziava a piagnucolare diventava insopportabile: quel ragazzo era veramente troppo permaloso. -Ma dai, non è così male- disse in difesa della donna con cui aveva parlato si e no un paio di volte -è carina, ha solo bisogno di tagliare quelle orribili doppie punte- spiegò con saccenza: questa volta era lei ad aver assunto quell'atteggiamento da espertissima in materia. -Hai perfettamente ragione, dovrebbe farsi anche il col- il ragazzo non fece in tempo a finire la frase poiché trasalì sentendo Ashley sbattere con prepotenza i pugni sul tavolo nel tentativo di richiamare la sua attenzione -Ashton siamo qui per organizzare il ricevimento, non per discutere su chi si scopa il direttore!- strillò al limite dell'esasperazione prima di mettersi a sedere sulla sedia in modo più composto, ostentando una calma che in realtà non aveva -facciamo le persone serie almeno per una volta- lo pregò con gli occhioni da cerbiatto.
Ashton annuì, ricomponendosi, e la guardò attentamente -Cosa vorresti proporre come tema?- chiese mentre si spostava per accomodarsi sulla sedia accanto alla sua, ritrovandosi praticamente spalla a spalla con lei; Ashley si sentì molto a disagio per quel contatto improvviso e così ravvicinato con Ashton: dopo la loro brusca rottura causata dal tradimento del ragazzo aveva smesso di sentirsi a suo agio stando così vicino a lui, e quella sensazione continuava anche a distanza di svariati mesi. Senza rendere il gesto troppo plateale, si spostò di poco con la sedia cercando di mantenere una leggera distanza di sicurezza come ulteriore "garanzia" o prevenzione: in fin dei conti poi Luke le avrebbe fatto il terzo grado e a lei non andava di mentire, stava già soffrendo troppo per un piccolo segreto non rivelato.
Si riscosse immediatamente dai suoi pensieri e iniziò a guardarsi attorno, osservando gli scaffali ordinati come in cerca dell'ispirazione che però faticava ad arrivare: aveva troppe distrazioni. -Perché non farla a base di alcol e puttane?- propose Ashton, pensando di aver avuto una delle sue idee più brillanti; l'unico risultato fu l'occhiata di fuoco che ricevette da Ashley che non riusciva a credere che avesse potuto formulare un'ipotesi così fottutamente stupida. -Forse perché è una festa per far adottare i bambini e non il tuo personale bordello?- chiese seccata, forse con un velo di acidità di troppo. Ashton rise per la reazione esagerata della ragazza e le diede un bacio azzardato sui capelli biondi, abbracciandola improvvisamente; a quel contatto la ragazza si irrigidì di colpo, rimanendo interdetta e anche leggermente scombussolata da quell'affetto così improvviso. -Ashton perché mi stai abbracciando?- chiese lei con un sorriso tirato ma in tono calmo e controllato: voleva delle spiegazioni immediate ma allo stesso tempo cercava perlomeno di non essere troppo brusca. -Perché ho deciso che questo è il momento per chiederti scusa, non volevo che tra noi le cose finissero in modo così brutto e dopo così tanto tempo questo mi sembra il modo più appropriato per farmi perdonare da te- spiegò lui con timidezza, ostentando però allo stesso tempo una sicurezza quasi azzardata. Ashley a quella risposta si rilassò e si lasciò stringere, mantenendo per un distacco che era più appropriato per il momento -Era solo sesso tra noi due- gli ricordò con una scrollata di spalle -era prevedibile che ognuno sarebbe andato per la sua strada, Ash. Ora io ho Luke al mio fianco e non ho bisogno di certe cose da te ma la tua amicizia è ancora preziosa- puntualizzò lei con tranquillità, rimettendosi seduta in modo più composto sulla sedia. -Non ho intenzione di mettermi in mezzo- si difese lui, alzando le mani come a sottolineare quelle parole -volevo solo dirti che mi dispiace per essere stato un coglione e per aver rovinato tutto in modo così stupido- spiegò com sincerità, accennando un lieve sorriso nella speranza che la ragazza lo perdonasse una volta per tutte. Ashley sospirò e si girò verso di lui, incontrando di nuovo quegli occhi color smeraldo -Scuse accettate- proferì dopo interminabili secondi di silenzio -l'unica cosa che devi fare adesso è aiutarmi per questa cavolo di festa- puntualizzò con un leggero sorriso, focalizzandosi nuovamente sul problema principale che doveva affrontare in quel momento. -Stai tranquilla Ashy, questa volta Max verrà adottato- disse in tono dolce, sapendo quanto la ragazza tenesse a quel piccolo mostriciattolo -faremo di tutto per riuscirci, te lo prometto- aggiunse prima di darle un altro bacio sulla fronte; lei a quel dolce gesto accennò un sorriso e si rilassò: ormai il rancore che provava nei confronti di Ashton si era completamente dissolto, permettendole di essergli amica come prima. -Ce la faremo- concordò la bionda in tono deciso, riservandogli uno dei suoi migliori sorrisi -cosa ne pensi di un ballo in maschera?- propose pensierosa. Ashton ci pensò qualche istante, poi scosse il capo -Sarebbe troppo scontato fare così; perché invece non facciamo una festa in maschera ma con un tema?- ipotizzò lui iniziando a scarabocchiare dei disegni sull'agenda blu per dare forma alle sue idee. -A che tema stai pensando?- domandò Ashley con curiosità, appoggiando il mento sul palmo aperto. -Qualcosa in stile settecentesco- spiegò con entusiasmo -immagina i bambini vestiti con gli abiti d'epoca che invitano i genitori a ballare, sarebbe una cosa adorabile e nessuno resisterebbe a dei marmocchi nelle vesti di principi e principesse- aggiunse con estrema dolcezza, immaginandosi la scena; Ashley rimase piacevolmente sorpresa, non aveva mai sentito il ragazzo parlare con quel tono e quell'entusiasmo. Accennò un sorriso e riprese a parlare -Mi sei piaciuto Irwin, allora non sei del tutto una testa di cazzo...- lo prese in giro, scoppiando a ridere assieme al biondo come se fossero tornati ai vecchi tempi -Tuttavia non credo che sia l'idea migliore per una festa simile, lo sai che l'orfanotrofio non può permettersi così tanti costumi e poi non penso che un bambino con un caratteraccio come quello di Max accetterebbe facilmente di travestirsi come un principe del Settecento, o di travestirsi in generale- rifletté sbuffando -Potremmo fare una semplice festa come gli altri anni, magari aggiungendo qualche gioco per i piccoli..- non fece in tempo a finire la frase che Ashton la interruppe entusiasmato, segno che gli era appena venuta un'idea apparentemente geniale -Magari facciamo anche un talent così le famiglie affidatarie vedranno questo sono bravi i bambini- propose allegro -e per aumentare la competizione potremmo anche far vincere un premio al migliore-. Ashley lo guardò in silenzio, aspettando che il ragazzo scoppiasse a ridere per la ridicola idea che aveva appena avuto ma lui rimase serissimo, segno che era pienamente convinto della sua brillante intuizione; la ragazza si schiaffeggiò la fronte, esasperata. -Ashton lo sai come sono competitivi i bimbi, finirebbero per litigare e quindi spaventare o irritare i possibili genitori- replicò lei per poi sorridergli divertita, accentuando le fossette -le tue idee non sono molto intelligenti Ashton, perciò la tua unica utilità sarà l'altezza per appendere le decorazioni dato che io non ci arrivo- lo prese in giro ridendo e gli passò una mano tra i capelli, scompigliandoglieli ancora più di prima. -Sei una stupida! La mattina mi ci vuole tantissimo per ordinarli!- esclamò lui in tono teatrale, cercando di aggiustarsi quel disastro tenuto insieme dalla bandana rossa mentre guardava la ragazza con una finta espressione furiosa nel tentativo di piegare il suo cuore di pietra. -Sei un cretino- constatò lei, continuando a sbellicarsi dalle risate mentre il ragazzo la guardava offeso.

Il piccolo Max corse fuori dalla stanza dei giochi in lacrime, stringendosi al petto il piccolo pinguino peluche che Ashley gli aveva regalato quasi un anno prima per il suo terzo compleanno. Voleva disperatamente la ragazza perché lo proteggesse dai bimbi più grandi come faceva sempre, peccato che non avesse idea di dove fosse.
Stringendo il pupazzo come se fosse il suo scudo da piccolo cavaliere e iniziò a correre per i corridoi finché non sentì una risata fin troppo familiare provenire dalla biblioteca. Con fatica spinse le pesanti porte di legno che erano solo accostate e fece capitolino con la testa, osservando l'interno della stanza; un enorme sorriso spuntò sul suo viso vedendo Ashley seduta al tavolo intenta a prepare le prime decorazioni per la festa assieme ad Ashton. -Ashy!- esclamò con voce acuta, precipitandosi verso di lei per abbracciarla forte, rintanandosi fra le sue braccia -non voglio più giocare- mormorò piano, tirando su col naso. La bionda lo guardò con affetto e lo strinse al petto per fargli capire che era al sicuro, poi gli asciugò le lacrime e lo mise seduto sul tavolo di fronte a lei, prendendogli le manine. -Cosa è successo?- chiese con voce tranquilla, invitandolo a spiegare il motivo delle sue lacrime. -Sono tutti cattivi- piagnucolò il bimbo, sfregandosi gli occhi con le manine -Ash posso rimanere con te?- chiese in modo adorabile, attaccandosi questa volta al collo del biondo, stringendolo forte: adorava quel ragazzo, infatti quando lui e Ashley stavano ancora insieme passava molto tempo assieme ad entrambi che lo facevano sempre giocare e divertire oppure semplicemente lo coccolavano con affetto. -Piccolino non sono io che decido- spiegò lui ridendo -devi chiedere al capo- disse mentre con un cenno del capo indicava la ragazza che li guardava intenerita, le sembrava proprio di essere tornati ai vecchi tempi che però ora non sembravano più così perfetti perché ora aveva un elemento che avrebbe reso il quadretto perfetto: Lucas. Sorrise nostalgica al pensiero del ragazzo che al momento era impegnato in una delle solite lezioni di chitarra con quella rossa di cui non si fidava per niente; se osa anche solo sfiorarlo... pensò in una minaccia silenziosa, se solo avesse potuto le avrebbe strappato i capelli da quella testolina odiosa. -Certo che puoi restare, però mi devi aiutare- disse poi, ritornando alla realtà dopo i numerosi richiami del bimbo che batté le mani entusiasta, tornando nuovamente a sorridere. -Palloncini!- urlò con gli occhi che brillavano per la felicità. -Niente palloncini per ora- rispose Ashton ridendo -però puoi scegliere i colori dei festoni da appendere -spiegò con dolcezza, mettendolo in piedi sul tavolo -mi aiuti? Sono un disastro con i colori-. Max batté nuovamente le mani con entusiasmo e si andò a sedere sulle ginocchia di Ashton, prendendo vari nastri mentre cercava di dire i nomi nell'ordine giusto, guadagnandosi i complimenti del biondo -Tu sei più bravo di quella giraffa- gli sussurrò ridacchiando all'orecchio in modo molto innocente, guadagnandosi un occhiolino da parte del biondo.
Il bambino sorrise fiero e riprese a trafficare; solo allora si rese conto di quanto Ashley fosse silenziosa, completamente persa nei suoi pensieri. Perché non ride? si chiese il bimbo con tristezza: con lui rideva sempre ma quella volta non lo stava facendo, che preferisse lo spilungone a lui? Assolutamente no! Ashley era solo sua, nessuna giraffa poteva portargliela via, per nessun motivo al mondo.
Nella sua innocenza si alzò di scatto e si accoccolò fra le braccia della bionda, guadagnandosi la sua totale attenzione -Io sono più bello- proferì con un broncio adorabile, facendola finalmente ridere.

This is my Kingdom; //Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora