Violence

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Luke stava parlottando annoiato con Michael e Diana quando una risata fin troppo familiare non catturò la sua attenzione; alzò lo sguardo e vide Ashley intenta a ridere e parlare allegramente con Ashton che teneva sulle spalle il piccolo Max che sembrava molto coinvolto nella conversazione. Luke distolse lo sguardo, lasciandosi sfuggire un lieve sospiro: era ovvio che anche quel piccolo marmocchio, che era molto importante per la bionda, preferisse Ashton a lui, perché lei non avrebbe dovuto fare lo stesso? Quel pensiero in effetti lo assillava spesso da quando i due avevano ricominciato a vedersi regolarmente con la scusa della festa; in fin dei conti nella sua vita non aveva mai amato nessuna donna che non fosse la sua stessa madre, e ora il pensiero di perderla gli incuteva più paura di quanto fosse disposto ad ammettere: era una debolezza.
La ragazza si accomodò al capo opposto del tavolo, accanto al ragazzo con la bandana rossa, e si sistemò il bimbo sulle gambe, riprendendo a parlare animatamente con il primo: non sembrava nemmeno che si fosse accorta della sua presenza nella stanza. Ovviamente provava un grande fastidio per quella situazione, ma allo stesso tempo capiva per quale motivo lei fosse così curiosa di sapere come andavano le lezioni con Diana, ostinandosi ogni volta a chiedere tutti i dettagli a riguardo. Michael gli rivolse un'occhiata eloquente ma Luke scosse la testa, lasciando intendere che nemmeno lui capiva cosa diavolo stesse succedendo fra quei due.
Quel silenzio teso venne bruscamente interrotto dalla voce allegra di Rebecca che stava arrivando assieme a Calum, silenzioso e cauto come sempre. Per sfortuna o scherzo del destino dopo che la prima si fu accomodata al solito posto, rimase solo una sedia libera: quella di fronte a Michael. Luke non fu l'unico ad accorgersene, infatti anche il rosso alzò lo sguardo e scrutò l'ultimo arrivato in attesa della sua mossa successiva.
Calum incrociò gli occhi verdi dell'ex ragazzo e sentì un tuffo al cuore vedendo quanto fossero arrossati e contornati da occhiaie, come i suoi: perché era stato così stupido da ferirlo in quel modo? Michael non si meritava affatto quel trattamento, non aveva fatto nulla di sbagliato ed entrambi lo sapevano perfettamente, eppure continuavano a starci male. Cautamente il moro si avvicinò alla sedia e prese posto, abbassando lo sguardo a causa di quello accusatorio di Michael che non lo mollava un secondo. Luke strinse le labbra in una fessura sottile e diede una leggera gomitata al rosso, intimandogli con lo sguardo di non aumentare ancora di più la tensione già palpabile nell'aria; il ragazzo annuì con evidente tristezza e riportò lo sguardo sul piatto, iniziando a mangiare svogliatamente il pesce che avevano servito per cena quella sera.

Luke e Michael rimasero in silenzio per tutta la durata della cena a differenza degli altri che parlavano animatamente, Ashley con Ashton e Max, Calum con Rebecca e Diana. Accadeva spesso che il moro rivolgesse eloquenti occhiate al rosso, ma lui cercava di ignorarle mantenendo lo sguardo sul piatto che conteneva ancora una buona metà del cibo servito: sentendosi così osservato dal ragazzo, l'appetito aveva iniziato a mancare perciò aveva mangiato pressoché nulla.
Luke, dal canto suo, detestava vedere il suo migliore amico ridotto in quello stato per colpa di un cretino, cosa che Calum era anche solo per ciò che aveva detto al rosso; per questo motivo, sorprendendo tutti, il biondo si rivolse direttamente a lui con una richiesta inaspettata.
-Calum possiamo parlare?- chiese improvvisamente, facendo zittire l'intero tavolo: persino Ashley sembrava essersi finalmente accorta dell'esistenza del biondo dopo non averlo calcolato per tutta la cena -in privato- puntualizzò mentre guardava il moro con decisione, fermamente convinto di fare qualcosa di buono per Michael: anche lui in fin dei conti gli aveva dato un aiuto enorme con Ashley, perciò glielo doveva. Il moro, prevedibilmente, rimase interdetto e molto sorpreso dal fatto che una tale richiesta venisse proprio dal ragazzo che odiava di più in assoluto. -Va bene- disse in tono tirato, alzandosi lentamente dal tavolo come se stesse studiando qualsiasi tipo di reazione sui visi dei due ragazzi al lato opposto del tavolo: Luke si stava alzando con calma dopo essersi pulito le labbra con il tovagliolino di carta blu, Michael invece spostava in continuazione lo sguardo da uno all'altro nel tentativo di capire le intenzioni del biondo.
Quest'ultimo con un cenno eloquente della mano invitò Calum a seguirlo e insieme uscirono dalla mensa, entrando nella prima stanza libera per avere un po' di privacy mentre parlavano. -Cosa vuoi, Hemmings?- chiese il moro in tono duro, cercando di non dare a vedere quanto avesse effettivamente paura di un confronto magari fisico con il ragazzo. -La devi smettere- rispose lui, in tono altrettanto duro -devi smettere di guardare Michael con quello stupido sguardo. Cazzo ma non lo vedi quando sta male per colpa tua?- esclamò furioso -quello che sta peggio è proprio lui, l'unico a non avere colpa. Se c'è l'hai con me o con Ashley non ti biasimo, ne hai tutto il diritto, ma Michael? Mi spieghi a cosa ti serve farlo stare male? Non ti senti nemmeno un po' in colpa a vederlo così?- chiese cercando di mantenere un tono calmo mentre avanzava lentamente verso di lui, studiando la sua reazione. Calum abbassò lo sguardo a quelle parole ma non sembrò voler rispondere: la verità era che anche lui stava di merda sia per l'assenza del rosso sia perché vedeva che stava soffrendo quanto lui per la loro rottura così brusca e ingiusta. -Io non voglio farlo stare male- mormorò con un filo di voce -quel giorno ero furioso e ho insultato per impulso anche l'unica persona che aveva accettato di stare al mio fianco nonostante il pessimo momento che stavo passando- tentò di spiegare con calma, studiando bene le parole. -Lasciatelo dire, Calum, sei proprio un cretino- constatò mentre un leggero sorriso gli incurvava le labbra -Michael è quel tipo di persona che porta rancore per secoli, ma sono certo che per te farà un'eccezione. Quindi tira fuori i coglioni e vai a farti perdonare- ordinò con quel suo linguaggio da cavernicolo quale era -se lo vedo ancora versare anche solo mezza lacrima a causa tua giuro che tornerò a cercarti e non mi interessa se sei, eri o sarai ancora il migliore amico della mia ragazza, io ti picchierò comunque fino a farti sputare sangue- promise in tono forse troppo minaccioso mentre stringeva i pugni: nessuno doveva azzardarsi a fare del male a Michael senza subirne le conseguenze.
Calum annuì talmente velocemente che Luke per un attimo temette che la testa gli si staccasse e rotolasse via dal corpo -Voglio solo sistemare le cose, almeno con lui- ammise con sguardo triste, abbassando il capo. Il biondo lo guardò comprensivo e gli mise una mano sulla spalla con fare stranamente fraterno e annuì -Lo so, Calum. Io ti prometto il mio aiuto, ma tu devi giurare che farai tutto ciò che è un tuo potere per farlo tornare il vecchio e spensierato Michael, chiaro?-. Calum lo guardò con riconoscenza, cominciando a ricredersi: forse si era fatto un'opinione completamente sbagliata sul biondo, forse aveva davvero un cuore ed era davvero innamorato di Ashley come diceva di essere.
-Ora tu aspetta qui, io vado a convincerlo a venire a parlarti okay?- promise in tono gentile, avviandosi verso la porta. -Luke- lo richiamò immediatamente il moro, facendolo girare -Grazie- disse con estrema sincerità ma allo stesso tempo fatica dato che non era solito ringraziare una persona che aveva odiato fino a mezzo secondo prima. Il biondo gli sorrise, poi sparì dietro le pesanti porte di legno, lasciando il ragazzo da solo con i suoi soffocanti pensieri.

This is my Kingdom; //Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora