Happy birthday

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-Io penso che tu debba smettere di preoccuparti per così poco, L.- Affermò la ragazza dai capelli rossi poggiando la chitarra nell'apposita custodia e chiudendola poi con cura, avendo capito che quel giorno con il ragazzo non avrebbe concluso niente in fatto di musica.
Erano ormai mesi che i due suonavano insieme e Diana era in grado di cavarsela perfettamente senza l'aiuto di Luke, dato che ormai era diventata piuttosto brava ed abile, soprattutto per quanto riguardava la parte degli accordi, cosa in cui, prima di Luke, era un totale disastro.
Le lezioni erano diventate più che altro un loro momento intimo dove potevano parlare di tutto tra una canzone e l'altra nel modo più naturale possibile, senza essere disturbati da bambini urlanti e soprattutto, senza che tutto il resto dell'orfanotrofio si facesse idee sbagliate riguardo alla loro amicizia.
Luke guardò l'amica nel modo più torvo possibile. Era normale che le importasse così poco di Ashley nonostante lui le avesse ormai fatto capire più volte che era disposto anche a perdonarla, date le condizioni in cui ora si ritrovava?
Il biondo alzò gli occhi al cielo e si rispose da solo. Era più che ovvio non le importasse niente della ragazza.
Luke teneva a Diana talmente tanto da poterla ormai paragonare a Michael e avrebbe quindi preferito avere dalla migliore amica più appoggio riguardo alla questione "Ashley".
In quel momento così delicato, avrebbero tutti dovuto mettere da parte i trascorsi ed i rancori per far tornare Ashley quella che era una volta.
La rossa sospirò avvilita, sapendo che il ragazzo non avrebbe cambiato idea tanto facilmente. Finchè Ashley non avrebbe chiesto pubblicamente scusa e non si fosse davvero pentita di tutta la sofferenza che aveva causato a Luke, lei avrebbe continuato a guardarla con odio e rabbia.
Diana provò a fare finta di niente, ad ignorare lo sguardo triste del migliore amico, ma non ce la fece, così decise di accontentarlo e aiutarlo con qualche consiglio e idea per far passare ai due del tempo insieme con una plausibile scusa.
- Quindi qual è il tuo piano? Diventare un clichè e festeggiare il giorno del suo compleanno con quasi due mesi di ritardo?-
Luke scoppiò a ridere, tenendosi la pancia con le mani, trovando l'idea della ragazza folle.
-Cosa cazzo vuoi Hemmings? Non ci vedo niente di tanto esilarante. E' un'idea carina e anche interessante. Dopotutto a noi ragazze piacciono i clichè di tanto in tanto, soprattutto se affermiamo il contrario.- Disse Diana, facendo un piccolo occhiolino al biondo, non prima di aver assestato sul suo braccio destro un innocuo pugno di rimprovero. -Cioè Luke vivi da anni ormai nel fantastico mondo delle donne e non hai ancora capito come ne si conquista una? Sei proprio un principiante.- Affermò Diana con un tono scherzoso di superiorità.
Il biondo, dopo aver smesso di ridere, ascoltò con attenzione le parole dell'amica. Infondo anche lei era una ragazza.
Ancora una volta Diana aveva dimostrato di aver avuto un'idea migliore della sua. Quasi la invidiava. A lei veniva tutto in mente al volo ed erano idee brillanti. Per quanto riguardava se stesso invece... beh, non si poteva dire avesse così tanta fantasia come faceva credere.
-Hai ragione, D.- Disse il ragazzo, scattando in piedi. Un enorme sorriso comparve sul suo volto e si affrettò a salutare l'amica con il solito bacio sulla guancia per poi andare via correndo.
Diana seguì con lo sguardo Luke, per poi scuotere la testa - Ciao anche a te, stronzo- urlò lei per farsi sentire per poi fargli il dito medio e ridere provocando un sorriso velato al ragazzo che però era già fuori dall'aula di musica.

Si chiuse la porta dietro le spalle e si avvicinò alla finestra della sua stanza che si affacciava sull'ampio giardino dell'orfanotrofio. Gennaio era quasi giunto al termine e dal freddo che faceva, si poteva facilmente intuire fossero ancora nel pieno dell'inverno.
Stranamente pero' quel giorno non pioveva e il sole sembrava volesse essere il protagonista del cielo, tanto che stava lentamente facendo sparire tutte le nuvole grigie presenti.
Era stata una brutta settimana, piena di temporali e piogge incessanti, ma qualcosa stava cambiando, anche l'aria era più fresca e leggera.
Ashley si portò le mani fredde sul collo come per svegliarsi da quello stato di trance causato dal costante disordine presente dentro la sua testa. Come ormai da giorni, stava inconsciamente pensando al biondo dagli occhi azzurri: quanto avrebbe voluto che fosse lì in quel momento con lei, al suo fianco, magari ad abbracciarla ed a confortarla, a dirle che tutto si sarebbe sistemato e sarebbe andato per il verso giusto.
-Ashley, quante volte ti ho detto di sistemare i tuoi cazzo di trucchi nel bagno!- urlò Calum alquanto irritato all'idea di dover mettere in ordine ancora una volta le cose della sua amica.
In quanto affetto da un disturbo ossessivo compulsivo era costretto a mettere ogni cosa che trovava in disordine al proprio posto.
Ashley di tutta risposta scoppiò a ridere e andò verso il bagno, dove si appoggiò allo stipite della porta per ammirare la faccia indignata dell'amico e per guardarlo posizionare i vari mascara e le matite sulla mensolina davanti allo specchio. Non rimase però tanto in quella posizione dato che decise di aiutarlo, giusto per non farlo arrabbiare ancora di più.
Posò le sue cose e lasciò un leggero bacio sulla guancia del moro, con l'intento di farsi perdonare e quest'ultimo si protese verso di lei per farle una linguaccia.
Una volta sistemata la camera, ed essersi prepararti, i due si diressero verso la mensa mano nella mano, affiancati rispettivamente da Ashton e Michael, i quali non si rivolgevano nemmeno uno sguardo dato che la voglia di colpirsi a vicenda era più che ovvia da entrambe le parti. L'unica cosa che li bloccava dal far partire una rissa nel bel mezzo della mensa era la presenza di Ashley e Calum, anche se Michael era consapevole che il suo fidanzato avrebbe voluto essere il primo a fare il culo ad Ashton.
Per tutto il cammino nessuno aveva osato dire una parola, perché parlarsi quando in realtà ci si odiava? La falsità non era di certo una caratteristica del gruppo, si parlavano solo quando era strettamente necessario.
Quando furono quasi arrivati in mensa, qualcuno interruppe il loro silenzio facendo girare anche altre persone che come loro, stavano andando in mensa. -Ashley!- si sentì richiamare più volte la ragazza da una voce a lei familiare, motivo per il quale si girò con un sorriso a trentadue denti. Era stato un riflesso spontaneo e si morse il labbro quando la sua ipotesi si rivelò vera. Luke era non molto lontano da lei che sorrideva a sua volta.
Gli istanti successivi furono abbastanza confusi, Ashton la strattonò, tirandola a sè con un gesto brusco che fece quasi male alla bionda. Le avvolse il braccio intorno alla vita in modo così stretto che Ashley potè quasi percepire il rumore delle loro costole che si toccavano.
Michael alzò lo sguardo verso il migliore amico e velocemente raggiunse a passo spedito Luke, cercando di capire le sue intenzioni. Tra i due ci furono scambi di parole sussurrate in modo brusco e sguardi contrariati da parte di Michael, che si riavvicinò cautamente a Calum, sbuffando e passandosi ripetutamente la mano tra i capelli per il nervosismo, perché il suo amico voleva sempre attuare delle idee così stupide? Non lo avrebbe mai capito. Il suo fidanzato, vedendolo in quello stato, capì che aveva l'autorizzazione a calmarlo e dolcemente gli sfilò la mano dai capelli e la afferrò facendo intrecciare le loro dita, passando poi in modo leggero e delicato il pollice sul dorso, disegnando linee confuse. Era incredibile come riuscisse a calmarlo con un semplice tocco. Michael, fin dal primo momento in cui aveva visto Calum, aveva capito che gli avrebbe completamente cambiato la vita. Purtroppo, per sua sfortuna, i suoi dolci pensieri vennero interrotti dalla voce acida di Ashton che si insinuò tra il silenzio creatosi nuovamente tra di loro.
-Hemmings, cosa vuoi dalla mia ragazza?- chiese nel tono più brusco e freddo che avesse potuto usare. Anche se più che una domanda, le sue parole volevano essere intese come una minaccia.
Luke ignorò totalmente il riccio, come se non si trovasse nemmeno lì in quel momento e si rivolse direttamente alla ex fidanzata, prendendo un respiro profondo prima di parlare. -Ashley, ti va di parlare un po'?- chiese con un tono dolce, guardando la bionda negli occhi.
La ragazza trattenne il fiato, mentre venne investita da milioni di ricordi in cui il proprio nome lasciava le labbra perfette di Luke con quel tono così dolce che mai aveva creduto di poter amare così tanto.
Era pronta ad annuire e a lasciarsi il resto del gruppo alle spalle,ma la mano di Ashton si strinse ancora di più, quasi a comprimerle lo stomaco, intorno al suo busto magro. Dopo alcuni attimi di esitazione fu costretta ad abbassare lo sguardo e declinare l'invito scuotendo la testa, non avendo il coraggio di fiatare.
Il riccio fece un piccolo sorriso soddisfatto, alzando le spalle, quasi a volersi burlare del ragazzo e lo guardò. -Visto Hemmings? Sei così importante che non ti degna nemmeno di una parola- affermò divertito Ashton. -Non sei il benvenuto, ora puoi anche andartene a fanculo.- aggiunse con tono spregevole, guardando Luke come se fosse il più infimo e sadico degli assassini.
In tutta risposta il ragazzo fece un cenno di saluto verso Michael e Calum e si avviò nuovamente nella sua stanza, se quel modo di agire non aveva funzionato, avrebbe dovuto trovare una soluzione su come poter parlare e passare del tempo con lei senza che Ashton e la paura che provava nei suoi confronti glielo impedissero.

This is my Kingdom; //Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora