Distractions

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Per la paura che Ashley si potesse svegliare nel bel mezzo della tempesta che ancora imperversava fuori dalla finestra serrata, Luke rimase quasi tutta la notte sveglio facendo un dormiveglia forzato: se la ragazza si fosse svegliata urlando, lui sarebbe stato pronto a stringerla ancora, impedendo che perdesse di nuovo il controllo. Nonostante fosse stancante, non osava lamentarsi poiché il pensiero che quello sforzo fosse per il bene della ragazza non gli faceva pesare più di tanto quel gesto di pura generosità nei confronti di quella che sarebbe dovuta essere la sua nemica.
Alle prime luci dell'alba il ragazzo si rese conto che il temporale aveva continuato a spezzare il silenzio della notte per moltissime ore prima di quietarsi, lasciando cadere solo una pioggerella leggera. La ragazza al suo fianco dormiva con un'espressione rilassata e riposata, segno che non aveva più avvertito il temporale da quando si era addormentata fra le sue braccia; le sue labbra, però, erano leggermente piegate in un espressione triste forse per il fatto che si era addormentata piangendo o forse perché sognava qualcosa riguardo a sua madre dato che l'aveva chiamata fra le lacrime come se fosse stata lì accanto. Lentamente, Luke si rese conto che anche Ashley aveva un lato indifeso e delicato nonostante si atteggiasse da dura; segretamente apprezzava di più quel lato così umano e naturale rispetto a quello artificioso che mostrava davanti agli altri.
Dopo pochi minuti sentì un brivido sulla schiena, segno che iniziava ad avvertire freddo; così coprì i loro corpi con le lenzuola, pensando che anche lei potesse avere freddo e svegliarsi improvvisamente. Sentendo lo spostamento delle lenzuola e il corpo più coperto e caldo, Ashley istintivamente portò un braccio intorno alla vita del ragazzo e si avvicinò il più vicino possibile a lui, quasi avvinghiandosi al suo corpo come per ricevere più calore possibile: tremava come una foglia. Luke non si oppose a quel gesto ma, anzi, la strinse a sua volta e le diede un bacio delicato sulla fronte mentre tentava di scaldarla il più possibile. Aveva sognato tante volte quella scena, stringere la ragazza che dormiva beata appoggiata al suo petto dopo aver passato la notte insieme, anche se non esattamente nel modo in cui immaginava. In realtà non credeva che la sensazione provocata dallo stare al suo fianco in quel modo potesse essere così bella, in qualche modo in quel momento aveva come l'impressione di avere uno scopo, e quello scopo era proprio proteggere la ragazza che dormiva fra le sue braccia.
Dopo un tempo che parve interminabile si addormentò anche lui, cullato dal rumore della pioggia.

Era passata meno di un'ora quando il suo telefono iniziò a squillare, svegliandolo; velocemente aprì gli occhi, leggendo distrattamente il nome dell'amico che lo chiamava e rispose, cercando di parlare il più piano possibile per non svegliare la ragazza che non sembrava essere stata disturbata da quel suono improvviso. -Pronto...?- chiese con voce assonnata, guardando un punto fisso davanti a se senza vederlo davvero -Chi cazzo è che rompe i coglioni alle sette del mattino?- chiese irritato sbadigliando. -Sono Calum, ti sto chiamando dal telefono di Michael, mi dispiace di averti svegliato ora ma non siamo riusciti ad avere connessione fino ad ora: durante il film il temporale ha provocato un blackout, i telefoni sono andati in tilt e solo adesso abbiamo avuto modo di chiamare- spiegò Calum, ansioso di scusarsi con lui. -Okay.- rispose il biondo, seccato -Arriva al punto- affermò sbuffando -non pensò che tu avessi semplicemente voglia di sentire la mia voce-. -Okay, okay. Ho bisogno che tu vada a controllare Ashley, devo sapere che sta bene ed è con qualcuno che conosce. Non si fida più di Diana, Rebecca o di Ashton, ma non può stare da sola, non oggi- fece una breve pausa, il tono tirato: si capiva benissimo che era preoccupato -insomma quando due settimane fa è tornata dalla biblioteca era strana e...- Luke lo fermò, facendogli notare che stava ancora divagando, Calum sospirò e si scusò mentre la risata di Michael in sottofondo riempì quei pochi secondi di silenzio. Luke, istintivamente, sorrise a sua volta: il suo migliore amico gli mancava, e non poco, però era troppo orgoglioso per ammetterlo. -Il punto è che oggi è un giorno molto triste per lei- riprese Calum, cercando di non perdere il filo del discorso -quindi ti prego Luke, anche se lei tenta di cacciarti via... cerca di distrarla... ne ha bisogno. Noi non potremo tornare prima di oggi pomeriggio perciò non posso stare al suo fianco come ho fatto in questi anni; ti supplico, per una volta accantonate la vostra rivalità-. Luke corrugò la fronte a quella richiesta così insolita e inaspettata mentre lanciava uno sguardo alla ragazza sommersa fra i cuscini -Vedrò di passare più tardi in camera sua per vedere se è ancora viva- borbottò simulando un tono irritato dalla richiesta: in realtà era ben felice di avere una scusa per passare del tempo con lei dopo le due settimane in cui non l'aveva incrociata nemmeno in mensa. Calum lo ringraziò con estrema gratitudine, non sospettando minimamente che l'amica fosse già con Luke da ore; il ragazzo riattaccò senza aggiungere altro e posò il telefono sul comodino, tornando poi a guardare la ragazza. Ora la curiosità lo stava divorando: perché la ragazza era così terrorizzata dai temporali? Cosa era successo quello stesso giorno di anni prima? Cosa c'entrava sua madre?

This is my Kingdom; //Luke HemmingsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora