Ashley riuscì a raggiungere la stanza senza incontrare nessuno e si chiuse a chiave all'interno dato che Calum era già uscito. Immediatamente si strappò l'abito di dosso, come se fosse il segno più tangibile del madornale errore che aveva fatto: come aveva potuto cedere in quel modo all'alcool e lasciarsi abbindolare da Ashton? In un modo o nell'altro riusciva sempre a fare del male alle persone che amava e non riusciva a spiegarselo: prima aveva mentito a Calum, poi aveva urlato contro Max e infine aveva tradito Luke.
Senza pensarci due volte appallottolò la stoffa rossa e la mise nel cestino, come se gettare quel vestito potesse in qualche modo cancellare la sua colpa: da quando aveva realizzato ciò che aveva fatto quella notte, il suo cuore sembrava schiacciato da una morsa e faceva male, tremendamente. Se faceva così male a lei, come avrebbe reagito Luke? Quel ragazzo aveva una luce nello sguardo con cui nessuno l'aveva mai guardata prima: il vero, puro amore, quell'amore che gli avrebbe sbriciolato il cuore non appena avrebbe saputo del suo tradimento.
Beh in fin dei conti chi gioca con il fuoco finisce per scottarsi, no?Dopo poco più di una decina di minuti, la ragazza entrò nella nuvola di vapore creata dall'acqua calda della doccia e rimase ferma sotto il getto dell'acqua calda lasciando che questa lavasse via il trucco colato e, almeno in parte, le sue colpe. Piano piano i ricordi della sera precedente riaffiorarono chiari: il ballo con Luke, l'ultimo bacio che si erano dati, lui che rideva in compagnia di Diana, i capricci di Max, le orribili frasi che gli aveva urlato e le sue lacrime, lei e Ashton in cucina con la bottiglia di rum, la promessa di portarla da Luke, le mani di Ashton che la spogliavano e... no. Basta. Era troppo.
L'acqua continuava imperterrita a scorrere mentre la ragazza, soffocata dai ricordi ancora un po' confusi, si appoggiò con la schiena alla parete fredda, scivolando lungo la superficie bagnata. Si portò le ginocchia al petto, senza nemmeno spostare i capelli bagnati e appiccicati al viso, poi ricominciò finalmente a piangere, permettendosi anche di urlare come per espellere tutto quel senso di colpa che le impediva di respirare. Perché quando ami una persona tutto deve andare storto? Perché non puoi amarla e basta? In un modo o nell'altro qualcuno finiva sempre per soffrire, l'amore che ti insegnano nelle favole è solo un'enorme, fottuta bugia, il lieto fine non esiste.Luke scese lentamente dal letto, sbadigliando per la stanchezza: era rimasto con Max solo per qualche ora, poi era tornato in camera sua trovando Michael già profondamente addormentato; non si era nemmeno cambiato per non fare troppo rumore e ora la camicia che indossava era un disastro.
Come sempre, il suo primo pensiero andò alla bionda che non aveva più visto per il resto della serata o della notte; non voleva farle il terzo grado e sembrare oppressivo, però fremeva per sapere dove si fosse cacciata anziché tornare da lui: in fin dei conti gli aveva promesso ancora molti balli.
Ancora perso nei suoi pensieri, si trascinò fino al bagno per fare una doccia calda e schiarire le idee, decidendo che sarebbe passato da camera sua prima di fare colazione dato che sarebbe sicuramente stata sveglia: non aveva voluto disturbarla a notte fonda, perciò uscito dalla camera di Max si era subito diretto verso la propria.
Chiuse gli occhi mentre sciacquava il sapone dai capelli e un lieve sorriso comparve sul suo volto al ricordo legato a quella doccia: sembrava passata un'infinità di tempo eppure il ricordo di lei e del suo corpo avvolto da quella nuvola di vapore era ancora vivo nella sua mente, indelebile come un marchio fatto col fuoco.Luke svoltò bruscamente l'angolo che dava sul corridoio in cui si trovava la camera di Ashley e Calum ma andò a sbattere contro una figura minuta, facendola quasi cadere. -Devi stare attenta, ragazzina- disse in tono dolce, afferrando i fianchi di Ashley prima che lei potesse cadere a causa dell'urto con il suo petto. La ragazza al suono di quella voce spalancò gli occhi, come se avesse appena visto un fantasma: era troppo presto per affrontarlo, non ce la faceva a guardarlo in quegli occhi così azzurri e brillanti sapendo come sarebbero cambiati dopo la sua confessione; non voleva spezzargli il cuore, non poteva. -Luke...- disse in tono basso, forzando un sorriso mentre si sottraeva alla presa del ragazzo, come se bruciasse sulla pelle. -Sei sparita ieri sera- replicò il biondo con evidente tristezza -mi avevi promesso di ballare ancora- aggiunse con un lieve sospiro, pensando che forse era proprio quello che lei cercava di evitare: okay, forse non era un fenomeno ma aveva cercato di impegnarsi per rendere perfetta quella serata, ottenendo però solo l'effetto contrario. -Mi sono sentita poco bene e sono tornata in camera- mentì con naturalezza, continuando a forzare quel sorriso tirato ma oltremodo credibile -poi sono andata da Max per farlo dormire- aggiunse tranquilla, non sospettando minimamente che in realtà fosse stato proprio il ragazzo a portarlo a dormire, rimanendo con lui anche per qualche ora di troppo quasi con la paura che si svegliasse a notte fonda e si rimettesse a piangere per causa della bionda: Luke non era l'unico a cui Ashley aveva spezzato il cuore. Il ragazzo rimase in silenzio per qualche secondo: sapeva che stava mentendo riguardo a Max dato che era andato via ai rintocchi delle quattro del mattino, ma forse non era il momento adatto per le domande per cui non disse nulla a riguardo. -Sta meglio ora?- chiese con preoccupazione, allungando la mano verso la sua, stringendola con dolcezza come se avesse patito ogni minuti di quelle poche ore passate in sua assenza. -Si, non ti preoccupare- rispose lei con un lieve sorriso, questa volta sincero e dettato dalla palese preoccupazione del ragazzo. Oh se solo sapesse... Lentamente sciolse l'intreccio delle loro mani e lanciò uno sguardo in fondo al corridoio -Ora vado da Max per controllare che si sia svegliato, okay?- spiegò cautamente, studiando la sua reazione -ci vediamo direttamente in mensa-. Luke annuì in modo arrendevole ma la attirò a se, intrappolandola fra le sue braccia -Prima il bacio del buongiorno- ordinò con tenerezza, chinandosi verso il suo viso per avere quel bacio che bramava dalla sera prima: non ne aveva mai abbastanza. La ragazza vide la scena a rallentatore, le morbide labbra del ragazzo tagliate dall'anellino nero che si avvicinavano alle sue in cerca di quel dolce contatto senza sapere che lei ne aveva baciate altre quella notte. Non puoi baciarlo le disse una voce nella testa, facendola riscuotere appena in tempo per farle girare la testa, permettendo al ragazzo di baciarle solamente la guancia. Sentire quelle labbra sulla pelle era una maledetta tortura, ma Luke non si meritava di essere preso in giro in quel modo perciò doveva fare affidamento sulla sua volontà di ferro per non girarsi e baciarlo di nuovo. Il biondo rimase interdetto da quel gesto improvviso e lentamente si staccò da lei, guardandola con evidente confusione nello sguardo: cosa aveva sbagliato? non riusciva a capire. Aveva sbagliato qualcosa la sera prima? Oppure aveva detto qualcosa di sbagliato? Non riusciva a comprendere cosa passasse nella testa della bionda in quel momento, di solito i suoi sentimenti erano sempre così chiari e limpidi, cosa era cambiato? -Okay, ci vediamo dopo allora...- disse con tristezza vedendo che la ragazza non diceva nulla per spiegare il suo comportamento; la guardò, pensando di darle un bacio sulla fronte o accarezzarle il viso come faceva sempre, ma decise di non farlo, tornando sui suoi passi per dirigersi in mensa.
Ashley lo guardò andare via, sentendo il senso di colpa crescere a dismisura: quella luce... non l'aveva mai vista nei suoi occhi, si erano spenti improvvisamente al suo rifiuto implicito, come se tentassero di capire in cosa aveva sbagliato, quali parole non doveva dire o quali gesti non doveva fare. -Non è colpa tua, Luke- disse piano, ma solo nella sua testa mentre il ragazzo spariva dietro l'angolo.
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This is my Kingdom; //Luke Hemmings
Fanfic"Ashley serrò i pugni con l'espressione furiosa di chi stava per perdere il controllo: avevano passato il limite, tutti e due. Cal si alzò improvvisamente pronto a fermarla dato che sapeva perfettamente cosa stava per succedere."