8.I wasn't wrong

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Non mi sbagliavo.

Harry se n'era appena andato, ed io guardavo da terra stordita e dolorante Louis mentre palleggiava con il pallone tra i piedi, senza degnarmi di alcuna attenzione. Era bravo. Aveva una canotta bianca in modo che potesse sfoggiare tutti i suoi tatuaggi nelle braccia muscolose, dei jeans stretti scuri e un paio di converse bianche. Gli occhi erano concentrati a non fare cadere la palla a terra, mentre i capelli erano abbastanza scompigliati, le labbra semiaperte. Aveva un qualcosa di particolare, ma non mi dava per niente l'idea che fosse un tipo 'cattivo'. Spostai il mio sguardo sulla mia caviglia, mentre la massaggiavo delicatamente nella speranza che il dolore passasse, ma cercai di sembrare il più normale possibile. Louis ad un tratto si fermò, e bloccò la palla sotto un suo piede, scrutandomi con un sopracciglio alzato. Non so perché, ma ero sicura che non mi avrebbe mai fatto del male.

"Hai fatto arrabbiare Harry, lo sai?"

Non lo guardai.

"A quanto pare sì. Ma non so il perché. Mi aveva appena strattonata in una classe al piano terra senza il mio permesso, non so cosa volesse fare. Poi gli ho detto che stavo cercando te, e si è arrabbiato."

"Perché mi stavi cercando?"

"Io.."

Perché volevo parlargli. Sentivo che avrei dovuto parlargli, tutto qui. Avete presente la sensazione di dover conoscere una persona perché è interessante? L'ho provata con lui, non avevo fatto nulla di male. La sua voce era fredda, indifferente, come se non mi conoscesse, quasi. In effetti, non lo conoscevo. Ma c'era qualcosa in lui che mi incuriosiva, anche se non riuscivo a capire cosa. Aveva invitato Bonnie ad uscire, e lei gli aveva detto di no. Perché? Come fai a rifiutare uno così? Magari sarebbero diventati amici, niente di più. Almeno amici, che male c'è?

"Io non lo so."

"Grandioso."

Riprese a palleggiare con la palla attorno a me, guardandomi per un attimo con sufficienza, ancora a terra. Non sarei riuscita ad alzarmi, avrei avuto bisogno di aiuto.

"C-cosa intendeva Harry con 'sai cosa devi fare'?

"Probabilmente che dovrei farti la predica, dovrei tirarti un ceffone o magari urlarti addosso.

Ma sinceramente non m'interessa. Se vuole lo farà lui."

Sospirai a quelle parole, ed indietreggiai con il sedere fino a far aderire la schiena contro il tronco di un grandissimo albero, eravamo abbastanza lontani dall'entrata della scuola. Non ci avrebbe visto nessuno. Allungai le gambe e mi toccai le cosce, tirando giù per quanto potevo il vestito che stavo indossando. Scrutai Louis dalla testa ai piedi più volte, sicura che non sarebbe riuscito a vedermi, perché era concentrato. Non so perché, ma mi veniva naturale parlare con lui.

"Te la sei presa per prima?"

"Per cosa?"

"Per il fatto che ho risposto al professore e tu al contempo sei stato sbattuto in presidenza."

"Nessun problema, ormai la presidenza è la mia seconda casa. Peccato che quando mi ci mandano non ci vado mai."

Risi silenziosamente. Qualche attimo di silenzio ogni tanto mi faceva arrossire, mentre giocherellavo spesso con qualche ciocca di capelli.

"Sei di qui, tu?" Mi chiese, con tono freddo.

"No, sono irlandese. Ma per motivi familiari mi sono trasferita a Londra. Vivo con Bonnie."

Al suono di quel nome, si fermò e poggiò entrambi i piedi a terra, e guardò un punto indistinto nell'erba fresca, con fare strano.

"La conosci, vero?"

Love Will Tear Us Apart. ||h.s.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora