29.Danger

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Pericolo.

Harry’s point of view.*

Era lì, in tutta la sua bellezza, sotto di me. I capelli le ricadevano disordinati sul cuscino, le labbra rosee erano appena socchiuse, gli occhi blu che si concentravano a guardare i miei verdi. Sapevo esattamente cosa stava per succedere, sapevo esattamente che stava per diventare mia. Sapevo anche che doveva essere tutto diverso. Lei non era una ragazza di una notte. Lei era una ragazza con cui volevo passare più notti possibili. Lei era quella ragazza, la mia. Mi appoggiai con i gomiti sul letto, ai lati delle sue spalle, per non farle peso. Ci guardammo svariati minuti che sembrarono ore; le accarezzai una guancia dolcemente, sorridendo appena.

“Stai tremando.”

Mi accorsi che era terribilmente agitata. Mentre le accarezzavo una gamba ancora scoperta per rassicurarla, i suoi brividi aumentarono. Decisi di lasciarle dei piccoli baci sulle labbra, per tranquillizzarla il più possibile. Sembrò calmarsi. Mi prese il viso tra le mani e approfondì quel bacio, inclinando leggermente il viso per permettere alle nostre lingue di toccarsi, di trovarsi, di rincorrersi. Le accarezzai i capelli dolcemente.

“Andrà tutto bene, te lo prometto.”

Notai una sorta di assenso provenire dal suo sguardo, mentre con le mie mani scesi lungo i suoi fianchi ed iniziai ad arrotolare i lembi della sua, anzi, mia maglietta bianca. Mentre lo facevo, le mie nocche si posarono sulla sua pelle morbida e calda, provocandole una sorta di solletico. La vidi sorridere e inclinarsi leggermente a destra, e lo feci anche io di rimando.

“Ops, è vero che soffri il solletico.” Sorrisi sulle sue labbra.

Lei ridacchiò, stava iniziando ad essere a suo agio. Doveva esserlo, con me. L’avrei fatta sentire amata, l’avrei fatta stare bene, l’avevo promesso a me stesso. Virginia era così particolare, così diversa, nonostante tutti i miei casini si era offerta di aiutarmi, voleva stare con me, mi amava. E la amavo anche io.

Le afferrai la maglietta e la aiutai ad inarcare la schiena in modo che potessi togliergliela più liberamente.

La lanciai per terra, dietro di me. Le guardai il petto, che era perfetto. Le sue guance si tinsero di un rosso fuoco che mi fece sorridere. Gliele baciai entrambe delicatamente, ma per poco, visto che mi spostai subito a baciarle entrambi i seni, ancora coperti dal reggiseno. Iniziai a sentirla ansimare pesantemente, mentre con un pugno stringeva forte i miei capelli. Sorrisi sulla sua pelle a quella sensazione, amavo quando lo faceva.

“Mi fai impazzire.”

Sussurrai al lobo del suo orecchio. Lei di tutta risposta continuò a tirarmi i capelli, questa volta con un po’ più di decisione, facendomi affondare le labbra sulla sua pelle candida. Mi sedetti sopra di lei a cavalcioni, levandomi velocemente la maglia e gettandola a terra. Mentre mi chinavo di nuovo su di lei, mi guardò ammaliata, accarezzando ogni singola parte del mio petto, fino ad arrivare al ventre. Alcune scosse percorsero tutto il mio corpo. Le sue mani sulla mia pelle mi erano sempre piaciute, era un tocco diverso dal solito. Piombai nuovamente sul suo collo, lasciandole una scia di baci umidi e bollenti per tutta la mascella, arrivando a giocherellare con il lobo dell’orecchio. Il suo respiro stava diventando irregolare.

“Harry.” Mi richiamò.

La guardai, e nei suoi occhi continuavo a vedere tanta agitazione. Probabilmente per il fatto che sapeva quello che ero e quello che sarebbe potuto succedermi di tanto in tanto. Ma di certo non sarebbe successo in quel momento. Non sarebbe successo con lei tra le mie braccia. Non avrei perso il controllo, lei era di cristallo ai miei occhi. Le spostai dolcemente alcuni capelli dalla fronte alta, per farli ricadere sul cuscino grande sotto di lei.

Love Will Tear Us Apart. ||h.s.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora