Capitolo 31.

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Comincio seriamente a credere che le due persone con cui sono scappata dall'istituto dei maghi siano due pazzi.

-Te l'avevo detto di prendere dei paletti! Come facciamo, adesso, a crearci un tetto?- Gabriel ci ha fatto fermare in un posto nascosto grazie alla vegetazione. Vorrebbe costruire un riparo azzardato, con dei paletti che, a detta sua, dovrebbe aver preso Riccardo.

-Mi spieghi dove li potevo trovare, dei paletti?- ribatte quest'ultimo.

Credo che le ore di cammino in piena notte e la fame abbiano dato alla testa a entrambi. E anche a me ovviamente.

-Non sei un mago? Beh, dovresti saper creare anche cose che non esistono, no? Non puoi farli apparire così, per magia?- gesticola con le mani un Gabriel arrabbiato.

-No, quella mica è magia facile eh! Ci vogliono anni e anni di preparazione e un'enorme e rafforzata energia vitale interna...- cerca di spiegare il più giovane, ma viene interrotto dal capobranco: -Va bene va bene, come dici tu. Allora stasera dormiremo senza nulla. Tanto non credo pioverà.- iniziano quindi a sistemarsi a terra, stendendo coperte e cuscini che sono riusciti (anzi, che Riccardo è riuscito) a portare con sé.

Io poggio a terra lo zaino, e mi incammino verso la radura.

Non voglio allontanarmi troppo, ma fa troppo freddo per non farlo.

-Dove vai?- sento Gabriel urlarmi dietro: -Sei forse impazzita? Non dobbiamo dividerci se non vogliamo rimetterci la pelle.-

-Vado a prendere della legna.- e subito sento Riccardo esclamare: -Fuoco! Bellissima idea.- e poi, urlando, lo sento dirmi: -Aspetta, ti accompagno!-

Iniziamo così a raccogliere dei ramoscelli piccoli.

-Almeno sai accendere un fuoco?- chiedo senza un minimo di gentilezza. Eh sì, la fame sta colpendo anche me.

-Sì, certo.- risponde lui, fingendosi stizzito. Ci guardiamo e sorridiamo.

-Allora, mi spieghi cos'è questa storia? Da che parte stai, Riccardo?-

Lo guardo negli occhi, con un'espressione seria da fargli capire che  non sto scherzando e che voglio che parliamo da persone mature.

-E va bene. Vieni, siediti.- mi accompagna verso il grande tronco di un albero imponente, dove ci sediamo dandogli le spalle e appoggiandole su di esso.

-Quando sono entrato nella casa di Black, tutto ciò che i maghi mi avevano sempre detto sui lupi andò a farsi fottere. Come potevano essere così violenti se mi aiutavano sempre? Come era possibile che avessero ucciso i miei genitori, se erano le persone più giuste che io conoscessi, di più degli stessi maghi? Ora so che sono stati proprio questi ultimi a ucciderli, ma all'epoca, ovviamente, non ne sapevo niente e i dubbi mi attanagliavano lo stomaco. E poi non sapevo cosa fare, davvero volevo tradire quella che ormai era diventata una famiglia, per me? Però, per paura, continuai con il doppio gioco. Credo che quello che non avevano affatto messo in conto i maghi fosse che mettendomi dentro il mondo dei lupi mannari, un po' potesse influire anche su di me e la mia persona, man mano che crescessi. Quando arrivasti tu, solo un obiettivo avevo: portarti da loro, dai maghi. Ecco perché ti aiutai nella fuga. Ma solo dopo mi resi conto davvero di quello che avevo fatto. Li avevo traditi. Avevo tradito i miei fratelli. Così, iniziai davvero, per la prima volta nella mia vita, ad aprire gli occhi. Cercai di capire come fossero i maghi, iniziai a spiarli e a pedinarli, potendolo fare grazie al fatto che, finalmente, ero tornato "alla base". Fu così che scoprii che non erano affatto come me li ero immaginati. E che mi avevano mentito su molte cose. Come l'ultima da me appresa: la verità sulla morte dei miei genitori. Tornai da Black per dirgli tutto, che mi pentivo e che volevo stare dalla loro parte, e gli raccontai dell'attacco che di lì a poco avrebbero ricevuto. Solo che non conoscevo molti dettagli, chissà forse i maghi sospettavano già di me. L'attacco lo imprigionò comunque ma, anche se non fu facile, mi riaccolse nel branco e mi disse che dovevo dimostrarli di essergli fedele. Gli chiesi come, come potessi riuscirci. Ero disperato e avrei fatto di tutto. Mamma mia, quanti errori avevo fatto fino a quel momento! Lui mi rispose che una cosa c'era, ed era permettergli di vedere te.- e a questo punto, pur non avendolo fatto per minuti interi, non posso far altro che bloccarlo: -Me?-

Wolf's heartbeatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora