Capitolo 14.

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Anna mi presenta tantissime persone, tanto che alla fine non riesco a ricordarne i nomi.
Tutti si comportano in maniera gentile con me... Ma devo ammettere di notare che nei loro sguardi trapela la curiosità. Mi fanno domande, come se io sapessi cosa mi stia succedendo.
-Anna, Black non mangia con voi?- chiedo alla mia nuova amica, sussurrando affinché solo lei mi senta.
-Di solito sì, ma a volte non si presenta perché è impegnato in altre faccende, come oggi.-
-Che genere di faccende?-
Anna fa spallucce: -Non so di preciso. Di tutti i tipi, credo. Lui è il capo qui. Immagino che avrà sempre un sacco di cose da fare.-
-Già, hai ragione.- annuisco, pensierosa.
Non avevo mai pensato a questo.
Cosa intende Anna, esattamente, per "capo"? E quali responsabilità gravano sulle sue spalle?
Al termine della cena, sto tornando nella mia stanza quando un Black furioso ci intercetta.
Anna inizia ad agitarsi e tremare tutta.
-Chi diavolo ti ha dato il permesso di avvicinarti a lei?- tuona impietoso.
Anna abbassa lo sguardo, e giurerei di averla vista in lacrime.
Subito mi pongo di fronte a lei: -Black, smettila, oggi mi ha fatto compagnia tutto il tempo e mi ha aiutata molto. Non prendertela con lei.- ma non riesco a continuare che subito mi anticipa: mi afferra per le spalle e mi schiaccia con violenza contro il muro. Mi sfugge un lamento.
-Quando sto parlando con qualcuno, tu rimani zitta, ok?- poi mi lascia e, girandosi verso Anna, afferma: -Già sai quale sarà la tua punizione, fila.- Anna annuisce e va subito via, senza degnarci di uno sguardo ma lasciando me con il cuore distrutto.
-Come puoi punirla? Che cosa le farai fare? È solo una bambina!- gli corro dietro, dato che se ne sta andando.
Si ferma e si gira: -Ti ho detto di stare zitta.- tuona. Non lo avevo mai visto così. I suoi occhi mi stanno guardando, ma ho la sensazione che con la mente sia da tutt'altra parte.
-Io volevo solo...- ma di nuovo non mi fa finire di parlare.
-No, tu non volevi proprio un bel niente perché non puoi fare un bel niente. È bene che iniziamo a chiarirci una buona volta: tu sei qui, ancora viva, solo grazie a me, perché conviene a me. Ma non sei come tutti gli altri che vivono in questo posto, no... Tu sei molto, molto meno importante. Non sei niente. Sei una delle più infime creature che possano essere mai passate sotto questo tetto. Sai cosa ci faccio con quelli come te? Li uccido subito, perché mi sono solo d'intralcio. Ora tu sei fortunatamente in vita, ma prova di nuovo a relazionarti con qualcuno o prova anche solo un'altra volta a rivolgerti a me in questo modo, e vedrai che tutti i motivi di convenienza e protezione non varranno più a nulla.- rimango paralizzata dalle sue parole. Mi viene più vicino e con le dita mi indica come un piccolo pezzo: -Sono a un passo così dal farti fuori. Non darmi un motivo in più per accorciare questa distanza.- e se ne va.
Se ne va facendomi rimanere a bocca aperta, e mi rendo conto solo ora che mi ha terrorizzata, perché sto tremando. Ma davvero è capace di uccidere? Beh... Con quegli uomini dell'altra sera l'ha fatto... Non so più a cosa pensare.
Sono sconvolta dalle sue parole e dal suo sguardo carico di disprezzo: cos'ho fatto per essere vista da lui così? Perché non vuole che io socializzi con gli altri? Perché tutti mi considerano così diversa?
Anche gli sguardi che mi stanno lanciando adesso, soprattutto adesso, dopo il battibecco con Black, mi lasciano interdetta.
Perché mi guardano così? In un misto tra disprezzo e curiosità?
Me ne torno in camera. Non posso più stare qui fuori, in balia di tutti i loro pregiudizi.

Alle 7:00 in punto, Black entra nella mia stanza senza neanche bussare.
Menomale che sono già vestita.
-Andiamo.- annuncia, freddo, senza neanche guardarmi negli occhi.
Io lo seguo, senza dirgli nulla. Sono arrabbiata con lui, arrabbiatissima. Avrei dovuto esserlo già da molto tempo.
Arriviamo a scuola e mi sembra di essere seguita dagli sguardi: anche qui tutti incollano gli occhi su di noi e sulla jeep di Black, soprattutto quando ci vedono scendere dalla stessa macchina.
Li vedo parlare tra di loro, scambiarsi occhiate e guardarmi con un misto di invidia e disprezzo.
Entrati a scuola, Black non mi saluta nemmeno: si avvia direttamente verso il suo studio, lasciandomi sola.
-Ehi, tu!- sento una voce provenire dalle mie spalle.
Ci mancava solo questa.
Alzo gli occhi al cielo, prima di girarmi.
-Clara! Ma che piacere!- esclamo con finta vitalità.
-Te la fai con il preside? Però, pollo, non l'avrei mai detto... Tu, che conquisti un figo del genere. Che trucco hai usato? Forza, spara: così potrò utilizzare lo stesso quando sarà il mio turno con lui.-
Le sue parole mi spiazzano. Ci metto un po' a capire a cosa abbia pensato.
-Cosa? Stai scherzando? Io e lui... Noi... Non stiamo insieme.-
-Ah sì?- alza un solo sopracciglio: -E allora che ci facevi nella sua auto, stamattina? Perché sei venuta a scuola con lui.-
-Mi ha visto a piedi e mi ha solo dato un passaggio.- mi invento su due piedi, consapevole del fatto che la mia balla non durerà a lungo: come spiegherò il fatto che arriverò a scuola con lui anche nei giorni a venire?
-Sì, certo, come no.- alza gli occhi al cielo subito dopo il suono della campanella che annuncia l'inizio delle lezioni.
Alla ricreazione vado alla ricerca di Mark. Lo trovo mentre sta uscendo dalla sua stanza: -Mark!- lo chiamo.
Quando si gira, capisco subito che c'è qualcosa che non va. Lo capisco da come mi guarda.
-Mark, tutto a posto?- gli chiedo, preoccupata.
Lui mi guarda prima per qualche secondo, con una espressione delusa. Poi mi risponde: -Sai, Anastasia, potevi dirmelo, prima di farmi affezionare a te.-
-Dirti cosa?- non capisco...
-Che te la facevi con il preside... Sai, mi avresti risparmiato tempo e forze...-
Le sue parole mi fanno restare a bocca aperta: primo perché da uno come lui non ti aspetti un simile linguaggio, secondo perché... Chi diavolo gli ha messo in testa queste cavolate?
-Che cosa stai dicendo, Mark?- lo guardo più confusa che mai, ma lui non vuole sentire ragione: -No, lascia stare, non dirmi niente. È meglio così...- e se ne va, lasciandomi sola in mezzo al corridoio.
No, non è possibile, non ho più nulla.
Black mi sta togliendo tutto. E poi viene a dirmi che mi protegge. Ma con quale faccia?!
Sto per tornare in classe, sconsolata, quando il bidello mi chiama: -Il preside ti vuole parlare.- fortunatamente me lo dice sottovoce e nessuno ci sente, altrimenti chissà cosa avrebbero pensato ancora di più!
Alzo gli occhi al cielo: ma sì, andiamo nel suo studio a dirgliene quattro.
Appena entro, mi sento completamente sballotata dalla porta alla parete.
Black mi tiene fermo per le spalle, e mi sta a soli qualche millimetro di distanza.
-La devi smettere.-
-Cosa? A fare cosa?- mi ha preso in contropiede. A cosa si riferisce?
-Ad andare dietro a quel deficiente! Non lo capisci che è solo un sempliciotto?-
-Cosa? Ma dico, sei forse impazzito?- non credo alle mie orecchie: -Mi stai davvero dicendo cosa fare della mia vita privata? Non erano questi i piani!-
-Sì che erano questi, perché li decido io! Ho saputo del tuo intento oggi, con Mark. E ho saputo anche cosa ti ha risposto. Visto? Cos'altro vuoi per capire che è solo uno stupido?-
Lo guardo esterrefatta, mentre ancora mi tiene stretta, facendomi male: -Ma come ti permetti?- cerco di tirarlo via, non riuscendoci. Questa volta no, non mi metterò a piangere: -Ma davvero mi stai dicendo queste cose?- di nuovo provo a tirarlo via, questa volta con tutte le mie forze. Lo prendo alla sprovvista, e riesco a farlo vacillare. Ne approfitto per andarmene da sotto le sue grinfie.
-Sai cosa?- no, questa volta non piangerò. Deve vedermi guerriera, deve capire che nessuno può scalfirmi.
-È che da quando sono nata tutti credono di conoscermi, e di sapere cosa sia più giusto per me. Anzi, forse sarebbe meglio dire "cos'è più giusto per me affinché agli altri sia conveniente". Ma sai cosa? No, non mi conoscete, non conoscete neanche un minimo di quella che sono io e di come sono, di quello che voglio da me stessa. Credete che mi sia data per vinta, non è così? Credete che già non abbia più voglia di riprendere in mano la mia vita. Ma vi sbagliate, vi sbagliate tutti.- sto urlando.
-Anastasia...-
Non lo faccio nemmeno iniziare di parlare: -No! Sta' zitto! STA-ZITTO!-
E non ce la faccio più, corro via dalla stanza e non torno in classe per la seconda parte delle lezioni: esco dalla scuola e corro via, verso gli alberi, verso la montagna.
Correre mi aiuta a cacciare via tutte le energie negative concentrate in me, mi aiuta a piangere e a pensare sempre meno.
Quando rimango senza fiato, scivolo sul tronco di un albero finché non cado a terra, sfinita.
Rimango così, con gli occhi chiusi, per un tempo che mi pare infinito.
Arriva la notte e io sono ancora qui, piangendo, pensando in continuazione a tutte le volte nelle quali le persone mi hanno trattato male.
A notte fonda, ormai, sento un ululato. Solo in questo momento, mi rendo conto di stare sola in un bosco.
Data la mia sfortuna con i lupi, inizio a spaventarmi.
Subito mi alzo in piedi e mi asciugo gli occhi dalle lacrime.
Ma mi immobilizzo sul posto: di fronte a me, un lupo enorme mi sta puntando fisso. Non ne avevo mai visti di così grandi. È enorme ed imponente. E nerissimo.
Mi viene incontro piano piano.
Io non mi muovo, completamente paralizzata a causa della paura.
Mi viene vicino, e con il muso sfiora la mia mano.
Apro il palmo, e lui si pone subito sotto di esso, facendosi accarezzare da me, chiudendo gli occhi compiaciuto.
Cosa sta succedendo?
Questo lupo è molto più alto di me... Ma che diavolo...?
Eppure, pur di entrare in contatto con la mia mano, si abbassa visibilmente, come ad inchinarsi.
È un momento strano, quasi magico.
E poi, ad un certo punto, mi guarda negli occhi. Occhi nerissimi, occhi che mi fanno tremare dentro, perché li conosco, so benissimo di conoscerli.
Sono gli occhi di Black.

Spazio autrice.
Salve a tutti! Come state?
Ho un'idea che mi frulla in testa da un po'... Sì, lo so, ultimamente la mia testa è abbastanza attiva 😂
Beh, la mia domanda è: quanto vi piace la storia e quanto siete affezionati ai suoi personaggi? Vi piacerebbe venire citati in un capitolo, e "partecipare" alla costruzione e allo svolgimento della storia stessa? 😏
Fatemi sapere se siete interessati e nel prossimo capitolo pubblicherò le modalità per essere protagonisti attivi delle vicende dei nostri cari amici! ♥️
Grazie a tutti come sempre 😘

A presto,
Irmusa.

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