Wolf's heartbeat

Capitolo 17.

-Quindi... Fammi capire...- inizio a chiedergli: devo assolutamente mettere a posto i tasselli del puzzle nella mia testa. -Sei stato tu a salvarmi da Eye, giusto?- chiedo, ripensando a quell'esperienza orribile: -Ecco perché poi l'hai ucciso... Tu e il lupo... Eravate la stessa persona.-

Stiamo camminando, inoltrandoci nelle zone a me sconosciute del giardino. Alcune lucette illuminano il sentiero, rendendo l'atmosfera decisamente soffusa e tranquilla.

E io mi chiedo cosa mi stia succedendo, dato che in momenti come questi dovrei essere terrorizzata: insomma, io ho sempre avuto il terrore della notte!

Perché adesso non ci sto pensando? Perché è come se me ne fossi dimenticata?

-Sì, ero io in entrambi i casi.- lui cammina a passo sostenuto, con le mani intrecciate dietro la schiena e un'espressione concentrata in volto.

-Ecco perché tutti quei lupi... Anche Eye si... insomma, si poteva trasformare?-

-Sì.- annuisce.

-Ok... E perché voleva me e poi non mi voleva più? Insomma, che è successo in quei giorni?-

Voglio sapere tutto, voglio fare chiarezza su tutte le sfumature della mia vita.

-Eye era un mio lupo, ma a quanto pare a lui non stava bene. Voleva il potere, e io questo l'ho capito troppo tardi. Ecco perché non posso fidarmi di nessuno: anche coloro di cui più ti fidi, possono pugnalarti alle spalle da un momento all'altro.- continua a camminare a passo lento: -Partiamo dalle basi: non è difficile che qualcuno si abbandoni a cattive azioni per farmi un torto.-

Non capisco: -Ma perché?-

Mi guarda per qualche secondo, pensieroso. Poi torna a guardare di fronte a lui e continua con la sua verità: -Perché sono Black, il capobranco più potente di Romse. Sono a capo di tutti i branchi della città. Ho messo la villa a disposizione per chiunque volesse avere un tetto sotto cui stare, per chiunque avesse problemi a mantenersi e così via. Tutti quelli nella villa li mantengo io, e sono lì di loro spontanea volontà. Chiunque, ovviamente lupo, potrebbe entrarci a vivere. Ma tu non hai idea di quanti lupi siano lì fuori, di quanti lupi siano sotto il mio controllo. Molti hanno una famiglia e hanno deciso di tenersi lontano dal chiudersi nel solo branco, altri per altri motivi non vogliono stare a contatto con così tante persone. Ma tutti, tutti, sono sotto il mio diretto controllo. Alcuni bramano la mia posizione, il mio potere.- scuote la testa. Io lo sto osservando da quando questa conversazione ha avuto inizio, e vedo il suo volto dipingersi di un'espressione profondamente risentita.

Vorrei interromperlo, vorrei fargli tante di quelle domande che non saprei neanche da dove cominciare, ma so che non sarebbe giusto, so che devo lasciare che continui con il racconto così come vuole lui.

Così, taccio e lo lascio continuare a parlare.

-Eye aveva creato un'intera società, un gruppo di persone accomunate dallo stesso obiettivo: il potere. Il mio. Grazie a te, ha commesso l'errore che gli è stato fatale. Prendendoti in ostaggio, ha fatto sì che io scoprissi dove si nascondesse.-

-Come hai fatto? Come sapevi che io ero da lui?-

-Perché lui ti ha rapita credendo che tu fossi importante per me. Allora mi ha ricattato.-

Lo interrompo, non posso non farlo: -Perché credeva fossi importante per te?-

-Perché non ti avevo uccisa, e hanno creduto che tu avessi qualcosa di speciale.-

-Già, è quello che continuava a ripetermi. Ma poi... Poi un giorno è tornato affermando di essersi sbagliato, perché? A cosa si riferiva?-

Mi guarda per qualche istante prima di rispondermi: -Al fatto che io gli avessi detto che poteva anche tenerti con sè, che a me non cambiava niente perché si era sbagliato: per me tu non contavi nulla.- fa spallucce e pronuncia la frase con naturalezza. Come se niente fosse. Ma che diavolo mi sta succedendo? Perché le sue parole mi fanno male? Da quando in qua ciò che dice è capace di condizionare il mio umore? Certo, le offese fanno male sempre, qualunque sia il mittente, ma io deve essergli superiore. Mi impongo di fregarmene, la prossima volta.