Capitolo 39

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Prima di seguirlo in stanza, faccio tappa nella mia: ho bisogno di un bagno caldo e di rilassarmi un attimo. Sono confusa. Non può piombare così, dopo avermi evitato per tutto il tempo se non per trattarmi male e pretendere che io dorma con lui.

Allora perché hai accettato?

Devo calmarmi. Sì, ho decisamente bisogno di un bagno caldo.

Riempio la vasca e ci verso quasi tutto il bagnoschiuma che ho. Dannazione, sono sempre così sbadata.

Non importa: i tuoi problemi sono ben altri.

Mi rilasso poggiando il collo sul bordo della vasca e portando la testa all'indietro, con lo sguardo al soffitto.

Che cosa sto combinando? E pensare che non dovrebbe essere motivo di tormento, la mia relazione con Gabriel. E allora perché lo è?

Dannazione, ci sono cose ben più importanti a cui pensare.

Una guerra proprio dietro l'angolo, ad esempio?

Ecco, appunto.

Rimango così ancora per un po', forzando la mia testa a non pensare a cose specifiche.

Così, i miei pensieri vagano da soli...

Chissà che cosa starà facendo Vanda ora, cosa starà pensando di me. Crede che io sia fuggita? O che in qualche modo sia stata rapita dai lupi? Da Gabriel? Quanto bene si conoscono? O si conoscono solo di nome, magari si saranno anche incrociati ogni tanto. Ma quanto c'è di più di questo?

Mi rendo conto che ci sono ancora tante cose da scoprire, per me.

Che cosa starà archittettando ora Clara? Una maga... Tse, non ci credo. Una maga?

Ho sempre pensato che mi ronzasse intorno per pure divertimento, invece c'è sempre stato un secondo fine: portarmi dalla loro parte.

Certo, non è che ci stesse riuscendo più di tanto....

E Mark? Che cosa starà facendo ora?

Mi pensa mai?

Spero di no, si merita di vivere una vita felice... Lontano da tutto questo.

Una vita normale.

Almeno lui.

E Mario? Dio, è da tanto che non lo vedo. Prima lo vedevo tutti i giorni, beh dovevo pur lavorare per portare a casa qualche soldo. Non me lo chiedo neanche: il suo locale non sarà cambiato sicuramente. Quel bar è rimasto sempre lo stesso dal 1986. E forse è proprio per questo che è uno dei più apprezzati in città.

E mia madre? O meglio, quella che doveva svolgere il ruolo di mia madre?

Probabilmente non la vedrò mai più.

Chissà come sarà la sua vita ora, se è cambiata o è sempre piena della stessa merda...

Affondo la testa in acqua per qualche secondo. Quando la riporto fuori, un pensiero assilla la mia testa.

Ho capito cosa devo fare: dire la verità a Gabriel, solo così potrò sapere la sua.

Prima di entrare, busso. Non ho ancora dato un nome né una definizione al nostro rapporto, ma di certo non mi sentirei a mio agio ad entrare senza nemmeno annunciarmi.

Annunciarti? Ma sei rimasta al medioevo?

Non ricevo risposta, ma proprio quando penso che forse si è addormentato, la porta si spalanca.

Mi sento letteralmente trascinare dentro. Richiude la porta e non arriviamo nemmeno al letto matrimoniale al centro della stanza, che subito si fionda sulle mie labbra.

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