Capitolo 26.

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Non pensavo che sarei stata così agitata, una volta arrivato il grande giorno. Ma lo sono.

Solo in questo momento mi sto rendendo conto di quanto il piano dei maghi sia rischioso. Potrebbero perdere tutto, potrei perdere tutto, cioè la mia stessa vita.

Sono davvero pronta?

Che io lo sia o meno, non posso tirarmi indietro adesso e non posso farmi distrarre dai miei pensieri ora che siamo già in cammino.

Riccardo è già alla villa, e aprirà lui affinché i nostri passino e affinché il mio gruppo possa arrivare ai sotterranei.

Manca ancora poco all'arrivo, ma io, in macchina con altre persone di cui non conosco minimamente la identità, avrei solo voglia di scappare e tornare indietro, rifugiarmi sotto le coperte e sparire per sempre.

Ma non posso andarmene ora, sono curiosa di sapere ciò che avverrà. Ormai ci sono dentro, non posso più tornare indietro.

Arriviamo ad un piazzale circondato da alberi alti. Non sono mai stata brava in botanica, per cui non ho la minima idea di cosa siano di preciso e di quale sia il loro nome. Aspettiamo qualche minuto che arrivino anche gli altri. Siamo una decina.

Una volta tutti insieme, la ragazza che mi era stata presentata come "capo missione" ci istruisce sul da farsi.

-Mi raccomando, tutto secondo i piani. Scenderemo le scale per le prigioni appena avremo il primo segnale da parte di Riccardo.- il segnale consiste in un contatto mentale tra il ragazzo e lei, qualcosa di magico che io non ho ben capito. -A quel punto, scenderemo a fila indiana per evitare incontri indesiderati. Una volta giù, troveremo le chiavi nella parete, se tutto va bene a Riccardo. Con le chiavi in mano, cercheremo di portare a termine i nostri compiti il prima possibile. Una volta dentro, dovete sparare ai prigionieri con le vostre pistole di cui vi abbiamo munito, così che grazie al liquido di cui le pallottole sono fatte si addormenteranno all'istante. In due, portate i corpi fuori e noi li faremo salire in macchina.- indica con lo sguardo la macchina in più che è stata portata nel piazzale. -Avete capito tutti?-

Annuiamo.

-Bene.- sentenzia, e si gira verso quella che è la parte posteriore della villa, dove una porta nascosta da due alberi bassi e larghi dovrebbe portare ai sotterranei, a detta del capo qui di fronte.

Bastano pochi minuti prima di vedere la faccia della donna assumere una strana espressione.

-Ora.- afferma nettamente, acconsentendo con un movimento della testa.

L'inizio dell'assalto prende alla sprovvista solo me: tutti si fiondano sulla porta, mentre io rimango immobile, esattamente dove sono sempre stata da quando mi hanno portata qui. Lo sguardo sorpreso e incuriosito della guida mi fa capire che anche io devo agire e dare il mio contributo alla missione. E che devo farlo ora.

Alla fine, riesco a muovermi e a raggiungere gli altri già dentro.

Il posto è molto scuro, con solamente delle lanterne sulle pareti a segnalare il cammino. I corridoi sono fatti di pareti di pietra e delle porte di legno le interrompono di tanto in tanto. Vedo i miei compagni aprirne alcune e sparare, per poi far uscire corpi esanimi per trascinarli dove la donna di prima possa prenderli e metterli in salvo. Io sono immobile. Mi costringo a ricordare ciò che mi è stato detto delle chiavi, e cioè che dovrebbero trovarsi attaccate alla parete.

Mi guardo intorno e noto un chiodo bello grosso dal quale penzola solo un mazzo di chiavi. Il mio.

Lo afferro e noto che tutti sono in coppia, mentre io, essendo arrivata per ultima, non potrò far altro che agire da sola.

Wolf's heartbeatDove le storie prendono vita. Scoprilo ora