Prologo

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Tre anni fa
"Caro Federico,
ti scrivo questa lettera perché devo dare almeno a te una spiegazione. Mollo tutto, mollo la musica e mollo il mio sogno. Ieri sera il passato è tornato prepotentemente nella mia vita, devo seguirlo e cacciarlo giù una volta per tutte. Ti prego di perdonarmi e di bruciare questa lettera non appena l'avrai letta.
Avrei vinto uno dei primi più prestigiosi della musica, ma purtroppo la famiglia è tutto, ora è tutto cambiato.
Ti voglio bene,
La tua piccola Fede."
2023
"Quel basso non c'entra un fico secco! Sciré, il testo ha forse smesso di parlarti?" borbottai.
"Calmo, era solo una prova. D'altronde in questi giorni sei acido da morire, ti sei svegliato con la luna storta?" chiese.
"No, ma non ho voglia di sprecare tempo. Tanto più perché oggi devo firmare contratto con la nuova casa discografica e presentare tutti i nuovi pezzi. Ma questa canzone urge di una ritoccata, è la più importante del disco cazzo! Sistemala come tu sai fare entro subito." sibilai e sbattendo la porta uscii dallo studio per andarmi ad accendere una sigaretta.
Il fumo penetrò nei miei polmoni e dopo solo due tiri gettai il mozzicone a terra, non mi piaceva fumare, era solo un modo per ricordarmi che ero un essere umano.
Mancavano due ore all'incontro con l'Universal ed ero nervoso, le cose con la Sony erano andate bene fino a che la mia testa non era scoppiata per le loro stupide regole marce e adesso volevo che le cose con la nuova casa discografica andassero bene.
Dopo un paio di minuti Sciré mi fece ascoltare la base, questa di che funzionava!
E fu così che nel giro di poco mi ritrovai in macchina, con il buon umore e Riccardo a farmi da manager anche stavolta.
Mi squillò il cellulare, Andreas.
"Ciao Andre." dissi rispondendo.
"Ciao cantante fallito." rise.
"Ballerino dei miei stivali... allora come va nella grande mela?" chiesi.
"Alla grande! Ti saluta Vittoria, a proposito e anche Marcello!" esclamò e sentii una vocina vivace all'orecchio.
Dopo Amici Andreas aveva capito di provare qualcosa per Vittoria e aveva lasciato la sua ragazza e non dopo molto si erano sposati ed erano volati in America per lavoro, per poi dare alla luce quel prodigio della natura che era: un piccolo ballerino.
Gli raccontai del più e del meno e misi giù non appena dovevo entrare nel grande palazzo.
Era lontano da casa mia, avevo optato per una villa nella campagna milanese, grande è dispersa nel nulla in modo tale che nessuna pazza scatenata avrebbe potuto darmi fastidio. Ovviamente prendevo parte alla vita milanese, ma quanto bastava per sfogare i miei istinti primordiali.
Entrando nell'edificio sentii un brivido percorrermi la schiena ed una voce tanto famigliare da farmi girar la testa.
"Riccardo..."
"Fede."
TO BE CONTINUE
Ebbene sì, sentendo "se parlassero di noi", mi è venuto in mente di fare una cosa che avevo prima detto di non voler fare, ossia scrivere un'altra storia sui Rederica.
Se parlassero di noi è davvero molto bella, forse la più bella e sembra parlare dei Rederica. La amo troppo.😍
Spero vi piaccia questo nuovo inizio, ovviamente continuerò presto anche l'altra!😉
Vittoria

Se parlassero di noi || RedericaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora