17. Rimaniamo su

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I'm in love with the shape of you.

Federica Pov.
"Aspetta, rallenta. Non possiamo entrare così, a caso." disse Sciré.
Federico alzò le spalle.
"Ha ragione..." disse, lo sapevo benissimo anch'io che aveva dannatamente ragione.
"Lo so... ma posso fingermi interessata ad un loro evento per rilanciare la mia figura. In fondo sono una famiglia importante a Milano e organizzano eventi aziendali." dissi.
"Mhm... non mi fido. Se hanno fatto del male a due uomini, non ci metteranno né uno né due a fare del male a te." borbottò Sciré.
"Non mi fido nemmeno io, ma non posso starmene ferma quando nessuno pensa approfonditamente a ciò!" esclamai.
"Va bene, ma dato che nemmeno io mi fido a lasciarti sola, io e lui veniamo con te." affermò Federico.
"E che facciamo? I tre dell'Ave Maria? In fondo credo che sappiamo chi fosse Riccardo. Tu lavoro con e per lui..." constatai indicando Sciré.
"E tu sei la sua... beh ecco, quella." disse a disagio.
"Allora ci andremo io e Federico, in fondo è ancora il mio manager. Non creerebbe rischi e nessuno sospetterà di nulla." dissi
Riccardo e Federico annuirono non molto convinti.
Tornammo a casa di Sciré, senza andare in ospedale per non destare alcun tipo di sospetto.
***
Erano ormai le sette passate.
"Puoi andarci tu dopo?" gli chiesi.
"Certo, eccome se ci andrò. Però promettimi di non fare cose avventate, non metterti in pericolo e non..." ma non lo lasciai finire.
"Riccardo, stai calmo. Non farò nulla che non faresti." gli accennai un sorriso.
"Hai fatto chiamare Federico?" domandò.
Annuii.
"È fatta, dobbiamo andare a casa loro tra un'ora per cena. Discuteremo di lavoro, hai un vestito qua?" mi chiese Federico arrivando dall'altra stanza, in cui era andato a chiamare.
"Ieri sera ho preso un po' di cose dall'appartamento, ma non ho pensato ai vestiti eleganti." dissi.
"Certo..." sospirò lui.
"Dovrebbe esserci un vestito della Nanci di là. Avete qualche anno di differenza, ma più o meno la taglia è la stessa." disse Sciré indeciso.
"Proverò." dissi.
E così mi ritrovai alle otto e mezza precise davanti al portone di casa loro, ricchi erano ricchi. Abitavano in un attico con mansarda con tanto di maggiordomo e inservienti.
"Buonasera signorina Carta!" mi accolse un uomo sulla cinquantina dai capelli brizzolati, doveva essere il grande Tommasini.
"Piacere, Alessandro Tommasini." disse porgendomi la sua mano, che strinsi cercando di non fare strane smorfie.
"Piacere mio, lui è il mio manager Federico Fabiano." dissi.
"Molto lieto, loro sono mia moglie: Giovanna e mio figlio, il mio successore, Enea Achille." disse indicando il ragazzo moro vicino a lui. Era giovane, forse più di me, come poteva un ragazzo così giovane esser già dentro nei giri sbagliati?
Riccardo Pov.
Era difficile raccontare come mi sentivo in quel momento, molto.
"Ciao fratello, come cazzo ci sei finito qua? Bastardo, dovevi proteggermi quando eravamo piccoli e guardati ora! Sei un grandissimo idiota, non dovevi fare niente di tutto questo, perché? Ho bisogno di te Riccardo, anche se ci siamo allontanati, anche se ero geloso un po' di te, sei sempre mio fratello. Sangue del mio sangue e ho bisogno di te. Non è colpa tua se tendo ad essere sempre in competizione con qualcuno, è solo colpa di questa stupida vita che porta l'essere umano a sbagliare e a fare cavolate... come hai fatto tu. Ma la musica... in quello non hai sbagliato mai, devi continuare a fare quello per cui sei nato, devi aiutarmi a rialzarmi quando cado e anche la Nanci. Anche lei ha bisogno di te, del suo secondo papà. Riccardo muovi il culo e torna." le parole che mio fratello mi aveva appena detto avevano smosso il mio cuore.
Mio Dio Luca, voglio anch'io tornare da te... ma mi manca un pezzo, manca il pezzo del puzzle più importante per tornare da voi.
Mancano solo due fottute parole, credo.
Non piace nemmeno a me stare al buio, eppure ci sto.
Federica Pov.
Dopo la cena, la moglie era andata a coricarsi, come aveva definito lei e ci aveva portati in quello che sembrava un salotto, un salotto molto molto antico con un pianoforte al centro... quanto spreco!
"Quindi le va bene?" chiesi.
"Perfetto, molto bene. Rilancio della tua carriera e più soldi al mulino per noi. Ottimo affare." annuì Tommasini compiaciuto.
"Bene, allora mancano solo le ultime cose e poi potremmo finalmente suggellare l'accordo." dissi sorridendo fintamente.
"Direi di sì." disse.
"Devo firmare qualche carta?" chiesi, dovevo andare nel suo ufficio.
"Per stasera no, solo diletto. Ci penseremo domani alle faccende burocratiche, permettimi di parlare con il tuo manager, mentre mio figlio ti intratterrà." disse e con un sorriso eloquente lasciò la stanza.
Enea Achille o come diavolo di chiama si avvicinò sorridendo, avevo un brutto presentimento.
"Vuoi qualcosa da bere?" mi chiese.
"Mhm..." farfugliai per poi annuire.
Andò in un'altra stanza, per poi comparire con del limoncello qualche secondo dopo e versare il liquore giallo bei bicchierini.
"Alla salute." sorrise facendo toccare i bicchierini.
Sorrisi, anche se in realtà gliel'avrei versato in testa quello stupido liquore, anche se a dirla tutta era davvero buono.
"Che lavoro fai?" chiesi.
"Studio, primo anno di università." disse.
"Ah, capisco." dissi, avevo ragione era più piccolo di me di quattro anni.
"Tu canti?" chiese.
"Sì." annuii.
"E ce l'hai un ragazzo?" chiese subito dopo.
Oh no... questo tipo si era messo strane idee in testa.
"Sì, ce l'avevo fino a qualche giorno fa. Abbiamo chiuso e non ho intenzione di averne altri per un bel po'!" dissi prontamente.
"Uhm... capisco. Io sono single." disse, non mi interessava saperlo, pensai.
"Beh sono sicura che troverai la ragazza giusta." ovviamente se non ti sbatterò prima in prigione.
"Sì... lo penso anch'io." si avvicinò forse un po' troppo per i miei gusti, ma per fortuna al momento giusto tornarono Federico con Tommasini e lo ringraziai mentalmente per questo.
A fine serata, dopo aver salutato tutti tornammo in macchina a casa di Riccardo e Riccardo.
"Com'è andata?" ci chiese Sciré appena tornati.
"È solo l'inizio." dissi.
TO BE CONTINUE
Spero vi piaccia, ecco il capitolo.
Vado che stasera c'è don Matteo ahah! A presto, un bacio.
Vittoria😘

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