Appena prima di dormire, mi sembra di sentire il tuo ricordo, che bussa, ma io non aprirò.
Federica Pov.
"Mettiti questo, quello che hai adesso è bucato." sospirai.
"Non stiamo andando ad un galà." borbottò.
"E poi non capisco neanche perché ora dovete lavorare insieme. Ognuno ha la sua carriera no?" aggiunse.
"Marco, te l'ho già detto. Non voglio tornare a cantare e allora Elisabeth mi ha affidata a Riccardo come manager per il suo tour." dissi.
"Perché non vuoi tornare a cantare?" chiese.
"Credo tu lo sappia meglio di me. Cosa dovrei cantare? La merda in cui ci hai portati?" risposi acida.
"Io.... al diavolo!" disse.
Venticinque minuti dopo eravamo pronti ad uscire e il nostro taxi ci stava già aspettando.
"Sei sicura di voler star qui da sola?" chiesi ad Arianna.
"Sicura." rispose.
"Ricordati di chiamare qualsiasi cosa succeda, chiaro?!" chiese Marco.
"Sì." rispose sospirando lei.
La salutai e uscimmo, salii sul taxi e sbattei la porta.
"Perché devi sempre trattarla così? Tra tutti forse è quella che se la passa peggio." dissi.
"Smettila." mi ammonì.
"Hai ragione, d'ora in poi la smetterò e farò di testa mia." dissi secca e smisi di parlare fino a che non arrivammo a casa di Riccardo, dove appena aperto il cancello, un piccolo carlino mi accolse scodinzolando. Mi accovacciai e lo accarezzai.
"Assomiglia vagamente a Puffo." dissi vedendo Riccardo avanzare verso di noi.
"Sì, l'ho comprato ieri. Da quando Puffo è morto questa casa era decisamente troppo vuota." disse abbozzando un sorriso, che subito si tramutò in stupore vedendo che non ero sola.
"Piacere Marco Castellani." disse Marco.
"Piacere mio, Riccardo." disse Riccardo presentandosi a sua volta.
"Venite, entrate pure." aggiunse subito dopo.
Quando vidi Vittoria, l'abbracciai.
"Vitto! Complimenti per il piccoletto." dissi.
"Complimenti a te per la tua." sorrise andando poi a presentarsi a Marco, non so perché, ma quella frase provocò una strana reazione in Riccardo, che irrigidendosi ancora una volta scomparve.
Salutai Andreas con un cenno e provai ad andare a cercare Riccardo, lo trovai in cucina con i pugni lungo le braccia.
"Tutto bene?" chiesi.
"Sì... anzi no. Mio Dio Fede come puoi presentarti qui con lui? Io non ce la faccio, non ci riesco. Non sapevo fossi fidanzata fino a qualche giorno fa, figurarsi una bambina!" sibilò a denti stretti.
"Non mi pare ti debba delle scuse o delle spiegazioni. Siamo cresciuti, abbiamo creato la nostra vita ormai." sospirai.
"Sarai la mia manager durante tutto il tour, ma dopo quello che abbiamo passato non posso starti vicino come niente fosse." disse.
"Riccardo per l'amor del cielo ero una bambina! Avevo diciott'anni e tu volevi una famiglia, che io non potevo decisamente darti!" esclamai.
"Ma io ti amavo e anche tu mi amavi." sussurrò.
"Ti amavo, ma non potevo mettere al mondo un bambino senza prima saper badare a me stessa. E poi mi pare che le nostre incomprensioni ci abbiamo portato alla rottura, di comune accordo." dissi.
"Di comune accordo non vuol dire che il mio cuore era d'accordo sul lasciarti andare." specificò.
"Dovevi pensarci prima." dissi secca.
"Forse ti volevo troppo bene per legarti a me per sempre." scosse la testa.
"Perché ne stai facendo un problema di stato adesso? Sono passati anni e credo che possiamo provare ad essere amici o quanto meno ad aver un rapporto professionale."dissi.
"Invece no, perché io ti amo ancora!" esclamò facendomi sussultare.
Riccardo Pov.
Avevo lasciato che le parole uscissero dalla mia bocca, quelle due paroline malefiche erano uscite dalla mia bocca nonostante lei fosse qui con il suo fidanzato.
"Che cosa?" sussurrò spiazzata.
"Io ti amo ancora..." sospirai.
Mi guardò e si voltò.
"Non dirlo mai più, lavoreremo insieme per questi mesi e poi taglieremo i ponti." disse con voce tremante allontanandosi da me, un'altra volta.
Flashback
"Quella lassù assomiglia a Nico. Splende come lui." disse malinconica.
"È stato fortunato ad avere te, il tuo amore, il tuo cuore." dissi.
"Io sono stata fortunata ad avere lui... e a conoscere te." sorrise.
"Beh, non sono un granché, ma anche io ho il mio fascino." ridacchiai.
"Dovremmo ufficializzare la cosa, odio doverti vedere in segreto. Scriverti in segreto, fare tutto senza poter essere me stessa." sospirò.
"Presto lo diremo, tra poco il mio contratto scadrà e potremmo farlo." le dissi accarezzandole la guancia.
"Domani devi tornare a Milano?" chiese giocando con il mio ciuffo.
"In realtà andremo io e Sciré in Toscana, a preparare il disco. Per qualche giorno sarò isolato e ciò è solo un bene perché vuol dire che posso chiamarti la sera." sorrisi.
"Bene, ma non voglio che tu mi chiami. Fai il tuo lavoro e fai del tuo meglio, chiamami solo quando ne avrai davvero bisogno." mi baciò sull'angolo della bocca.
"Mi piace il tuo sapore." ghignai, cominciando a baciare la sua pelle.
***
Sono passati cinque mesi dalla cena disastrosa e oggi dobbiamo partire per il tour. Era l'uno marzo e il sole caldo della primavera era alto in cielo.
Avevo preparato il mio trolley, avremmo viaggiato su un tour bus, alloggiando le notti negli hotel.
Mi tolsi il giubbotto di pelle e misi il mio bagaglio nella prima stanzetta del bus, dirigendomi verso l'ultima stanza con lunghi divano vuoti e pronti alla mia voglia di dormire.
Intravidi dal finestrino Federica, aveva addosso dei pantaloni neri della tuta e una felpa, gli occhiali da sole e un cappellino in testa.
Prima di mettermi le cuffie nelle orecchie riuscii a sentire uno stralcio di conversazione tra lei e Riccardo.
"Buongiorno." disse Riccardo a Federica.
"Ciao! Tutto pronto?" chiese.
"Direi di sì, l'autista ha detto che partiremo alle dieci." disse Scirè.
"Perfetto, ho già predisposto tutto il resto e nessun alloggio mi ha dato problemi, se non che il locale a Nizza mi sta dando problemi. Si ostinano a dire che non possono avere musica barbara in un locale chic. Ho tentato di spiegare loro chi siamo, ma sono duri. A questo punto credo che in questi giorni dovremo trovare un altro posto." spiegò.
In fondo il suo lavoro lo sapeva fare bene.
Federica Pov.
Francesi! Si può sapere perché devono sempre credersi ad un passo da tutti?
La mattina era già iniziata male alle sette, quando Marco si era rifiutato categoricamente di provare ad avere un approccio normale con Arianna. Eravamo andati avanti per una buona mezz'ora a parole pesanti, fino a che la piccola Sofia non era entrata nella stanza confusa, chiedendomi dove stessi andando. E allora Marco l'aveva presa in braccio, ma aveva salutata scuotendo la testa e me n'era andata. Poi dopo la chiamata dei francesi il mio morale era caduto a terra, l'unico pensiero buono era il fatto che sarei stata lontana dai miei casini per un po'.
Poggiai la mia valigia sotto un divano e mi diressi verso la macchinetta del caffè, non mi entusiasmava la vita da tour se non per la musica. Non mi piacevano gli spostamenti frenetici, soprattutto perché dormire in macchina o sul pullman mi faceva venire sempre mal di collo.
"Scirè, non è che avresti dei sonniferi? Mi sono ricordata ora che i miei li ho lasciati a casa." dissi sconsolata.
Ogni sera dovevo prendere almeno due gocce per dormire, in questo caso oggi li avrei presi anche ora. In fondo per Roma erano sei ore buone.
"No, mi spiace." disse.
Sospirai e puntai tutto sul caffè, ne bevvi uno e aprii la porta scorrevole che portava alla stanza per dormire e rilassarsi, dove trovai Riccardo con le cuffie nelle orecchie, stava dormendo e non eravamo ancora partiti.
Niente da fare, non sarei riuscita a dormire, aprii il computer e mi riguardai le cose che dovevamo fare nei prossimi due mesi.
Le date non erano troppe, erano nove per l'Europa: Roma, Firenze, Parigi, Nizza, Berlino, Monaco, Barcellona, Madrid e infine Milano. Il punto è che le avevo scelte contando i viaggi e ovviamente contando anche la possibilità di riposo tra un concerto e l'altro. Il bus ci sarebbe servito solamente nelle prime due tappe, mentre per il resto sarebbero stati solo viaggi tramite aereo.
Lavorai un bel po' e verso l'una ci fermammo in un autogrill a mangiare.
TO BE CONTINUE
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, che succederà in giro per l'Europa? Sarà vero che a Fede non importa più nulla di Riki?
Avete sentito Mania? Io sì e lo amo, ha dei testi molto più profondi rispetto al primo disco e poi si avvicinano molto di più al mio genere.😍
A presto,
Vittoria😘
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Se parlassero di noi || Rederica
Fanfiction2023.Sei anni dalla finale di Amici 16, la vita di Riccardo e Federica è andata avanti. Federica Carta, venti quattro, dopo anni a donarsi alla musica, qualcosa le ha fatto cambiare idea. L'ha spinta a mollare il suo contratto con l'Universal propri...