7. Come fiori su balconi

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Se chiudi gli occhi, prova a respirare senza guardare giù.

Federica Pov.
Flashback
"Riccardo che c'è? Ti senti male?" chiese Maria a Riccardo, bella faccia tosta, in sfida c'ero finita io.
"No... va beh, è che Federica è molto molto brava e mi spiace, cioè conosco anche Matteo, però credo che lo sappiamo tutti. Federica è molto brava." disse Riccardo elogiandomi, mi girai, il suo viso era contratto e sembrava stesse dicendo la verità.
"Tranquillo, grazie." risposi e cominciai a cantare non appena la base partì.
Vinsi io, da una parte me l'aspettavo, dall'altra ero stupita delle mie stesse capacità. Quando tornammo al residence, andai in camera mia e mi sdraiai sul letto.
"Posso?" chiese la voce di Riccardo entrando in camera.
"Ormai sei entrato." puntualizzai.
Si sedette ai piedi del letto.
"Volevo scusarmi per come abbiamo iniziato, piacere Riccardo Marcuzzo, in fondo non sono lo stronzo che pensi io sia." sorrise.
"Mhm... non so che intenzioni tu abbia. Comunque, Federica Carta." dissi.
"Sei stata brava oggi, era scontato vincessi tu." disse.
"Non capisco se tu stia scherzando o cosa..." borbottai.
"Non hai la minima idea vero?" sorrise e io lo guardai perplessa.
"Non hai idea di quanto tu sia brava, hai una voce profonda e piena. Interpreti, scrivi e ci metti dentro te stessa nelle canzoni che canti, sei sempre perfetta e non sbagli una virgola... cosa non ti è ancora chiaro? Quando passi non ti guardano male perché hai qualcosa fuori posto, ma perché sono invidiosi. Anche per Strego è così, ti teme." spiegò.
"Beh... wow..." inarca il sopracciglio e formai una o con la bocca.
"Sei la preferita di Fabrizio Moro, di Fabrizio Moro! Non di un qualsiasi cantante preso a caso, ma di quello che tra tutti scrive e ci mette l'anima in ciò che fa. E non ti sei mai chiesto perché..." disse.
"Pensavo perché sono la più piccola..." dissi.
"Thomas ha la tua stessa età, Giulia ha la tua stessa età." mi ricordò.
"Beh, mi pare che Giulia però ti piaccia..." ridacchiai.
"Oh, non cambiare discorso! Devi avere più fiducia in te stessa... e comunque no, Giulia non mi piace. Me la faccio e basta." mi fece l'occhiolino e se ne andò, lasciandomi quasi sconvolta dalla sua rivelazione... che razza di ragazzo fa queste cose?!
***
"Marco per l'amor del cielo!" esclamai.
"Pronto Federica...." borbottò.
"Non mi rispondi da un sacco!" dissi.
"Stai tranquilla." rispose.
"Non so se ti è chiaro che tua figlia è sparita." ripetei.
"Mia figlia non è affar tuo, sta bene Federica. È con il nostro chauffeur, al sicuro." sospirò.
"È affar mio." ricordai.
"E va bene, ma adesso sta bene. Tu piuttosto, tieni alta la guardia. I sicari dei nemici di mio padre non si fanno scrupoli." borbottò.
"Mio Dio... Marco, in cosa siamo capitati ora?" mugolai.
"Andrà tutto bene. Ci sentiamo." disse e senza darmi il tempo di emettere voce chiuse la chiamata, se prima ero nervosa ora lo ero elevato alla decima.
Iniziai a camminare velocemente verso l'hotel, precisamente il bar dell'hotel.
"Rallenta." mi disse Riccardo prendendomi per il polso.
"Ho voglia di bere." dissi.
"Sono le dodici e mezza, non credo sia il momento per bere, a meno che tu non voglia ubriacarti con del buon vino." sorrise.
"Sai già quanto regga l'alcool e il vino no, non mi aiuterebbe." borbottai.
"Allora parliamo con un po' di vino... in stanza se vuoi, senza orecchie indiscrete e occhi malevoli." sospirò.
"Riccardo, io..." dissi.
"Io non posso, non voglio e non ci riesco. È stato un errore venire qui, la mi vita è tutta sbagliata ed è un enorme casino!" esclamai.
"Va bene, lo capisco. Torniamo all'hotel, abbiamo bisogno di mangiare e tu ti devi rilassare. La prossima intervista deve andare bene." mi ricordò.
"Grazie a Dio non saremo più in Italia." scossi la testa.
Quando tornammo in hotel, il servizio in camera ci portò il pranzo, accompagnato da una bottiglia di rum che avevo gentilmente sollecitato.
"Questo è mio..." borbottai strappando di mano la bottiglia a Riccardo.
"Credo che per adesso basti così." sospirò lui levandomela dalle mani.
Forse avevo un tantino esagerato, non mi ero mai spinta fino al punto di essere brilla. Reggevo bene l'alcool e non andavo quasi mai in tilt.
"Caspita, inizio a vederci doppio." borbottai.
"Hai bevuto troppo, decisamente troppo eppure sei ancora abbastanza lucida..." rise.
"Cosa ridi?!" Lo guardai, o almeno mi pareva di starlo a guardare.
"Ti porto vicino al letto, almeno ti stendi un po'." disse Riccardo.
"No, portami a nuotare. Voglio andare in piscina." dissi.
"Ti prenderai una congestione e stasera che tu lo voglia o no, devi esserci al concerto." disse sistemandosi il ciuffo.
"Sei un guastafeste." borbottai e camminando lentamente arrivai al mio letto.
Quando riaprii gli occhi, mi accorsi che erano già le sette e la mia testa rimbombava.
Il mio cellulare squillava, dodici chiamate perse da Riccardo, dieci da Scirè.
Indossai un paio di jeans neri stretti e un maglione, applicai il mascara sulle ciglia e di corsa uscii, presi un taxi e andai al The Vibe.
Mi fecero entrare subito nel backstage.
"Alla buon ora!" esclamò Scirè vedendomi.
"Scusatemi, avete già fatto il sound check? Ci sono stati problemi con il locale?" chiesi togliendomi il giubbotto.
"Tutto liscio come l'olio, ma tu non sembri aver una bella cera." sorrise.
"Mi sa che stavolta ho esagerato con l'alcool... poco male, spalle contro il muro e non imparo niente." sospirai.
"Riki è al trucco e parrucco, credo sia stata un'ottima idea portarsi dietro persone fidate e per quanto riguarda la prossima data... partiamo stasera oppure domani?" mi chiese.
"Il volo è domani alle sei, appena atterrati andremo in hotel e ci sarà tutto il tempo per riposare, anche perché la prossima data è tra due giorni e solo se quei deficienti si decideranno a capire che Riccardo è alla loro portata." borbottai.
"Bene. Allora com'è passare dal canto all'organizzazione?" domandò.
"Ci si fa tanto fegato marcio, ma va bene anche così." risposi.
"Stavi per vincere quel premio." esclamò.
"Si, probabilmente l'avrei vinto." dissi.
"Ma non sei salita su quel palco e hai abbandonato tutto." rise nervosamente.
"Proprio così, cose da pazzi no?" chiesi.
"Probabilmente avevi le tue ragioni, proprio come ce le hai adesso. Ti chiedo solo di non portare Riccardo lì, ha faticato tanto per cambiare casa discografica e per rimettersi in sesto. Non so quanto bene gli possa fare la tua presenza." sospirò.
"Lo capisco, Scirè. Se sono qui adesso è perché sono in una situazione di merda, non ho voluto io venire in tour. Ma mi impegnerò lo stesso a farvi avere il meglio." dissi.
"Lo sapevo." annuì.
TO BE CONTINUE
Spero vi sia piaciuto, mercoledì andrò da Riki a Milano😍
A presto con il prossimo capitolo!
Vittoria😘

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