PARTE 3

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"Sabrina...." mi riscuoto quando lui mi fa passare la mano più e più volte davanti al viso...sbatto le palpebre "Scusa...ero sovrappensiero..." Stephan si siede davanti a me sulle comodissime poltrone della carrozza 3 del Frecciarossa, tutta prenotata per noi. In mezzo fra me e lui ora c'è un tavolino nero dove fra poco verrà servita la cena...sono le 10 quasi e mentalmente calcolo che non mando giù nulla di solido dalla mattina precedente se si escludono caffè su caffè e quei pezzi di focaccia e pizza al buffet allo stadio...non mangio un pasto serio da 36 ore ormai "A che stavi pensando?"
"Ho sentito mamma poco fa...non le ho detto dove sto andando, anche se ho l'impressione che quando andrà in ufficio domattina qualche sua collega pettegola le sbatterà davanti agli occhi la pagina di qualche sito di gossip..."
"E lei si arrabbierà?" le sue dita si intrecciano alle mie, come spesso accade...è un gesto che lui fa di frequente e che a me piace un sacco...è il suo modo per dirmi che lui è con me, nonostante io non ci creda ancora molto "Credo che arrabbiarsi non renda l'idea di quello che farà effettivamente..prima di tutto si metterà a ridere e poi il suo commento sarà una roba tipo 'tanto sarà una cosa passeggera...una cazzata'...credo che mi abbia ripetuto almeno 500 volte che è una cazzata, quindi per lei continuerà ad esserlo..."
"Cosa è una cazzata Sabrina?" sposto lo sgaurdo dal panorama della stazione centrale di Milano che pian piano si allontana a lui che mi fissa con la testa inclinata e la sua espressione concentrata "Tu...cioè non tu...quello che io provo per te...ha sempre pensato che fosse una di quelle cotte passeggere e anche stupide, una di quelle cose che magari vanno anche bene a 14 o 15 anni, al massimo 16 ma che arrivate a 18 e a maggior ragione a 20 sono praticamente ridicole, stupide e anche fastidiose...per questo vivo da sola...per non essere messa ogni giorno davanti all'evidenza di quanto lei sia delusa da me, da una figlia che non seguirà le sue orme e che soprattutto non è come lei vorrebbe..." sposto una mano e mi asciugo le lacrime mentre tento di fermare il tremito del labbro mordendomelo quasi a sangue "Hey...tengo a baciarti ancora e non posso farlo se continui a tormentarti le labbra così" nonostante tutto rido e lui mi passa il pollice sulle labbra per poi racchiudermi la guancia in una mano asciugandomi le lacrime "E sei molto più bella se non piangi...."
"Non sono bella a prescindere che pianga o meno...se messo a confronto con quelle due"
"Quali? Le due ragazze all'Hotel?" annuisco "Si...o quella al parcheggio...sai che fa la modella?"
"So che fa la modella...l'ho conosciuta quando stavo al Milan...come ho conosciuto altre tremila altre ragazze..ma a nessuna ho proposto di venire in treno con me verso Firenze..."
"Mi devi ancora spiegare perché l'hai proposto a me e non a una di loro" lui sbuffa e poi scuote la testa spazientito "Perché mi piaci tu..e potrei sul serio innamorarmi di te..." avvampo mentre il viso mi si distende in un sorriso che non riesco proprio a trattenere "Nessuno si è mai innamorato di me...o almeno nessuno me lo ha mai detto...puntualizziamo che a me comunque non sarebbe importato dato che non mi è mai interessato realmente qualcuno a parte te...sono sei anni che...insomma...dai non importa..." mi maledico per aver detto quelle due paroline 'sei anni' che sono le parole che racchiudono quello che è lui per me...sei anni è il lasso temporale da quando ho incominciato a pensare a lui..avevo solo 14 anni e certo non potevo prevedere che quella che anche alla sottoscritta pareva una cotta passeggera sarebbe diventata qualcosa di completamente diverso "A me importa" ci zittiamo mentre un'addetto di Trenitalia che assomiglia ad un modello ci serve la cena "Fame?"
"Parecchia..." fisso il cibo mentre Stephan ringrazia il cameriere e poi mi mette una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Mangia Sabrina...non ti ho visto mangiare nulla in due giorni praticamente e non vorrei doverti prendere in braccio dopo che mi svieni davanti..anche se conto di prenderti in braccio prima o poi" arrossisco ancora "Mi prende male mangiare davanti a qualcuno..."
"Inizio io allora?" lui prende la forchetta e poi inizia a mangiare la pasta al ragù che a giudicare dall'aspetto deve essere buonissima. Quando prendo la forchetta mi accorgo che la mano mi trema "Ti tengo l'altra...va bene?" annuisco e così iniziamo a mangiare tenendoci per mano...ogni tanto ci sorridiamo mentre il treno sfreccia velocissimo nel buio di quella notte di inizio ottobre "Cosa fa tua madre?"
"La dottoressa...cardiochirurgo...una roba super importante come dice lei..io che studio per diventare fisioterapista non posso certo competere con lei...non ha mai digerito il fatto che non abbia studiato per fare la stessa cosa che fai lei...anche se poi mi continua a dire che non sarei mai stata brava come lei e che non ho le palle necessarie per fare il chirurgo...è un controsenso vivente...in definitiva non le va bene nulla, soprattutto il fatto che non sono sicura di me stessa come lei, che non sono stronza come lei, che mi faccio mettere i piedi in testa come invece lei non fa...che poi io cerchi di spiegarle che è solo voglia di evitare lo scontro inutile è una cosa superflua...per lei sono debole, paurosa, timorosa, non combinerò mai nulla nella vita...insomma...una merda"
"E tuo papà?"
"Non l'ho mai conosciuto...ha mollato mamma quando ha saputo che era incinta...spesso le dico che sono stata uno sbaglio nella sua vita super controllata e programmata. Il fatto che lei non dica di no a questa mia affermazione ti fa capire il motivo per il quale non sono propriamente una ragazza sicura di me..se anche mia madre non mi voleva nella sua vita quale persona sana di mente mi vorrebbe?"
"Aggiungo al mio curriculum che non sono sano di mente allora, dato che ti voglio nella mia vita..." lui posa la forchetta e allontana il piatto vuoto. Io finisco di mangiare e poi faccio lo stesso "Sono sei anni che immagino di parlarti senza avere altre mille persone attorno...la prima volta in cui ho visto una tua intervista avevo 14 anni e andavo in seconda superiore...ho iniziato a capire quanto tu stessi diventando importante nella mia vita quando nessun'altro ragazzo riusciva a far breccia nel mio cuore, mentre le mie amiche si innamoravano di un tipo diverso ogni giorno" lui abbassa lo sguardo e diventa rosso, mentre io mi lascio scappare una risatina "Voglio solo che tu mi conosca meglio Stephan prima di decidere se mi vuoi veramente nella tua vita..sono...bhe mia madre ha ragione riguardo al fatto che sono insicura e l'hai potuto notare anche tu...sono...mi sento sempre non un passo ma 100 dietro alle altre. Non faccio nulla per farmi notare, anzi...sto nelle retrovie e non faccio mai il primo passo verso una persona...ti sono scoppiata a piangere in faccia e questo ti fa capire quanto io sia sempre in balia delle mie emozioni...odio essere così ma non posso farci nulla...tu mi rendi debole e mi scombussoli dentro...e odio stare così...cioè non odio amarti sia chiaro...ma odio che questo mi renda...ridicola a volte...invece di fare quella sicura di me che cerca di conquistarti..piango e ho paura di ogni cosa..."
"Sabrina...ascolta...tu non hai dovuto fare molto per attirarmi verso di te e conquistarmi...ci sei riuscita con un golfino nero e con un paio di jeans, ci sei riuscita piangendomi davanti..senza truccarti oppure senza mostrare la scollatura...non pensare che le altre siano migliori di te perché sono sicure di loro stesse e mi infilano in mano bigliettini con il loro numero di telefono...sei diversa.."
"Diversa...sicuro di volere una ragazza diversa accanto a te?" ci guardiamo mentre il cameriere sostituisce i nostri piatti vuoti con i secondi...cotoletta alla milanese e patatine per me, pollo alla griglia ed insalata per lui "Voglio te accanto a me...posso fregarti una patatina?"
"Certo" rido della sua espressione estasiata quando mangia quel piccolo peccato di gola per lui "Non credere che tutte quelle che si truccano e fanno le spavalde poi lo siano realmente..per molte è solo una maschera, un modo per non mostrare al mondo le loro paure..."
"Io non ce la faccio...insomma...prendi ieri...le mie lacrime erano dettate dal fatto che in un certo senso dovevo dirti addio e non volevo farlo...e mi dispiace di...insomma...non volevo lasciarti andare ma non riuscivo più ad andare avanti così...ogni foto con qualche ragazza era una coltellata al cuore...ogni tuo like a una foto con qualche ragazza era...mi mancava l'aria..perché loro avevano qualcosa, mentre io non ho mai avuto nulla..."
"Un like non significa molto..anzi a volte non vuol dire proprio nulla...magari sono semplicemente ragazze che vedo spesso fuori da Trigoria e le riconosco...solo quello...non posso mettere like a tutti i post in cui mi taggano..passerei metà giornata a mettere 'mi piace'"
"Lo so...cioè lo capisco ma...vedi quando stavi qui a Milano a volte convincevo mamma a mandarmi allo stadio con il mio vicino di casa...poi te ne sei andato..ed io che avevo da poco fatto 18 anni, e avevo in programma di seguirti un pochino di più con l'arrivo della maggiore età..bhe...dire che ci sono rimasta male è veramente poco...ho pianto un sacco con mamma che...bhe, insomma per lei eri diventato quasi una persona da cancellare definitivamente dalla mia vita..ogni sera mi urlava dietro che saresti rimasto solo un sogno, che non potevo andare avanti così, che dovevo accantonarti..e ci ho anche provato giuro...ma nessuno ha mai avuto il tuo potere...mi hai fatto piangere ma sei anche stato anche l'unico capace di farmi sorridere..."
"Quindi ora non le dirai nulla?"
"Da un anno non parlo a mia madre di nulla a parte lo studio...non sa neanche che mi guadagno dando ripetizioni e che molti soldi che lei mi passa pensando che li usi per l'affitto li metto da parte per...bhe per le mie saltuarie visite in una città..." mi metto una patatina in bocca e lo fisso "Che immagino quale sia anche"
"Almeno ogni due mesi scendo...spesso è una toccata e fuga in giornata...vengo a Trigoria, ti vedo, a volte ti chiedo la foto...basta...poi risalgo...e riparto a vivere la mia solita vita...le ho anche detto che sono interessata ad un ragazzo, mio compagno di corso...mi conosce così bene che mi ha anche creduto, fai te...se avesse anche solo ascoltato un terzo di quello che le ho detto in questi anni avrebbe capito che è solo un'emerita stronzata"
"Quindi nessun ragazzo?"
"No...qualche amico, qualche ragazzo che ho conosciuto in facoltà...ovviamente penso che qualche ragazzo sia carino, non sono così scema da pensare che tutti siano cessi ma..."
"...ma nessuno ti interessa"
"A parte te no...e qui tu dovresti tipo avere paura di me e dirmi che sono completamente folle"
"Vieni qua" lui mi fa cenno di alzarmi e di raggiungerlo...mi siedo in braccio a lui, incastrandomi perfettamente fra il suo corpo ed il tavolino con i due piatti ormai vuoti "Sei folle...lo sai anche tu no? Insomma amare una persona che non conosci in fondo è un pochettino da folli"
"Lo so..." gli sfioro il mio braccialetto che ora lui porta al polso, come se il suo posto fosse sempre stato con lui "Ma è una follia positiva...insomma sei anni non sono pochi e se tu hai alimentato questo sentimento per tutti questi anni vuol dire che..è reale..."
"Cazzo se è reale...è la cosa più vera e reale della mia vita"
"Non posso dirti che d'ora in poi non verserai più lacrime e che sorriderai sempre...ma io ti voglio nella mia vita...voglio conoscerti realmente e mostrarti che 6 anni spesi in questo sentimento non sono stati una follia negativa come pensa tua madre..voglio vivere questa cosa con te, qualunque cosa sia...magari sarà solo attrazione Sabrina, non lo so...magari capiremo entrambi che abbiamo sbagliato, che soprattutto tu hai toppato in pieno ad amarmi per sei anni ma...voglio provarci..."
"Anche io...fa paura però...perché viverti vuol dire rendere tutto dannatamente vero....e più è vero più può farmi male"
"Ma noi due siamo reali Sabry...cioè..." mi pizzica la pelle del fianco ed io mi metto a ridere di botto dato che soffro pure il solletico "No Ste...no..." tento di allontanarlo ma una curva del rettilineo su cui viaggia il treno mi fa sbilanciare pericolosamente e finisco appiccicata totalmente a lui "Dio se sei bella" i suoi occhi sono verde scuro e mi fissano per la prima volta con una punta di qualcosa che assomiglia tantissimo al desiderio...deglutisco e poi avvicino lentamente la mia bocca alla sua "Non voglio forzarti....ma..."
"Shhhh...lo so...cioè so che in un rapporto c'è ovviamente anche il lato fisico...cioè ho letto i libri ed ho visto i film...solo che mai nessuno mi è interessato così tanto da farmi pensare che avrei voluto perdere la verginità con lui..."
"A parte me" entrambi siamo rossi in viso e non so se sia per il genere di discorso o perché siamo completamente presi l'uno dall'altra, come se fossimo in una dimensione solo nostra, dove contiamo solo noi due "Ogni discorso è 'a parte te'..metticelo alla fine di ogni mia frase e non sbaglierai mai"
"Quindi...sei assolutamente sicura che...vorresti vivere con me la tua prima volta?" annuisco "Sei il ragazzo che amo, il primo ragazzo che abbia mai amato e vorrei che tu fossi il primo anche per quello...si ok questo è completamente folle lo so ma...." le sue labbra cercano le mie ed il bacio è diverso da tutti quelli che ci siamo scambiati fino a quel momento...sarà che è il primo in cui siamo completamente soli, se si esclude quello all'Hotel la prima sera ma quello era il primo in assoluto e quindi una roba a parte...sarà che il treno che sfreccia verso Firenze ci da la sensazione di vivere qualcosa di completamente nuovo, come se entrambi stessimo scappando da Milano e da tutto quello che significa per me e per lui...sarà che in fondo in quel momento siamo solo due ragazzi che si piacciono molto come ha detto lui "...io trovo che sia bellissimo..." sorrido debolmente e poi mi accoccolo contro di lui...inizio a giocherellare con la sua collana mentre lui mi bacia la fronte "Non mi sono mai sentita più..leggera...libera...cavolo è la sensazione più strana del mondo...come se fossi una Sabrina diversa..."
"Metti da parte un pochino delle tue paure allora? Perché questo è un lavoro che devi fare su te stessa...io posso dirti anche 1000 volte che sei bella, che mi fa impazzire la tua aria da ragazza sulle nuvole e che bacerei per ore ed ore la tua bocca e tutto il resto ma poi sei tu che devi crederci.."
"Non..non puoi darmi una piccola dimostrazione di quanto io ti piaccia?" inclino la testa e lo fisso senza battere ciglio...voglio vivere ogni cosa con lui, voglio imparare a lasciarmi andare "Vediamo...." la sua bocca mi sfiora la mascella per poi scendere e lambirmi il collo "Sai che hai un profumo favoloso?"
"Non metto profumi...li ho sempre odiati"
"Infatti parlo del tuo profumo...quello della tua pelle..."
"Oh...ok..." chiudo gli occhi sopraffatta dalla sua voce roca e dal mio cuore che batte a tremila ed oltre...in realtà sento battere ogni più piccola parte del mio corpo...la pulsazione che sento al basso ventre non è la prima volta che la sperimento ma è la prima volta in assoluto che la associo non solo ad un qualcosa di astratto ma a qualcosa di reale, qualcosa di tangibile che posso toccare "Lo senti?"
"Cosa?" sento così tante cose che non riesco ad isolare le singole sensazioni...sento caldo, sento la pelle formicolare, sento i seni pesanti ed i capezzoli che spingono contro il tessuto del mio reggiseno nero di pizzo, acquistato in un attimo di ordinaria follia...sento le mutandine bagnarsi...sento tutto e niente "Che siamo reali..."
"Si lo siamo" giro il volto e lo bacio...è un bacio lento, più languido e pieno di qualcosa di diverso...ho bisogno di lui ma non so neanche come e cosa chiedergli...forse una quindicenne sarebbe più disinibita e spinta di me "La dimostrazione è sufficiente? O vuoi altro?" il suo sguardo è puro fuoco in questo momento "Non...non mi fare queste domande guardandomi così per favore..." mi sistemo meglio in braccio a lui anche se ogni posizione è scomoda in questo momento per me e per lui anche "Mi devo fermare?"
"No..." scuoto la testa e poi gli prendo una mano...me la poso sulla guancia e lui sorride...giro il viso e gli bacio il palmo aperto "Posso toglierti il giacchetto? Tempo quaranta minuti e siamo a Santa Maria Novella.." Stephan mi fa scendere lungo le spalle la giacchina e poi la posa sul sedile vicino "Di già quasi a Firenze?" batto le mani contenta e lui ride "Si...sei felice?"
"Un sacco" lui mi fissa la maglietta e poi mi gira leggermente di modo da guardare il retro dove la sua firma spicca sul 9 del suo numero "Il pennarello"
"Che pennarello?" sgrano gli occhi...io so a quale pennarello si riferisce ovviamente "L'anno scorso...ti ho firmato la maglia...e tu stavi dimenticando il pennarello...così ti ho detto se volevi lasciarmelo per ricordo e tu..."
"...ti ho detto di no...e poi mi sono voltata senza fare la foto e tu mi hai detto..."
"...non vuoi la foto?" ridiamo entrambi mentre lui prende la mia maglietta e me la annoda su un fianco rendendola più corta e lasciandomi scoperto un lembo di pelle "Abbiamo fatto...tre foto in totale mi pare"
"Tre...giusto..."
"Aspetta ma...il mese scorso stavi sotto casa mia un pomeriggio?"
"Come? Si...cioè sono venuta ma poi me ne sono andata senza dirti nulla"
"Perché?" le sue dita si posano una sul fianco, a diretto contatto con la pelle e l'altra poco sopra il ginocchio...sono ipnotizzata da quel movimento ritmico, come se mi stesse massaggiando e mi perdo momentaneamente "Che?"
"Perché non ti sei fatta vedere"
"Perché...c'erano altre ragazze...e poi è stata una cazzata..cioè, sapevo che non sarei mai riuscita ad avvicinarmi a te...avevo anche una lettera..."
"E me la farai mai leggere?"
"Posso dirti a voce quello che più o meno c'era scritto..."
"Ti ascolto" in quel momento il cameriere ci interrompe per dirci che ritarderemo di dieci minuti per una coincidenza e ci chiede se vogliamo un caffè...ovviamente annuiamo entrambi poi lui mi fa cenno di parlare "Avevo scritto che...bhe...mi mancavi anche se in fondo non mi saresti dovuto mancare dato che non eri certo mio...e poi altre cose senza molto senso..tipo che in qualunque momento avresti potuto guardare il cielo e avresti saputo che io stavo facendo la stessa cosa pensandoti...così non saresti mai stato solo...o una demenza simile...e poi che dovevi continuare a sorridere perché il tuo sorriso era, è la mia vita...insomma concludevo con tu sorridi che io vivo o una cosa simile...tutte cose sdolcinate e romantiche...mi avresti preso per matta completa se l'avessi letta quindi meglio che io non te l'abbia data..." le mie mani giocherellano con il tessuto grigio della sua maglietta "Ti piace la mia maglia?"
"Molto..."
"Se mi dici un'altra cosa scritta nella lettera può darsi che ti permetta di dormire con la mia maglietta stanotte..."
"Oh...va bene..cioè...pensavo..." Stephan ride e mi attira a sé...sono ancora in pieno panico quando lui fa quei gesti perché in fondo non sono mai stata così vicina ad un ragazzo e soprattutto non avrei mai creduto di vivere con lui quei momenti "Faremo tante, tantissime cose assieme Sabrina ma stanotte siamo entrambi stanchi morti e quindi dormiremo...ti bacerò e ti abbraccerò sicuramente ma per il resto aspettiamo..."
Muovo la testa su e giù incantata soltanto dal movimento delle sue labbra che si muovono mentre parla "Nella lettera...dicevo che ti amavo...che sarebbe potuto sembrare folle e avventato ma se non era amore quello che provavo per te non so cosa lo sarebbe potuto essere..quindi...si, insomma..."
"Mi ami..." annuisco "Ti sei guadagnata la possibilità di dormire con la mia maglietta...solo quella.." mi fa l'occhiolino ed io avvampo "Stephan..."
"Dai scherzo...cioè neanche tanto poi...facciamo maglietta e mutandine..." mi copro il viso con le mani e caccio un urlo di frustrazione ma lui mi toglie le mani e mi bacia a stampo tre volte prima di leccarmi le labbra con la lingua. Resisto due secondi, poi ricambio il bacio con passione "Posso farti una domanda Sa?"
"Certo...mi piace molto il diminutivo Sa..."
"A parte quello....con qualche ragazzo hai mai...insomma..." anche lui è in difficoltà così decido di aiutarlo "No...nessuno...a volte da sola.."
"Ok..." ci fissiamo senza parlare poi Stephan poggia la fronte sulla mia mentre il treno riparte..quando i nostri caffè arrivano non ce ne accorgiamo quasi, così presi a fissarci "Posso fare una cosa Sabrina?" muovo la testa su e giù e poi trattengo il fiato mentre lui fa scorrere la mano dal mio collo al davanti della maglietta per poi fermarsi sul cavallo dei miei leggins neri "Sicura?"
"Sicura..." il cuore mi martella nel petto e non so dove posare le mani..alla fine le poso sulle sue spalle ed allargo leggermente le gambe "Hai paura?"
"No...si...non lo so.." parlo a manetta e lui sorride prima di baciarmi "Sarà bellissimo...tu stai ferma...questo momento è solo tuo" prendo un bel respiro e poi sento la sua mano premere delicatamente contro il tessuto. Il suo pollice disegna dei cerchi ed inizio a sentire qualcosa di molto simile a una sensazione di panico misto ad eccitazione mista a una cosa indefinita...stringo fra le dita in tessuto della sua maglia e poi muovo il bacino "Non so cosa fare...ho la mente vuota in questo momento"
"Chiudi gli occhi e baciami...solo quello" seguo le sue direttive e poi inizio a sentire il sangue corrermi velocissimo nelle vene per concentrarsi nel punto esatto che lui sta toccando...mi bagno e ho la netta sensazione che stia succedendo esattamente quello che dovrebbe succedere ma mi ritraggo perché ho anche paura..non so cosa fare...sono tentata di vedere dove mi porterà quella cosa ma ho anche paura...ho timore che provata una volta quella sensazione mi darà alla testa ed io non potrò più farne a meno..come non potrò più fare a meno di lui del resto "Mi manca l'aria in questo momento..."
"Va tutto bene..ti fidi di me?"
"Ovvio che mi fido di te..." lui mi regala un sorriso luminoso ed io incamero aria nei polmoni prima di abbracciarlo stretta affondandogli il viso nell'incavo del collo "Respira...e vivi questo momento...ne vivremo altri mille ma questo è il nostro primo momento insieme..il primo di tanti momenti che rimarranno solo nostri...perché spesso dovremo scontrarci con il mondo esterno ma quando saremo solo io e te...sarà bellissimo...come questo esatto istante..." gli bacio il collo e poi muovo il bacino andando incontro alla sua mano. Seguo l'istinto e mi butto letteralmente...dalla mia bocca escono dei suoni indistinti mentre tento di afferrare quella sensazione perfetta che sento vicina "Guardami mentre vieni"
"Non..." divento rossa ma tolgo il viso dal mio rifugio improvvisato e lo guardo "Guardami..." inchiodo gli occhi nei suoi e poi sento la marea di quella sensazione perfetta sommergermi..butto indietro la testa e afferro quell'istante...si è il primo momento solo nostro e lo custodirò gelosamente...sento il mio corpo sciogliersi letteralmente e una scarica percorrermi da capo a piedi...mi ritrovo in un bagno di sudore, con la testa leggera ma anche infinitamente leggera e felice "Quell'espressione soddisfatta...la voglio rivedere presto..."
"Non ho...merda ho una faccia soddisfatta vero?"
"Molto..." mi bacia ed io mi scordo di tutto il resto...di mia madre e di quanto sarà incazzata e delusa dalla sottoscritta, come le fosse una novità...di tutte le ragazze che ho sempre giudicato più adatte a stare con lui rispetto a quanto lo sia io..mi scordo della mia inadeguatezza e della mia paura cronica...mi basta lui...

NON LASCIARMI ANDAREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora